Emanuele Buzzi, Corriere della Sera 25/04/2013, 25 aprile 2013
GLI HACKER PUBBLICANO LE MAIL DEI DEPUTATI —
Tensione e malessere. L’orizzonte dei Cinque Stelle è denso di nubi (politiche) che il Movimento dovrà affrontare e risolvere. A partire dalle difficoltà interne al gruppo create da alcune uscite dei parlamentari. Dopo il caso di Marino Mastrangeli, hanno suscitato disagio le parole — in un’intervista al Secolo XIX, poi «rettificata» via Facebook — del deputato campano Mimmo Pisano. Un attacco alla linea politica dei Cinque Stelle e anche a Gianroberto Casaleggio («Avevo dato una proposta di governo a Casaleggio. Mi ha risposto che noi non facciamo politica». E ancora: «Che facciamo qui, le pedine? Di un gioco però, che forse non sappiamo giocare»).
Un «abbiamo fallito», detto e poi smentito («È fallito il progetto di realizzare un vero governo del cambiamento — scrive Pisano —, cosa che poteva avvenire solo attraverso l’elezione di un Presidente della Repubblica condiviso anche da noi»), che ha infastidito non poco — riferiscono fonti vicine al Movimento — deputati e senatori, stanchi di doversi difendere dal «fuoco amico». «Siamo compatti», assicurano alcuni parlamentari. Che spiegano: «Come in qualunque partito ciascuno è libero, anche di aderire o meno a linea politica e regole. Se non le condividi, però, è senza senso rimanere nel gruppo che le porta avanti». Parole che pesano come macigni alla vigilia di scelte e battaglie importanti, come quella per la presidenza della Vigilanza Rai e del Copasir (una carica ambita, per la quale il Movimento potrebbe avanzare anche la candidatura di Vito Crimi).
Ieri, però, a segnare la giornata è stata la vicenda delle mail private di Giulia Sarti e Stefano Vignaroli sottratte da un gruppo di hacker — che si definiscono «del Pd» — e pubblicate online, con la minaccia di continuare l’azione con altri parlamentari (sarebbero 78 le caselle violate) nei prossimi mesi. Per fermarsi i pirati dettano le condizioni. «Le nostre richieste di trasparenza: la pubblicazione immediata di redditi e patrimoni di Giuseppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e dettaglio dei ricavi derivanti dal sito www.beppegrillo.it e correlati».
«È un atto di violenza, una estorsione e una intimidazione — afferma Vignaroli —. Diamo fastidio ma non ci fermeremo. Continueremo la nostra attività politica. Diffidiamo chiunque a diffondere questo materiale». Gli fa eco il vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio: «Chi tocca uno di noi tocca tutti. È incredibile quello che hanno fatto a Giulia. Un atto di intimidazione da manuale». Su chi sia l’autore dell’attacco, tutte le piste sono aperte. C’è chi insinua l’ipotesi di un possibile scontro interno per regolare screzi passati. Anonymous ha smentito ogni coinvolgimento e i democratici hanno preso le distanze dagli hacker. Tra i grillini, ieri, si tenevano convulse consultazioni per comprendere come agire — è stata fatta denuncia alla polizia postale e alla magistratura, che ha aperto un’inchiesta — e come evitare nuove fratture da una possibile situazione destabilizzante.
Continua a far discutere e rimbalza sulla stampa internazionale il risultato delle Amministrative in Friuli Venezia Giulia. Il Financial Times pubblica un articolo, dal titolo «La bolla di Grillo sta scoppiando?», analizza il voto regionale e lo strappo con la giunta Crocetta in Sicilia. Gli esperti, però, si dividono. «Dobbiamo mettere in conto che già alle Regionali in Lombardia, Lazio e Molise il Movimento era andato molto peggio che alle Politiche, una media di otto punti percentuali in meno», conferma Piergiorgio Corbetta dell’Istituto Cattaneo. «Come tutti i partiti leaderistici quando si vota a livello amministrativo il treno del leader non c’è — spiega il politologo Piero Ignazi —. Proprio per questo il dato del Friuli Venezia Giulia non è significativo».
Emanuele Buzzi