Giuseppe Guastella, Corriere della Sera 25/04/2013, 25 aprile 2013
«SUPERYACHT A RICCARDO BOSSI CON I SOLDI DESTINATI ALLA LEGA» —
Il potere politico usato per arricchirsi illegalmente tentando anche di depredare 5,7 milioni dei 18 assegnati alla Lega Nord con i rimborsi elettorali: per questo Francesco Belsito, ex tesoriere del Carroccio, ex deputato, ex sottosegretario alla Presidenza del consiglio per la semplificazione ed ex vicepresidente di Fincantieri finisce in galera con l’imprenditore Stefano Bonet e altre due persone accusato di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale. E dalle carte della Procura di Milano spunta anche uno yacht da 2,5 milioni comprato da Belsito per Riccardo, primogenito del padre della Lega Umberto Bossi.
L’indagine è una costola di quella sui rimborsi elettorali del Carroccio condotta dai Pm Paolo Filippini e Roberto Pellicano che, coordinata dall’aggiunto Alfredo Robledo, un anno fa portò all’incriminazione di Belsito e del Senatùr per truffa ai danni dello Stato, facendo emergere spese personali della famiglia Bossi pagate dal Carroccio e rendicontate nella famosa cartellina «The Family». Belsito era il «fulcro» dell’organizzazione criminale, scrive il gip Gianfranco Criscione ordinandone l’arresto con l’imprenditore Stefano Bonet, il procacciatore d’affari Romolo Girardelli e l’ex dirigente di Fincatieri Stefano Lombardelli (latitante). Il suo ruolo e le sue entrature politiche aprivano le porte di società a partecipazione statale come Fincantieri (un contratto non stipulato) e private, quali Siram e Grandi Navi Veloci (progetti di contratti) per far ottenere alla società Polare di Stefano Bonet ricche commesse «fittizie» o incarichi di consulenza. Ma nel caso della Siram, le indagini della Guardia di finanza di Milano ipotizzano che le commesse garantivano alla stessa società un ritorno in termini di credito d’imposta. La Siram, infatti, avrebbe stipulato con la Polare contratti fittizi, secondo i Pm, per 18 milioni per investimenti in attività di ricerca e sviluppo ottenendo dall’erario un credito di circa 8 milioni. Con una «circolarità di flussi finanziari», Siram avrebbe ricevuto da Polare 14 milioni per prestazioni sulle quali indaga la Gdf. La Siram respinge i sospetti sostenendo di non aver avuto rapporti con Belsito o la Lega e di aver già restituito allo Stato quasi per intero il credito con un «ravvedimento operoso».
Bonet progettava una sua «rete di facilitatori», come la chiama in un documento sequestrato, della quale facesse parte stabilmente anche Belsito. Uomini da retribuire perché, confidava al coindagato Paolo Sala, «la politica ha un costo» che lui era disposto a pagare. Attraverso una persona non identificata, ad esempio, tentava di entrare in contatto con un «alto prelato» per arrivare alla «gestione dell’ottimizzazione del sistema sanitario del Vaticano», diffuso in mezzo mondo. Era sicuro che la giustizia non l’avrebbe colpito perché, diceva sempre a Sala, godeva di «protezioni». Evidentemente non hanno funzionato.
Un capitolo d’indagine riguarda i famosi fondi della Lega finiti grazie a Bonet su un conto di Sala (entrambi accusati di riciclaggio) nella filiale di Cipro della banca della Tanzania. Belsito, che per i Pm voleva appropriarsi di quei soldi, riesce a trasferire 1,2 milioni, ma quando ne invia altri 4,5 la banca si insospettisce e blocca tutto. Il denaro alla fine tornerà al Carroccio e lo scandalo porterà all’espulsione di Belsito e all’inchiesta che travolgerà la Lega. Nell’organizzazione criminale intanto si apre una guerra intestina. Bonet, «molto preoccupato», minaccia di denunciare Belsito e progetta «un incontro con Maroni, Castelli e Calderoli» per «andare oltre Belsito» e non perdere il legame con il Carroccio. L’espulsione dalla Lega, però, non interrompe il «criminoso e criminogeno rapporto» tra Girardelli e Belsito che al telefono, intercettato, parlano di uno «yacht del valore di 2,5 milioni che Riccardo Bossi avrebbe a suo tempo acquistato avvalendosi — scrive il gip Criscione temendo la reiterazione dei reati — di un prestanome grazie a un’ulteriore appropriazione indebita di Belsito» ai danni delle casse della Lega. Sarebbe una banca battente bandiera inglese ed ormeggiata in un posto della Costa azzurra.
Giuseppe Guastella