Guido Santevecchi, Corriere della Sera 24/04/2013, 24 aprile 2013
SEUL NON PERDONA LA MANO IN TASCA DI GATES —
La Corea del Nord continua a spostare i suoi missili a ritmo frenetico e l’incubo di uno scontro non è ancora scongiurato. Ma a Seul le prime pagine di tutti i giornali di ieri erano dominate dalla foto di una stretta di mano tra Bill Gates e la presidentessa Park Geun-Hye, che ha innescato una polemica culturale. Il fondatore di Microsoft ha salutato la signora tenendo nella tasca dei pantaloni la mano libera dalla stretta.
Un comportamento maleducato, secondo i criteri confuciani (e forse anche le nostre mamme sarebbero d’accordo). Così qualche quotidiano ha tagliato la foto sopra la tasca. Ma la maggioranza l’ha pubblicata per intero e ha aspramente criticato il miliardario americano. Ne è nato un dibattito con titoli tipo: «Differenza culturale o mancanza di riguardo?», «Comportamento irrispettoso o stile casual?».
La Casa Blu, equivalente della Casa Bianca di Washington, ha diplomaticamente declinato ogni commento. Ma sul web i cittadini sudcoreani si sono infiammati: «C’è un’etichetta da rispettare in certe circostanze», ha scritto per esempio il blogger "amsryu67" su Twitter. Altri hanno difeso l’ospite occidentale, ricordando che la sua mano in tasca non aveva creato alcuna polemica in passato, per l’incontro con il predecessore della signora Park, Lee Myung-Bak, nel 2008. Però nel 2001 Mr Gates aveva salutato il presidente Kim Dae-Jung in modo corretto, addirittura prendendo la mano del presidente tra le sue, in segno di cordialità estrema, ma anche di ossequio.
«Gates è un uomo informale e pratico che non si sente legato dalle convenzioni e stringe la mano delle persone in questo modo, anche quando è ricevuto da capi di organizzazioni internazionali o personalità politiche», ha scritto il giornale sudcoreano Dong-A Ilbo. Un altro blogger ha invitato a sdrammatizzare: «Per favore, ragazzi, smettete di credere che le nostre convenzioni confuciane siano una norma universale».
L’argomento, peraltro, non è solo un passatempo per i quotidiani di un Paese «esotico» come la Corea del Sud, di cui in Occidente ci occupiamo solo quando il vicino nordcoreano sconvolge la stabilità internazionale agitando lo spettro della guerra nuclear-missilistica.
Un dibattito simile fu sollevato nel 2008 sulla stampa della più antica e libera società del mondo: la Gran Bretagna. Allora, quando il sindaco di Londra Boris Johnson andò in Cina a prendere in consegna la bandiera olimpica nello stadio di Pechino durante la staffetta verso i Giochi del 2012, si presentò con la giacca sbottonata e una mano insaccata nella tasca della giacca. E i giornali inglesi scrissero che Boris aveva fatto fare al «British style» una pessima figura. Tralasciando il fatto che anche il principe Carlo, uomo raffinato, ha il vezzo di deformare la tasca delle sue giacche tenendoci infilata la sua mano.
Guido Santevecchi