Elena Dusi, la Repubblica 13/1/2011, 13 gennaio 2011
ROMA - Un giorno nel nostro passato fra mente e occhi si creò un legame. E l´uomo imparò a esprimere con una lacrima tutto ciò che non era capace di dire a parole
ROMA - Un giorno nel nostro passato fra mente e occhi si creò un legame. E l´uomo imparò a esprimere con una lacrima tutto ciò che non era capace di dire a parole. Da allora la nostra specie - e solo lei - ha la curiosa e inspiegabile caratteristica di piangere quando si emoziona. A esplorare i segreti di questo comportamento, senza apparente fondamento dal punto di vista evolutivo e che Darwin si sforzò inutilmente di decifrare, si è dedicato oggi Michael Trimble, neurologo del National Hospital Queen Square di Londra. Il suo libro Why humans like to cry: tragedy, evolution and the brain (Perché agli uomini piace piangere: tragedia, evoluzione e cervello) spiega che le lacrime rafforzano l´empatia fra gli individui, rinsaldano i legami del gruppo e contengono sostanze chimiche impercettibili all´olfatto ma in grado di trasmettere messaggi alle persone vicine. Non è nemmeno un caso che quando a parlare sono gli occhi inumiditi, la bocca non sia in grado di proferire parola. Lo stereotipo secondo cui le donne sono di lacrima facile è confermato da Trimble: il sesso femminile piange di emozione 5,3 volte al mese contro le 1,4 di quello maschile. Anche intensità, durata e rumorosità dei singhiozzi sono superiori fra le donne, con la differenza fra i sessi che inizia a comparire all´età della pubertà. Non è un caso che l´empatia, la capacità di identificarsi con le emozioni altrui, sia mediamente superiore nelle donne. Un esperimento condotto in Israele nel 2011 e pubblicato su Science dimostrò che una fialetta di lacrime versate da una donna e fatte annusare a un uomo riduce il livello di testosterone nel sangue, estinguendo le velleità di aggressione o accoppiamento. L´idea che le lacrime siano un vero e proprio linguaggio - cui il cervello è sensibile a livello subliminale e che è più forte di mille parole - ha soppiantato altre teorie ritenute valide in passato ed elencate da Trimble. Alla domanda "perché piangiamo?" gli psicoanalisti vicini a Freud rispondevano che singhiozzare è una difesa dalle pulsioni interne troppo forti. Sfogarsi serve a far tornare in equilibrio emozioni scosse da momentanee tempeste. Prima ancora si ipotizzò che attraverso le lacrime il corpo si liberasse da sostanze chimiche tossiche accumulate per via dello stress. A seconda infatti che si pianga per un dolore fisico o un´emozione, la composizione chimica delle gocce che scivolano lungo le guance varia leggermente. Nel secondo caso la concentrazione di alcuni ormoni prodotti dall´organismo in situazioni di stress è maggiore. La funzione catartica delle lacrime viene spiegata anche con la sensazione frequente di sentirsi meglio dopo un bel pianto. E fra gli effetti sgradevoli che alcuni malati di depressione curati con Prozac lamentano, paradossalmente, c´è proprio l´incapacità di versare lacrime. La teoria più accreditata al momento è dunque che le lacrime siano il frutto della facoltà prevalentemente umana dell´empatia. Molti animali piangono in risposta al dolore fisico o per proteggere e lubrificare la parte esposta degli occhi. Ma solo gli uomini hanno stabilito nel corso dell´evoluzione quel legame fra occhi e cervello che trasforma le lacrime in un linguaggio inedito e valido (con qualche leggera differenza) in ogni cultura. La comprensione della lingua delle lacrime non nasce con noi. Il pianto dei neonati nelle prime settimane di vita è un semplice richiamo per spingere la madre a occuparsi del suo cucciolo. Occorrono varie settimane perché ai vagiti si associno le lacrime vere e proprie e perché i bambini imparino a modulare il loro pianto per ottenere ciò che vogliono da mamma e papà, manipolando comportamento e sentimenti altrui. Una volta imparata, la lingua delle lacrime è anche associata all´apertura democratica di un Paese. Citando lo studio dello psicologo olandese Ad Vingerhoets, Trimble spiega che i cittadini delle democrazie economicamente avanzate e situate in climi miti piangono (o ammettono di piangere) più di chi vive sotto a una dittatura. Con l´Italia in buona posizione, abituata a versare lacrime copiosamente e senza vergogna.