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 2013  marzo 02 Sabato calendario

TREDICI ANNI DI CASSANATE

Il termine Cassanata fu coniato da Fabio Capello a Roma e dopo una delle tante esondazioni (verbali e non) di Antonio Cassano, calciatore di talento assoluto con i cosiddetti 5’ sparsi in qua e in là. Il termine Cassanata dà l’idea di un’intemperanza, di una parola fuori posto, di una «sclerata», di un colpo di genio al contrario di FantAntonio lungo la sua lunga carriera di calciatore nelle varie squadre in cui ha militato.
Gli esordi Si comincia addirittura nel 2001, quando l’Antonio Cassano dell’Under 21 viene lasciato in panchina contro la Romania e il giorno seguente lascia il ritiro. «Striscia la notizia» lo raggiungerà per consegnarli un provolone, lui reagisce, tira una manata alla telecamera ma alla fine accetta sorridendo. Ai tempi della Roma, Cassano non si presentò agli allenamenti diretti da Fabio Capello e in Coppa Italia (il 31 maggio 2003 nella finale di ritorno fra Roma e Milan) viene espulso e - prima di uscire - fa il gesto delle corna verso l’arbitro Rosetti: totale della squalifica, 2 giornate più altre 2 date successivamente.
L’imitazione e il vaffa Poi si ricordano una manata in faccia a Chiellini, l’imitazione proprio di Capello ritrovato al Real Madrid, tappa bruciata malamente: nel 2006 c’è una ribellione con tanto di punizione per «indisciplina» in seguito alla ribellione del giocatore per non essere stato schierato in Real Madrid-Terragona. Il ritorno in Italia è alla Sampdoria, e il gesto più plateale avviene durante Sampdoria-Torino, gara in cui i nervi del giocatore saltano quando l’arbitro Pierpaoli estrae il cartellino rosso (immeritato): seguono un paio di «vaffa» da parte di Cassano, la svestizione e il lancio della maglia e un invito a Pierpaoli stesso a «incontrarsi» dopo la partita. Di fatto la storia più triste avviene nei confronti di Riccardo Garrone (scomparso da poco, una scomparsa che ha toccato tantissimo Antonio): volano parole irrispettose che di fatto gli costano l’addio alla Samp.
Soldatini E’ Milan: primo anno bene, poi i problemi (risolti) al cuore, quindi il mal di pancia e il passaggio all’Inter. In mezzo, l’exploit in Nazionale quando attacca i gay. Con i nerazzurri, un attacco alla Juventus («Son tutti soldatini»), alcuni al Milan e tanta serenità: fino a ieri. Poi domani chissà.