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 2013  aprile 27 Sabato calendario

L’IMPRENDITORE CHE ESPORTA EMOZIONI

ALL’ ITALIANA -
Vivaio Italia. «È stata Diana Bracco, commissario generale del “Padiglione Italia”, l’edificio più importante dell’Expo 2015 a chiamarmi», racconta Marco Balich. «Bracco mi ha chiesto: “Ti va di fare senza impegno un brief per gli architetti?”. “Accetto la sfida” ho risposto. Finora non avevo mai lavorato su un manufatto ma nel mio magico mondo degli eventi eccezionali ho sempre a che fare anche con architetti. Mi sono chiuso con Lidia Castelli e Alfredo Accatino - il mio team storico - e, dopo 1 mese e mezzo, lo scorso ottobre, ho presentato un’idea. Obiettivo: fare qualcosa che rimanga dopo l’Expo e, soprattutto, ci renda orgogliosi di essere italiani».

Marco Balich, 51 anni, il geniale produttore e direttore creativo veneziano, presidente di Filmaster events che ha conquistato le platee mondiali con le sue emozionanti e memorabili megacerimonie - dalle Olimpiadi invernali di Torino 2006 agli Europei di Calcio 2012 - ora già al lavoro per le Olimpiadi e Paralimpiadi di Rio 2016 (budget previsto per 4 cerimonie: 186 milioni di dollari) non era a Milano, venerdì 19 aprile, quando è stato presentato il progetto dello studio Nemesi&Partners e Bms che, elaborando la sua proposta, ha vinto tra altri 67 il concorso internazionale per il Padiglione Italia. «Da giorni sono in Messico, a Veracruz, dove abbiamo aperto un nostro ufficio e, nel 2014, faremo i Giochi Centroamericani», mi risponde al telefono.

Poi, prima d’incontrare il capo degli indigeni totocanas («Il primo passo è conoscere cultura, tradizioni e talenti locali per poi esaltarle con le tecnologie più sofisticate») Balich sottolinea: «Sono davvero felice che la mia idea sia piaciuta e che, in tempi pazzeschi rispetto ai soliti, sia stato già fatto il concorso. Lavorare in Italia è complicato, all’estero siamo abituati a ben altri budget ma l’entusiasmo di Diana Bracco mi ha contagiato. Quanto a Giuseppe Sala, l’ad di Expo, sta mettendo in piedi una macchina che funziona. A Milano l’energia per far bene c’è; speriamo che ricevano presto da Roma anche mezzi e poteri». Morale: dopo tante polemiche e teste decapitate, a meno di 700 giorni dall’apertura dell’Expo (tema: «Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita») con 128 Paesi che hanno già aderito e 250 milioni di euro investiti dalle aziende, il varo del Padiglione Italia (oltre 12 mila mq di un edificio ecocompatibile che cambierà aspetto durante la giornata come fosse un organismo vivente; costo: 30 milioni di euro) fa rinascere la fiducia che si possa giocare al meglio questa preziosa partita per il rilancio del nostro Paese.

Non a caso Marco Balich ha vinto la sua ennesima sfida lavorando su 2 concetti superpositivi. «Il primo è il “Vivaio”, ovvero il luogo dove seminare e coltivare energie nuove che guardano al futuro. Il secondo è “l’Albero della Vita”, un elemento iconico che dovrà dominare tutto il Padiglione. L’abbiamo scelto perché è presente in molte civiltà: pensiamo al magnifico mosaico della Cattedrale di Otranto, all’India, al Messico». Ultra-grato a Torino - «La città che, dalle Olimpiadi al lancio della Fiat 500 all’inaugurazione dello Juventus stadium, mi ha dato di più» - Marco Balich, l’imprenditore che esporta emozioni all’italiana («Da poco abbiamo aperto sedi anche a Rio e Dubai ma più giro il mondo e più amo il nostro Paese. Metto sempre l’Italia dentro a qualsiasi cosa facciamo») ora spera di ottenere la direzione artistica del Padiglione. «Non vorrei che fosse un “museino” del cibo e dell’italianità per scolaresche annoiate! Mi piacerebbe creare un’esperienza molto forte e, perché no, anche divertente. Vivaio Italia deve ispirare e appassionare i giovani», conclude il visionario Balich. «Dobbiamo far capire quanto è figo essere altruisti e avere stili di vita sostenibili. Non solo. Se Diana Bracco e Sala mi affideranno l’incarico per tutte le attività - dal catering, agli allestitori, agli artisti - sceglierò dei giovani. Non ho dubbi: solo coltivando nei ragazzi l’orgoglio delle nostre radici e identità li renderemo capaci d’affrontare le intemperie. Il mio sogno è un Padiglione Italia pervaso di speranza».