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 2013  aprile 25 Giovedì calendario

UN "GIOVANE" A PALAZZO CHIGI

Di Enrico Letta, presidente del Consiglio incaricato, colpisce soprattutto l’età. È il più giovane primo ministro che abbiamo mai avuto?

No, il più giovane in assoluto è stato Giovanni Goria, nato nel 1943 e divenuto premier nel 1987, a 44 anni. Enrico Letta di anni ne ha 46 (ne farà 47 il prossimo 20 agosto) ed è quindi in seconda posizione insieme ad Amintore Fanfani che divenne primo ministro nel 1954 alla stessa età.

Perché, dunque, colpisce particolarmente il dato anagrafico?

Per due ragioni, una oggettiva e una soggettiva. La prima: abbiamo avuto sempre una classe politica (e di governo specialmente) abbastanza anziana. Solo nella scorsa legislatura, una ricerca di Coldiretti indicava in quella italiana la classe politica più vecchia d’Europa, con un’età media di 59 anni per quanto riguarda i parlamentari e di 64 per i ministri. Vedere un uomo di 46 anni succedere a uno di quasi 70 (Monti) fa un certo effetto. Poi c’è il dato «soggettivo», quello cioè che riguarda la persona di Enrico Letta: è stato il più giovane ministro della Repubblica (32 anni, battuto poi da Giorgia Meloni, 31 anni) ed è stato fin dall’inizio etichettato come il «giovane promettente» perché colto, poliglotta, brillante oratore e saggista e sicuro di sé nonostante l’età.

Ma non ci avevano detto che il nostro è un parlamento giovane?

L’indagine di Coldiretti che indicava la classe politica italiana come la più vecchia d’Europa si riferiva alla scorsa legislatura. In effetti con le ultime elezioni c’è stato un cambio repentino: oggi l’età media di deputati e senatori, infatti, è 48 anni e 34 sono gli under 30.

Ma negli altri Paesi non è normale avere premier giovani?

In effetti la gerontocrazia è stata per molto tempo una caratteristica soprattutto italiana, mentre altrove si tendeva a valorizzare diversamente i giovani. Moltissimi grandi personaggi della politica occidentale sono stati dei quarantenni.

Qual è il premier più giovane degli ultimi anni?

Nel 1998 l’Albania, reduce da un passato assai turbolento, si affidò ad un primo ministro che aveva 31 anni: Pandeli Majko. Sembrava un ragazzino, anche nell’aspetto e nel modo di camminare. Probabilmente, in Europa, il primato della giovane età è il suo.

E negli altri Paesi, a cominciare da quelli comunitari?

Negli altri Paesi europei è molto frequente che si chiami alla premiership un uomo nel fiore degli anni. Quando l’Inghilterra volle cambiare registro rispetto alle asprezze del periodo thatcheriano, elesse primo ministro Anthony Charles Lynton Blair, per tutti Tony, che allora (nel 1997) aveva 44 anni. La paludata Inghilterra capì che rinnovamento ed età non sono sempre sovrapponibili, ma che spesso vanno d’accordo. Tant’è che anche l’attuale premier britannico, David Cameron (di opposto orientamento rispetto a Blair) è stato eletto esattamente alla stessa età, 44 anni. Il suo coetaneo Enrico Letta in Gran Bretagna sarebbe già quasi un maturo signore.

Possiamo fare altri casi europei?

Il più giovane primo ministro di uno stato comunitario è stato, nel 2006, lo svedese Frederik Reinfeldt, quarantunenne: sportivo, brillante, perfino «fighetto» con i suoi cappellini da ragazzo di scuola. Oltre che giovane (42 anni), molto giovanile è stato anche Emil Boc, primo ministro romeno nel 2008 (come Letta e Cameron, classe 1966). Ma il giovane premier per antonomasia degli ultimi anni è stato Luis Rodriguez Zapatero, che aveva 44 anni quando re Juan Carlos lo chiamò a fare il primo ministro nel 2004.

Cambiamo sponda dell’Atlantico: in America?

Lì la situazione è completamente diversa: la normalità è avere un presidente relativamente giovane (Bush padre e Reagan a parte). Obama è stato eletto la prima volta a 46 anni, esattamente come Bill Clinton nel 1993 quando era spalleggiato da un vice giovane e bello come Al Gore che di anni ne aveva 45. Il mito dei democratici americani poi, John Kennedy, aveva 44 anni nel 1961, quando è stato nominato, ed era un giovane quando di giovani al potere se ne vedevano davvero pochi.

In passato si è sempre preferito puntare sugli anziani?

Non è il caso di andare molto indietro nel tempo perché le situazioni non sono paragonabili (il mondo greco-romano è troppo diverso), ma si può dire che i 40 anni sono sempre stati considerati un’età più che matura per gestire la cosa pubblica. Un padre della Patria come il Conte di Cavour aveva 42 anni nel 1852 quando Vittorio Emanuele II lo nominò primo ministro. Ma il giovane per antonomasia è William Pitt detto, per l’appunto «il giovane» per distinguerlo dal suo omonimo padre che era stato a sua volta premier, ma anche per ragioni anagrafiche: quando Giorgio III lo chiamò a fare il primo ministro, nel 1783, aveva 24 anni.