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 2013  aprile 11 Giovedì calendario

APPUNTO TEMPO SCADUTO

Matteo Renzi comincia anche a dare un pochino sui nervi. Gli si è costruita attorno un’aura da predestinato e da eletto (in senso mistico) e però lui, in attesa dell’evento, nei giorni dispari lo intravedi da «Amici» mentre nei pari, umilmente, ti ricorda che però intanto «deve fare il sindaco di Firenze». Lui non ha fretta, rispetta le regole, ha perso le primarie e allora eccetera, è corretto, collabora, non sgomita. Ora: può anche darsi che in tattica e in strategia Matteo Renzi faccia le scarpe a Che Guevara, ma di eterna tattica ed eterna strategia (un attendismo a oltranza, in pratica) in questo Paese ne sono già schiattati tanti: soprattutto in quell’area vagamente democristiana con cui il nostro ebbe a familiarizzare da giovanissimo. Qualcuno dei suoi consulenti dovrebbe ricordargli che la vita (anche quella politica) è ciò che succede mentre tu stai facendo altri piani: e ciò che succede adesso, cioè ora, è che c’è un Paese che sta andando a catafascio tra l’impotenza di vecchi arnesi della politica e l’intraprendenza di giovani dementi dell’antipolitica. Ci sarebbe da prendersi qualche responsabilità, grazie: che non sono responsabilità verso Firenze, e non sono neppure responsabilità verso il Pd: sono responsabilità nei confronti di tutto un Paese che nessuno potrà guidare senza strappi e senza passaggi indolori. Passare alla storia solo come il Cesare di Pierluigi Bersani pare un po’ poco.