Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  aprile 07 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA LEGA SI SPACCA A PONTIDA


VERONA - Quella di oggi non è stata la ’solita’ Pontida. La frattura tra chi sta sopra e sotto il palco va oltre l’immagine retorica, è quasi visibile. Chi sale a parlare lo sa, avverte questa tensione mai sentita prima nei raduni della Lega. E prova a dare la colpa ad altri: "Siamo qui in tanti, abbiamo smentito i gufi che volevano la Lega finita e divisa: andate a quel paese, giornalisti di regime!", dice Roberto Maroni dal palco, dove ha aggiunto: "siamo qui per testimoniare la nostra unità, il nostro grande progetto di macroregione" per "per realizzare il nostro grande sogno, la Padania". Ma la macroregione è ancora un’idea, mentre i cartelli con la faccia di Maroni e il naso da pinocchio sono una realtà. Il segretario sceglie di guardare oltre le divisioni e dice: "Con l’unità il movimento può ottenere risultati concreti e il risultato concreto è uno solo: la nostra libertà".
Ma c’è chi mantiene lo sguardo dentro i confini del partito: Umberto Bossi. Che ha delle certezze: "Chi ha detto che tutto va bene è un leccaculo" E però mette pace, perché in una giornata del genere soffiare sul fuoco scatenerebbe un incendio devastante per tutto il partito: "Tutto è ancora rimediabile", aggiunge Bossi dal palco del raduno nel luogo mitico per il movimento dei lumbard. Poi ha lanciato la sua proposta: "Ogni anno la base dovrà dare un giudizio sui suoi eletti. Non possiamo dipendere solo dal Consiglio Federale". Dispiaciuto. Così si è definito Bossi. Dispiaciuto che la base del Carroccio a volte venga "trattata un po’ male". "La base - ha spiegato - non ha gli strumenti per difendersi. Le cariche non possono essere eterne - ha aggiunto - e non può essere solo il consiglio federale a fare scelte programmatiche". E Maroni "ha torto: bisogna combattere anche a Roma".
Ma inizia con un colpo a effetto Maroni. Mostra alcune buste contenenti "i diamanti di Belsito", e nel dare l’annuncio ha ricordato l’impegno preso un anno fa quando la Lega venne travolta dalle inchieste sulla gestione dell’ex tesoriere. E poi invita i segretari nazionali a consegnare i 13 diamanti alle "sezioni più meritevoli".
La giornata a Pontida è iniziata storta. Con tensioni tra militanti bossiani e maroniani (VIDEO). Un gruppo di sostenitori di Umberto Bossi hanno mostrato dei manifesti con il segretario del Carroccio Roberto Maroni raffigurato come Pinocchio. Immediate le reazioni di altri militanti veneti, vicini a Maroni e al sindaco di Verona Flavio Tosi. Tra i due gruppi di militanti ci sono stati spintoni e insulti. La situazione sarebbe degenerata in rissa se il servizio d’ordine del Carroccio non fosse intervenuto a calmare le acque. Alcune signore si sono sentite male per via della calca. Dopo una decina di minuti la situazione è tornata alla normalità.
"Io ho fatto la Lega non per romperla", ha continuato Bossi dopo aver invitato i militanti, che avevano fischiato Flavio Tosi, a evitare contestazioni. "Quando vi dicono che la Lega è rotta non pensate che sia vero", ha affermato il presidente. "Niente insulti, niente fischi - ha detto rivolto alla base - non fate felice la canaglia romana".
Ma niente ha impedito a un nutrito gruppo di militanti veneti di fischiare il sindaco di Verona Flavio Tosi per la durata del suo intervento. "Fuori, fuori" gli hanno urlato. "Tosi, Tosi" hanno risposto gli altri militanti.
Per il sindaco di Verona, anche segretario della Lega in Veneto, Pontida è comunque "una bella manifestazione". "Finalmente si torna a programmi concreti, a parlare di macroregione, a spiegare che cosa e quali vantaggi può comportare, in che tempi si può realizzare. Si dà forse di nuovo un segnale e un motivo di speranza alla nostra gente, che evidentemente era rimasta delusa da tanti anni di obiettivi che, per un motivo o per l’altro, non erano stati raggiunti. Adesso finalmente si può vedere qualcosa di raggiungibile", ha detto Tosi.
Che per l’occasione, è tornato a smentire tensioni fra lui e il governatore Zaia: "Con Luca ci sentiamo quasi tutti i giorni - ha spiegato - . E’ chiaro che non siamo tutti uguali, però poi tra persone di buon senso ci si parla e si trova una sintesi, andiamo a Pontida insieme".
Sui programmi e i proclami resta in realtà come convitato di pietra la spaccatura fra i fedeli a Umberto Bossi e i maroniani, nata dopo le mancate dimissioni del governatore dal vertice della segreteria. Lo striscione più grande finora esposto al raduno recita: "Umberto Bossi la Lega sei tu". Un altro, in fondo, ha la scritta "Italia di merda, secessione". Sotto il palco, invece, sono state adagiate le scritte con tre nomi: "Bossi - Pontida - Maroni".
(07 aprile 2013)

DAL VIDEO MARONI COL NASO LUNGO I CRETINI CI SONO DAPPèERTUTO. MARONI BUGIARDO PERCHE HA DETTO CHJE SI DIMETTEVA CHE SIA SE SI
LA SIGNORA VOTINO NON MI SEMBRA TANTO PADANA E NEANCHE IL SENATORE CHE HANNO ELETTO IN CALABRIA
SE BOSSI HA IL CERCHIO MAGICO MARONI HA IL TRIANGOLO ESOTERICO
BOSSI È LA LEGA E DEVE CONTINUARE A GUIDARLA

CORRIERE.IT
La Lega si riunisce nel suo santuario per eccellenza, Pontida. Per la ventottesima volta nella sua storia (ma l’anno scorso, dopo lo scandalo dei rimborsi elettorali, si saltò un turno). Nel luogo sacro» cerca di riaffermare una unità perduta dopo il rinnovamento. Almeno è quello che pensano molti osservatori e che traspare anche da un clima mutato rispetto al passato. Qualche tensione tra bossiani e maroniani ad esempio: i primi hanno esposto uno striscione che rappresentava il segretario del partito, raffigurato come Pinocchio. Sono volati insulti e anche qualche spintone fra una ventina di militanti, prima che si tornasse alla calma. Mentre il sindaco di Verona Tosi è stato contestato durante il suo intervento. Ma dal palco sono venuti appelli incessanti e forti all’unità. A partire da Bossi: «Non ho fatto la Lega per distruggerla. Semmai serve migliorarla. Tenetevi la mano come fratelli, restiamo uniti»

Tensioni tra bossiani e maroniani

L’INTERVENTO DI BOSSI - E lo stesso Bossi, una volta arrivato in loco, a chi gli chiedeva se fosse la solita Pontida, ha risposto: «No...». Salito sul palco, il padre del partito si è prodigato in un intervento sostanzialmente pacificatore. Premettendo che «chi ha detto che tutto va bene è un leccaculo. Bisogna risolvere i problemi di democrazia all’interno della Lega».

Bossi a Pontida: «Non dobbiamo dividerci»
Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto
A 0 persone piace questo contenutoA 0 persone non piace questo contenuto
28
Invia contenuto via mail
Link:


«NON HO FATTO LA LEGA PER ROMPERLA»- Bossi ha poi invitato il movimento all’unità: «Non diamogli questa soddisfazione alla canaglia romana, non litigate tra di voi fratelli padani, datevi la mano. Non ho fatto la Lega per romperla». Su Maroni, il senatur dice che «sbaglia quando dice ’ce ne stiamo al Nord e ce ne freghiamo di Romà. Dobbiamo combattere su tutti i fronti, anche a Roma: voglio vedere cosa facciamo se non ci danno più i soldi».
Bossi: «Chi dice che va tutto bene, sbaglia»

SALVINI: «NO ALLE DIVISIONI»- E sulle «fratture» era intervenuto anche Matteo Salvini. «Noi siamo qui e la risposta è la gente: se qualcuno ha voglia di dividere si autoesclude. Sul prato ci sono leghisti non ’bossianì e ’maronianì; lasciamo ai giornali queste cose». Ora la grande attesa è per l’ex ministro degli Interni, atteso a momenti sul palco immerso nel pratone.
Maroni: «I diamanti di Belsito sono vostri»

MARONI CONTRO I «GUFI» - Gufi smentiti: noi non siamo divisi. «Non siamo qui per scherzare». «La Lega è immortale». E «Questa è una giornata che segna una svolta storica». È un crescendo di mitologie leghiste, parole sprezzanti per Roma, e forte identità padana l’intervento di Roberto Maroni che attacca tutti quelli che avevano dato la Lega per finita. «Andate tutti a quel paese giornalisti di regime, noi siamo tutti qui per il nostro progetto: prima il nord». Su palco di Pontida Maroni passa alle strategie con parole che risuonano venti di federalismo: «Abbiamo una strategia che passa dalla conquista delle regioni del Nord per realizzare il nostro grande sogno: la Padania, la grande regione del nord» ha aggiunto Maroni «dopo gli scandali siamo riusciti a recuperare, i veri diamanti della Lega sono i militanti». «Eccoli qui i diamanti di Belsito», dice il presidente della Regione Lombardi: 13 diamanti per 10 mila euro alle sezioni e ai militanti. Maroni passa poi alle "parole d’ordine" sul "territorio" con un «Basta al consumo», «salvaguardia dell’ambiente senza penalizzare i nostri imprenditori». Alle tasse: «Trattenere in Lombardia il 75 per cento delle tasse». E l’impegno «a superare i vincoli imposti da Roma».

GUERRA A ROMA E PATTO DI STABILITA’ - «Se serve, faremo la guerra a Roma e al governo: servirà ve lo assicuro». Ripete Roberto Maroni: «Quando combattiamo, combattiamo fino in fondo». E attacca Roma: «Hanno fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del sud che non li hanno. I nostri comuni i soldi li hanno. Ecco il grande inganno del governo che deve andare subito a casa». Nel suo intervento, il Governatore lombardo ha illustrato la mozione che ha firmato insieme ai colleghi leghisti di Piemonte e Veneto. Al primo punto, i tre Presidenti di Regione si «impegnano solennemente», si legge, a «rinegoziare con il Governo, entro il 31 dicembre 2013, il patto di stabilità interno, il fiscal compact e i livelli di pressione fiscale». «Diamo tempo per trattare fino al 31 dicembre e lottiamo», ha affermato Maroni.

ALZATO IL VOLUME DELLA MUSICA PER COPRIRE LE CONTESTAZIONI E I FISCHI. BOSSI HA CHIESTO I CONGRESSI. I PROBLEMI INTERNI ALLA LEGA RESTANO: ESPULSIONI, COMMISSARIAMENTI, MILITANTI DI LUNGA DATA SCRIVONO A SEGRETARI LETTERE DI PROTESTA, PIAZZA PIù CALDA E IL VENETO, BOSSI PIù FORTE, SFIDUCIATO SEGRETARIO DI TREVISO VICINO A FLAVIO TOSI