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 2013  aprile 23 Martedì calendario

Alla fine l’effetto terrorismo affonda anche Wall Street. Per due minuti esatti. Dalle 13.08 alle 13

Alla fine l’effetto terrorismo affonda anche Wall Street. Per due minuti esatti. Dalle 13.08 alle 13.10, ora di New York, l’indice Dow Jones in caduta libera perde 145 punti. «Due esplosioni alla Casa Bianca e Obama è ferito», annuncia il tweet che appare inviato dall’Associated Press. LA reazione è istantanea, massiccia e incontrollata, “knee-jerk” la definiscono a Wall Street: un riflesso automatico come quando il medico ti batte il martellino su un punto del ginocchio che fa schizzare la gamba. Automatiche le ondate di ordini di vendita: disfarsi di azioni, svendere dollari, buttarsi sui beni rifugio come l’oro e i buoni del Tesoro decennali degli Stati Uniti. Prove generali di un allarme rosso, naturalmente infondato. Qualcuno lo aveva sospettato subito — alla Casa Bianca c’è un pool di giornalisti presenti a rotazione, un’esplosione sarebbe stata udita in diretta da almeno sei o sette media concorrenti, non da uno solo. Dopo quei due minuti terribili, la corrispondente dell’Ap dalla Casa Bianca, Julie Pace, è stata la prima a smentire: proprio durante la conferenza stampa quotidiana del portavoce di Obama, la Pace ha annunciato che il profilo Ap su Twitter era stato piratato dagli hacker. Subito dopo anche la direzione dell’agenzia ha diramato un comunicato. Twitter ha bloccato quell’account. Nei giorni precedenti l’Ap aveva scoperto che diversi computer aziendali erano stati infettati con “malware”. L’attacco di ieri è stato rivendicato da un gruppo che si firma come Syrian Electronic Army e potrebbe essere legato al regime di Assad. Un tentativo di vendetta di Damasco contro le sanzioni Usa? La tempistica ha contribuito a massimizzare il risultato dell’attacco. A otto giorni dall’attentato di Boston, e 24 ore dopo la rivelazione della polizia canadese su un complotto di Al Qaeda per far saltare un treno a Toronto, l’atmosfera è di allerta. Il terrorismo è tornato sugli schermi radar di tutti. O per meglio dire: sui display dei telefonini. Si è avuta conferma che i trader di Borsa sono avidi consumatori di Twitter e Facebook. Anche i mercati finanziari sono immersi nel vasto frastuono dei social media. Qualcuno dalle “prove generali” di ieri potrebbe avere avuto giovamento, due minuti di panico in Borsa per chi muove miliardi con lo High Frequency Trading possono fruttare profitti consistenti. Questo rende ancora più cruciale il problema della sicurezza dei social media. Prima che gli hacker si introducessero nel conto twitter di Ap, ci erano già riusciti con i profili Twitter di altre grandi aziende americane come Burger King e Jeep (Chrysler). L’industria del falso si sta sviluppando in modo esponenziale: Twitter stima che 20 milioni di account sulla sua piattaforma siano degli impostori.