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 2013  aprile 28 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - MENTRE IL GOVERNO GIURA AL QUIRINALE, UN UOMO SPARA DAVANTI A PALAZZO CHIGI


ROMA - Ore 11.34: mentre al Quirinale era in corso il giuramento del nuovo governo Letta, un uomo, vestito in giacca e cravatta, ha aperto il fuoco con una pistola calibro 7.65 contro i militari dell’Arma che presidivano la sede del Parlamento e del governo, a Palazzo Chigi. Il suo obiettivo, come ha poi confessato, erano "i politici". Due carabinieri sono rimasti feriti gravemente. I militari sono stati colpiti uno al collo e uno alla gamba. Uno dei due è gravissimo, in prognosi riservata. Sono un carabiniere scelto e un brigadiere. Negli attimi di paura successivi, un bimbo sul passeggino è caduto per terra ferendosi allo zigomo, ferito leggermente anche il padre. Lo sparatore è arrivato davanti a Palazzo Chigi proveniendo a piedi da Montecitorio. Giunto davanti allo sbarramento del reggimento mobile dei carabinieri, ha esploso sei colpi dall’arma - che ha la matricola abrasa - ferendo il primo militare alla gamba e poi colpendo l’altro militare al collo, che presidiava la garitta. I carabinieri feriti sono il brigadiere Giuseppe Giangrande, di 50 anni, e il carabiniere scelto Francesco Negri, di 30. Sia il brigadiere sia l’appuntato sono effettivi al sesto Battaglione Toscana. Il più grave, Giuseppe Giangrande, ha una lesione "importante" - come hanno precisato i medici - alla colonna vertebrale cervicale. E’ stato sottoposto ad un intervento di neurochirurgia. I medici temono per la sua vita. L’altro militare ha una frattura alla gamba (video).

FOTO - VIDEO

Lo sparatore - che secondo gli investigatori, era stato fermato dai militari mentre tentava di raggiungere l’ingresso di Palazzo Chigi, ha aperto il fuoco contro i carabinieri per uccidere - è stato subito immobilizzato dagli altri agenti presenti sul posto, dopo aver abbozzato un tentativo di fuga: si chiama Luigi Preiti, 49 anni è originario di Rosarno, in Calabria, ma viveva in Piemonte, in provincia di Alessandria, da molti anni. Secondo fonti investigative non avrebbe precedenti penali gravi. Avrebbe solo un vecchio precedente per falso e sicuramente non è considerato soggetto legato alla criminalità organizzata. L’uomo non è dunque legato alla ’ndrangheta, secondo quando emerge dalle prime ricerche effettuate dagli investigatori reggini. Fonti investigative qualificate affermano che, dopo la separazione dalla moglie e la perdita del lavoro, l’uomo sarebbe però finito nel giro dei videopoker, come conferma in un’intervista (video) un’amica di famiglia. L’uomo ha confessato: "Volevo uccidere i politici".

Il carabiniere che ha immobilizzato Preiti. "Abbiamo semplicemente cercato di fare il nostro dovere. In piazza era pieno di gente e non appena sono partiti gli spari ci siamo gettati sull’aggressore per bloccarlo". A parlare è uno dei carabinieri che si trovava in servizio davanti a Palazzo Chigi, questa mattina, intervenuto subito dopo gli spari per bloccare Preiti. ’Eravamo in sei o sette a fare cordone per fare spazio all’eventuale passaggio di ministri - ha ricordato il carabiniere - Un uomo in arrivo a piedi da Montecitorio si è avvicinato ed ha alzato il braccio verso di noi impugnando una pistola ed esplodendo colpi in successione. Era pieno di gente e abbiamo cercato di bloccarlo gettandoci su di lui. Due colleghi erano a terra feriti: uno è stato portato nella garitta per i soccorsi. C’era anche altra gente in terra, soprattutto per proteggersi, altri passanti invece scappavano".

Il magistrato che l’ha interrogato. "E’ un uomo pieno di problemi che ha perso il lavoro, aveva perso tutto, era dovuto tornare in famiglia: era disperato. In generale voleva sparare sui politici, ma visto che non li poteva raggiungere ha sparato sui carabinieri". Così il pm di Roma, Pierfilippo Laviani, dopo aver sentito Luigi Prieti. "Ha confessato tutto. Non sembra una persona squilibrata". Dove ha trovato l’arma? "La provenienza è quella delle armi clandestine", ha spiegato il magistrato (video). "Ho deciso di fare tutto questo 20 giorni orsono" ha aggiunto lo sparatore. Preiti ha detto di avere acquistato "la pistola quattro anni fa al mercato nero ad Alessandria". Preiti, dopo un primo ricovero all’ospedale San Giovanni, è stato trasferito alla caserma dei carabinieri di via In Selci. Probabile che in serata sarà ulteriormente trasferito in carcere.

LO SPARATORE IMMOBILIZZATO

L’ARMA USATA

Il fratello. Notizie sullo stato di depressione e di agitazione dell’uomo parzialmente confermate da Arcangelo Preiti, il fratello dello sparatore. "Fino a ieri mattina mio fratello era una persona lucida e intraprendente... Ora sento queste notizie e mi crolla tutto addosso...". "Lui viveva a Predosa, poco lontano da me. Ha perso il lavoro e si è separato dalla moglie, è padre... Problemi psichici? No, no... Da 49 anni a questa parte no...", dice Arcangelo Preiti. "Dopo aver perso il lavoro è tornato in Calabria a vivere con i miei genitori, non lo vedo e non lo sento da agosto". L’uomo ha anche un figlio di dieci anni. "I miei genitori quando li ho chiamati non sapevano ancora nulla - aggiunge Arcangelo Preiti -, sono rimasti sconvolti anche loro e non sanno come spiegarsi una cosa del genere". "Non c’è affiatamento fra noi, ma siamo sempre fratelli. Ci sentivamo con mia mamma e mia mamma diceva ’tutto a posto’. Non ho idea se puntasse ai politici, non so cosa rispondere. Non era contrario a nessuna a forza politica, non so cosa gli sia successo". Il fratello dello sparatore ha espresso la "solidarietà della mia famiglia a tutta l’arma dei carabinieri. Chiediamo scusa - ha detto - a tutta l’Italia".

Luigi Preiti si era separato dalla seconda moglie nel 2010 e da allora aveva lasciato la provincia di Alessandria ed era tornato a vivere con genitori a Rosarno, in provincia di Reggio Calabria. L’uomo è tornato in Calabria dopo una lontananza dal paese d’origine di circa vent’anni, intervallata solo dalle vacanze estive. Anche a Rosarno, Preiti ha continuato a lavorare nell’edilizia, come manovale. Si procurava lavoretti da operaio, vivendo alla giornata.

La ex moglie. "Sono sconvolta, non riesco ancora a credere che lo abbia fatto": sono le poche parole con cui l’ex moglie Ivana, ha commentato l’azione dell’ex marito. Separati da tempo, la donna non ha più avuto contatti con lui da diversi mesi. L’ultima volta che Luigi Preiti era stato a Predosa e l’aveva incontrata è stato lo scorso anno per la Prima Comunione del figlio, che ha 11 anni.

Il sindaco di Rosarno. "So che si era trasferito in Piemonte da una ventina d’anni, qualche volta tornava in Calabria per le vacanze. Quando viveva qui faceva il muratore, non ha mai dato segnali evidenti di di disagio", dice all’Adnkronos il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi. "Non so a cosa sia dovuto questo gesto ma credo che dovremmo trarre lezione e andare cauti, c’è un disagio sociale fortissimo soprattutto qui da noi", ha concluso.

La testimonianza dell’ex sindaco di Predosa

Le immagini delle telecamere di sicurezza. Passo normale, sguardo dritto davanti a sè, mani in tasca: così Luigi Preiti è arrivato davanti a palazzo Chigi, dove ha sparato a due carabinieri. La dinamica della sparatoria è stata ripresa da almeno tre telecamere di sicurezza montate all’esterno di palazzo Chigi e di Montecitorio. Chi ha potuto visionare il filmato descrive così le immagini: "Preiti si è avvicinato provenendo da piazza Montecitorio. Quando è arrivato vicino alla camionetta dei carabinieri, i militari gli hanno fatto segno di fermarsi, in quanto proprio in quel momento si stava chiudendo la piazza in vista dell’arrivo dei ministri dopo il giuramento al Quirinale". A quel punto, raccontano le fonti, "l’uomo ha estratto la pistola e ha fatto fuoco contro i due carabinieri". Dalle immagini si vede Preiti che spara ad altezza uomo e uno dei due carabinieri che finisce a terra. Si vedono anche una bambina che si porta le mani alle orecchie per coprire il rumore degli spari e tre persone che si riparano dietro la garitta all’angolo di palazzo Chigi. Le ultime immagini riprendono Preiti in terra, bloccato dagli uomini della sicurezza e altre decine di poliziotti e carabinieri che invitano la gente a lasciare la piazza. Poi l’arrivo delle ambulanze. Secondo le stesse fonti, e come dimostrano le riprese delle telecamere, Preiti non ha mai varcato le transenne di piazza Colonna, che proprio in quel momento era stata chiusa. Nonostante ciò i sei bossoli rinvenuti sulla scena, sono stati tutti trovati all’interno della piazza, qualche metro oltre le transenne. Una circostanza che gli investigatori ritengono perfettamente compatibile con la dinamica fin qui accertata, visto che i bossoli vengono espulsi dall’arma e visto il trambusto seguito all’accaduto.

Le indagini e le perquisizioni. Preiti era arrivato nella capitale ieri in treno (durante il viaggio era stato anche controllato da una pattuglia della polizia ferroviaria che non aveva riscontrato problemi, essendo lui incensurato) ed ha alloggiato in un hotel del centro. Proveniva dalla Calabria dove si era trasferito dopo la separazione. L’albergo dove ha alloggiato Preiti è stato perquisito. Accertamenti sono stati attivati per capire la provenienza della pistola. Altre perquisizioni sono state eseguite nella casa della ex moglie a Novi Ligure, del fratello, a Pedrosa e dei genitori, a Rosarno. In quest’ultima perquisizione, i carabinieri hanno portato via alcune buste contenente documenti e altro materiale appartenente a Luigi Preiti.

Voleva suicidarsi. Fonti governative hanno confermato che lo sparatore non aveva il porto d’armi. "Per favore, allentatemi le manette, non sento il braccio": cosi, secondo quanto riferito all’ANSA da forze dell’ordine presenti sul posto, Luigi Preiti si è rivolto agli agenti che lo hanno bloccato. "E’ apparso freddo e lucido", riferisce un addetto alla sicurezza che ha partecipato all’arresto. Quando è stato bloccato dai carabinieri è finito in terra sbattendo la testa. All’uomo, che è in stato di arresto, è stato applicato un collare medico. Si è appreso che l’uomo avrebbe voluto suicidarsi subito dopo aver sparato ai carabinieri, ma che non ha potuto farlo avendo esaurito i colpi della pistola.

Paura e tensione. Panico nella piazza tra i presenti dove è immediatamente scattato lo ’stato di massima allerta’. Sono accorse decine di auto delle forze dell’ordine mentre a Palazzo Chigi si stava tenendo il giuramento del Governo Letta. La polizia scientifica ha ritrovato a terra almeno sei bossoli.

LA PIAZZA, PANICO E PIANTI

VIDEO - UN TESTIMONE: "TUTTI SCAPPAVANO"

I testimoni. "Ho sentito due colpi di pistola, mi sono girato ed ho visto un uomo sui 40 anni ben vestito, in grigio, che sparava ad altezza uomo ad un carabiniere. Sono scappato perchè ho avuto paura che sparasse contro di me ed altri colleghi". A raccontarlo è Simone Bianchi, di 32 anni, operatore di un service che stamani ha assistito alla sparatoria insieme ad altri suoi colleghi. "Ho pensato a mettermi in salvo - ha
aggiunto l’operatore - e soltanto dopo ho preso la mia telecamera ed ho filmato il carabiniere che era a terra sanguinante. Indossava una divisa anti sommossa. Ho davvero avuto paura che potesse puntare la pistola contro di noi. In un primo momento ho pensato che l’attentatore - ha concluso - potesse essere un uomo appartenente alle scorte per come era vestito".

"In un primo momento ho pensato a un mortaretto, poi ho capito che erano spari". Così racconta un altro testimone. "L’uomo che sparava era abbastanza elegante, con giacca e pantaloni neri e camicia bianca", spiega. E aggiunge: "Dopo il primo sparo, mi sono girato e ho visto gente a terra, un ciclista per terra, qualche famiglia che scappava, poi ho focalizzato e ho visto l’uomo che sparava. Ho aspettato che finissero gli spari, poi ho guardato e ho visto la polizia e i carabinieri che lo avevano bloccato a terra. Davanti a Palazzo Chigi - aggiunge il testimone - c’erano operatori dei media e il passaggio normale di persone e turisti che può esserci in questa piazza la domenica".

(28 aprile 2013) © Riproduzione riservata