Annalisa Cuzzocrea, la Repubblica 23/4/2013, 23 aprile 2013
“CACCIAMOLO, È ANDATO IN TV DALLA D’URSO” GOGNA IN STREAMING PER IL SENATORE GRILLINO
ROMA — Il processo comincia alle sette di sera. Dopo aver compilato una nota per dire che il Movimento «non prende lezioni» da Giorgio Napolitano, i parlamentari 5 stelle - riuniti insieme alla Camera - passano al primo punto all’ordine del giorno: la proposta di espulsione del senatore Marino Mastrangeli, colpevole di essere andato troppo in tivù. La richiesta passa con 62 sì, 25 no e 3 astenuti. Non ci sono tutti, i grillini. Non tutti pensano sia un evento degno di nota (dopo l’insediamento del presidente della Repubblica, la sconfitta alle regionali del Friuli, la fallita chiamata a Roma del popolo contro il «golpetto istituzionale»).
Quelli che ci sono, però, sono tutti contro di lui. Anche chi lo difende, Mastrangeli, lo fa «perché altrimenti otterrà quello che vuole: un posticino comodo al gruppo misto, lo stipendio da parlamentare e la medaglia di vittima del Movimento». Poliziotto congedato per motivi di salute, eletto a Frosinone, il senatore ha passato i giorni dell’elezione del capo dello Stato a cercare di farsi intervistare. Da agenzie, televisioni, radio. Per dire tutto il suo sdegno contro Vito Crimi, che gli ha rubato un’apparizione a Porta a Porta («Avevo registrato un’intervista bellissima, lui invece si è anche seduto sulla poltroncina di Vespa. Proporrò di espellerlo»). Per ripetere che nel regolamento non c’è scritto da nessuna parte che non si possono fare interviste a titolo personale («L’ho fatto scrivere perfino nei sottopancia, che parlo per me»). Per ricordare che bisogna solo «evitare», di andare ai talk show («Non ho mai accettato contraddittori»).
Queste cose le ripete anche al “processo”. Vestito scuro, cravatta gialla, è seduto al tavolo del moderatore accanto alla senatrice Elisa Bulgarelli, un’emiliana bionda e bonaria che deve riprenderlo più volte. Perché parla, si digli batte, risponde, attacca. Marino è solo contro tutti: «Sono come Bruce Lee, ne atterro cinquanta alla volta, ma essere processato per il gravissimo delitto di intervista giornalistica mi sembra una farsa». L’“accusa” è rappresentata dal capogruppo al Senato. «Non lavora, non viene alle riunioni. La seconda volta che è andato da Barbara D’Urso a Pomeriggio 5- racconta Crimi - l’abbiamo scoperto da un tweet che lo mostrava sullo schermo. Eppure avevamo detto di avvertirci». E Roberta Lombardi: «L’altro giorno è venuto come tuo collaboratore un avvocato romano sedicente attivista che mi ha querelato per percosse, ingiurie e intimidazioni a gennaio. Agirò in sede legale». Di Battista: «Non sei da Movimento, quando si tratta di dare tutto tu non dai niente. Quando dovevamo placare la folla eri in giro per le tv». Walter Rizzetto prende la parola: «Non diamogli quello che vuole. Questo streaming lo sta rendendo un eroe». Gli unici un po’ più comprensivi sono i romani Stefano Vignaroli, che la tv la faceva da tecnico («Spero che l’entusiasmo dei talk show verso di lui vada scemando e inizi a fare il parlamentare»), e Adriano Zaccagnini («Il gruppo dovrebbe abbracciarlo e gestirlo diversamente. Gli chiedo un’autocritica, ma se lui diventa il capro espiatorio si apre la gogna mediatica»). Paola Taverna: «Ha bisogno di restare nel Movimento per imparare cos’è il Movimento ». E il sardo Roberto Cotti: «L’espulsione è una scemenza. Può fare più danni fuori che dentro ». Giulia Grillo si arrabbia: «Io ti avevo chiesto di stare una settimana senza tv e tu sprezzante mi hai risposto che te ne saresti fregato ». Lui prova a interrompere, lei se la prende: «Vedete quant’è democratico? Viene fuori il vero carattere, prendi in giro fino a un certo punto». Siparietto con Alberto Airola (operatore tv di Torino): «Sai benissimo cosa pensiamo della televisione». «Tu lo pensi ». «In vent’anni di tv ho visto cadere i migliori retori. Perché non sei andato alla Cosa se volevi parlare? ». «Non mi avete invitato, ci vado domani», prova lui. Ma è tardi. I toni si alzano. Sulla bagarre, lo streaming si interrompe. Il voto affossa Mastrangeli e grazia Crimi (per una sorta di par condicio si è votata anche la sua espulsione). Ora c’è l’“appello”, il voto degli iscritti al portale. Che però, a giudicare dai commenti sul blog, non cambierà le cose.