Varie, 23 aprile 2013
Cartoline per Sette – Secondo un sondaggio realizzato da Skyscanner soltanto un turista su 20 invia a parenti e amici una cartolina dal luogo di vacanza
Cartoline per Sette – Secondo un sondaggio realizzato da Skyscanner soltanto un turista su 20 invia a parenti e amici una cartolina dal luogo di vacanza. A sostituirla sono foto e video spediti via mail o attraverso i social network. (La Stampa 18/4/2013) Prima cartolina: la Correspondenz-Karte, emessa dalle poste austriache il 1° ottobre 1869. La inventò un professore di Economia, Herrmann Emmanuel dell’accademia militare di Wiener Stadt. Le cartoline all’inizio furono usate per brevi comunicazioni al posto delle tradizionali lettere, la cui affrancatura costava di più. (La Stampa 18/4/2013) Le cartoline più vecchie, in color avorio: un lato per l’indirizzo del destinatario e il francobollo, l’altro per il messaggio (non più di venti parole). (La Stampa 18/4/2013) Le cartoline illustrate, con disegni, loghi e decori, inventate in Francia nel 1870 dal libraio Bernardeau de Sillé-le-Guillaume. Le fotografie sulle cartoline furono messe a partire dal 1891. Dal 1872 le cartoline illustrate servirono anche a pubblicizzare le bellezze di un luogo. Il primo Paese ad adottarle fu la Svizzera, grazie all’idea del tedesco Franz Borich. (La Stampa 18/4/2013) Soggetto probabilmente più rappresentato nelle cartoline di tutto il secolo scorso: il tramonto. (Orvar Lofgren, Storia delle vacanze, Bruno Mondadori) In Italia dal 1874 la Cartolina postale di Stato: con l’effigie del re, costava 10 centesimi per città e dintorni, 5 per le zone più lontane. A prezzo maggiorato, potevano essere personalizzate con disegni e fotografie. (La Stampa 18/4/2013) Costo di un francobollo per cartolina: 70 centesimi per l’Italia, 85 per i Paesi europei. (La Stampa 18/4/2013) L’Esposizione internaziona di cartoline postali illustrate ospitata a Venezia nel 1899. (La Stampa 18/4/2013) Per arricchire l’archivio fotografico del Corriere della Sera, il direttore Luigi Albertini invitò i lettori a spedire al giornale cartoline, così avrebbe avuto a disposizione almeno un’immagine per ogni città. (Serena Vitale, Il Sole-24 Ore 11/3/2001) Nel 1904, la popolazione svedese (circa cinquemila persone) imbucava oltre quarantotto milioni di cartoline. I francesi spediscono 350 milioni di cartoline l’anno, l’81 per cento dei quali d’estate. (Elvira Serra, Corriere della Sera 29/08/2011) Nel 2010 in Italia sono state mandate 35 milioni di cartoline, dieci in meno rispetto al 2006, e nel 1997 erano 120 milioni. (Elvira Serra, Corriere della Sera 29/08/2011) «Spedendo una cartolina a una persona cara le diciamo ti voglio bene alla vecchia maniera, in modo antico, quindi più sincero» (la psicologa Gianna Schelotto). (Elvira Serra, Corriere della Sera 29/08/2011) Collezionisti italiani di cartoline: circa 20mila. Soprattutto uomini con più di 50 anni. (La Stampa 18/4/2013) Angela Merkel, da bambina, collezionava cartoline, venendo per questo considerata eccentrica. Alle aste il prezzo di base delle cartoline più ricercate (quelle realizzate dagli illustratori francesi a inizio Novecento e quelle di propaganda politica risalenti al periodo della Repubblica sociale italiana) è di circa 3-4mila euro. (La Stampa 18/4/2013) Nell’estate del 1981 l’ufficio postale del Vaticano emise una cartolina commemorativa di Giovanni Paolo II del valore di 150 e 200 lire. Dopo nemmeno un’ora dall’apertura delle vendite, quelle da 200 lire furono ritirate perché, a causa di un errore di stampa, il Papa era senza il braccio destro. (Nino Lo Bello, Vaticanerie. Aneddoti e curiosità di una storia millenaria, Ancora 2000). L’ammiratrice di Gabriel Garko che tutti i giorni gli faceva recapitare due cartoline con la Madonna con su scritto: «Per il nostro paradiso». (Lavinia Farnese, Vanity Fair 26/10/2011) Il compositore Nino Rota scriveva, raramente, alcune cartoline con bellissima calligrafia. Le comprava ai musei, dove arrivava all’orario di chiusura fermandosi nei chioschi dell’ingresso: «È utile. Se poi riesco anche a entrare so subito cosa devo vedere senza perdere tempo». (Masolino D’Amico, Persone speciali, Aragno 2003) Il quadro L’origine del mondo di Courbet (genitali femminili in primo piano) al Musée d’Orsay di Parigi è il soggetto di cartolina più acquistato dai visitatori del museo, secondo soltanto al Moulin de la Galette di Renoir. Maurice Utrillo dipingeva paesaggi copiandoli dalle cartoline. L’inglese W. Reginald Bray sul finire dell’Ottocento ritagliò e spedì una cartolina a forma di volto: la scritta col nome del destinatario e il suo indirizzo andava a disegnare sopracciglia, baffi e ghigno. Un francobollo incollato al punto giusto sostituiva l’occhio, che un timbro postale ben assestato trasformava poi in un inconfondibile occhio nero. Un’altra volta al posto del nome del destinatario incollò la foto della destinataria, un’attricetta poco nota (per cui la cartolina tornò indietro). (Giuseppe Dierna, la Repubblica 15/7/2012) La cartolina chiamata “La scelta del postino”, creata da un adepto del movimento artistico Flexus nel nel 1967: i due lati sono identici, su entrambi è possibile scrivere due indirizzi diversi e affrancare. (Giuseppe Dierna, la Repubblica 15/7/2012) Quando Renato Guttuso riceveva una cartolina con scritto “SSSS”, mandava a prendere l’amico, pittore e fotografo, Tano Festa. Che voleva dirgli: «Sono Sempre Senza Soldi». (Silvia Casanova, Oggi 15/9/2010) Curzio Malaparte in viaggio spediva cartoline al cane levriero Febo, rimasto a Capri. Prima, però, se le metteva sotto l’ascella, per mandargli il suo odore. Sull’indirizzo scriveva: «Febo Malaparte, Capri». (Amica n.19 del 08/05/2002) Brahms, in vacanza a Sanremo, scrisse ai figli degli amici Fellinger due cartoline che potevano però esser lette solo se accostate una all’altra. (Piero Buscaroli, Il Giornale, 17/05/1997) In viaggio negli Stati Uniti, da ogni città André Citroën (fondatore dell’omonima casa automobilistica) spediva una cartolina ai figli con su scritto: «Tata, tatatata, tatata...» (la trascrizione della musichetta che cantava loro tutte le sere). (Jacques Wolgesinger, André Citroën, Lupetti Milano 2003) Le cartoline erotiche appese alla parete del bagno di Neruda (Giuseppe Scaraffia, Sette 20/7/2012) A un certo punto s’inventarono il sito Mydaycards per inviare cartoline da ogni luogo del mondo, così da far credere ad amici e parenti di aver passato le vacanze in luoghi esotici. (Vanity Fair 21/10/2004) Sull’iPhone l’applicazione Postino che permette di scattare foto e spedirle come fosse una cartolina tradizionale. Le immagini vengono stampate su carta ad altissima qualità e spedite in tutto il mondo in pochi giorni. (Elvira Serra, Corriere della Sera 29/08/2011) Il rapinatore di banche altoatesino Max Leitner evase quattro volte da carceri sempre diverse. Aveva l’abitudine di spedire cartoline ai giornali locali fingendosi ai tropici o in Sudamerica per farsi beffe degli investigatori che lo stavano cercando. Un certo Chet Firch, aiutato da un’amica, spedì cartoline ad amici e parenti da morto. Poco prima di spirare, le consegnò alla donna dicendole: «Imbucamele tu, il prossimo Natale». La firma: «Chet Firch, Paradiso». (Massimo Gramellini, La Stampa 27/12/07) «Le cartoline sono un’arte povera, ma ci si può ricavare un po’ di poesia» (Guido Ceronetti). (Giulio Benedetti, Corriere della Sera 8/6/2000)