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 2013  aprile 09 Martedì calendario

UNA DONNA TIENE BERLINO PULITA

È facile fare dell’ironia maschilista. Berlino è una città pulita perché la scopa la tiene in mano una donna, Frau Vera Gäde-Butzlaff, come una casalinga sempre pronta a lucidare e a spolverare casa sua. Sarà, ma occorre il talento di un manager energico e avveduto per governare la Bsr, che sta per Berliner Stadtreinigung, alla lettera la società delle pulizie berlinesi.

La capitale ha tre milioni e mezzo di abitanti, quanto Roma, ma è più vasta, i palazzi sono in genere più bassi, le strade più larghe, molti i parchi e le vie d’acqua. Una metropoli circondata da boschi, è facile imbattersi in cinghiali, volpi, orsetti lavatori che se ne vanno a spasso tra bus e biciclette.

Non è un compito facile. La città appare pulita, non come Dresda o Stoccarda, che vantano il primato in Germania, ma abbastanza pulita in confronto ad altre metropoli europee. Merito dei prussiani, ossessionati dall’ordine? Frau Vera non cade nei pregiudizi. Anzi, i berlinesi non godono una buona fama. «E la grande città», osserva lei, «offre l’alibi dall’anonimato. È più facile peccare senza essere visti». Nei piccoli centri i vicini ti controllano, e ti comporti meglio.

Gran merito va all’organizzazione della Bsr. Il primo giorno dopo la nomina, nel 2007, la «capa» è salita all’alba su uno dei 200 mezzi della società, e si è messa al lavoro con la tuta arancione, la divisa dei suoi Müllmänner, spazzini o lavoratori ecologici, che sempre più sono Müllfrauen, donne come lei. Ha sollevato bidoni e ha controllato i tempi.

Nata nel 1954 in Bassa Sassonia, è arrivata a Berlino a 19 anni per andare all’università, ha studiato diritto, ha cominciato in magistratura, per finire poi nell’amministrazione pubblica. È sposata con un insegnante, e ha una figlia. L’hanno scelta per le sue doti, è orgogliosa di non possedere alcuna tessera di partito. La sua giornata lavorativa tipo va dalle 8,30 alle 23.

Nella mia Roma, dove vivo poco, ahimé, i primi contenitori sono a 200 metri da casa, per rispettare i turni della raccolta, dividendo la spazzatura, avrei bisogno di una stanza da trasformare in pattumiera. A Berlino, nel cortile avrò più di una dozzina di bidoni a disposizione, da quello per i vetri bianchi divisi dai vetri colorati, per i giornali e per la carta da imballaggio, per la plastica, e per gli apparecchi elettronici da smaltire. Dovrei essere un sabotatore per mischiare i generi. Non pago direttamente, il conto va al condominio che lo suddivide tra gli inquilini in rapporto ai mq di ogni abitazione. I cestini per strada sono sempre quasi vuoti per accogliere le cartacce, i biglietti del tram usati o i mozziconi di sigaretta. Sono 21 mila in tutta la città. Non si vedono mai contenitori strapieni come da noi. Inutile precisare che le strade più sporche sono quelle turistiche: chi viene da fuori non si comporta bene, o è troppo stanco per essere coscienzioso.

Ogni giorno vengono raccolte quasi 16 mila tonnellate di spazzatura, poco meno di un milione all’anno. La Bsr ha 5.464 dipendenti e un bilancio di 487 milioni di euro. E un attivo nel 2011 di 25 milioni, un miracolo per i colleghi europei di Frau Vera. Le paghe non sono male: al primo impiego, secondo il settore, si guadagna già tra i 1.800 e i 2.100 euro. La signora della Bsr guadagna 310 mila euro all’anno, 10 mila in più dell’altra donna che fa funzionare la città, Sigrid Nikutta, capa dell’azienda dei trasporti, e 70 mila in più della Cancelliera. «Ma guadagno sei volte più della media aziendale», precisa Frau Vera, «un rapporto che mi sembra adeguato, non come nelle altre grandi industrie».