Fabio Sindici, La Stampa 1.12.12, 2 dicembre 2012
ALBA DORATA IN GRECIA
“Polizia alleata dei picchiatori Ad Atene è tornato il terrore”
Lo scrittore Psarras: agenti fra i violenti di Alba Dorata
Nei caffè della bohème studentesca nel quartiere di Exarchia, ad Atene, come nei blog della galassia dei gruppi anarchici e insurrezionalisti greci, si avverte un allarme nuovo. E un brivido. È la paura che la polizia possa passare nomi e indirizzi delle persone fermate durante le manifestazioni ai militanti di Chrysi Avgi (Alba Dorata), il partito di estrema destra responsabile di una recente escalation di violenza verso gli immigrati e gli oppositori. E che oggi, nei sondaggi, è il terzo partito greco. Nei giorni passati, diversi manifestanti arrestati hanno raccontato di essere stati minacciati da funzionari della polizia con lo spauracchio di Alba Dorata. «Gli daremo i vostri indirizzi e numeri di telefono», avrebbero detto. La polizia greca ha smentito.
«In realtà non c’è nessuna ragione perché i poliziotti dei reparti antisommossa dovrebbero passare questi dati agli uomini di Chrysi Avgi, visto che si tratta, alla fine, delle stesse persone» spiega Dimitri Psarras, giornalista di lungo corso e autore di un libro, «La Bibbia Nera dell’Alba Dorata» (edizioni Polis), appena pubblicato in Grecia, che racconta le origini e la resistibile ascesa del partito di Nikolaos Michaloliakos. «Gli schedari della polizia sono aperti per Alba Dorata: durante gli scontri di piazza si spalleggiano gli uni con gli altri», dice lo scrittore. «Alle ultime votazioni, il 40% dei poliziotti ha votato per questo partito. Si tratta di dati verificabili, perché i poliziotti, che si concentrano per la maggior parte ad Atene, votano in seggi riservati solo a loro. Non solo: nei reparti speciali della polizia ci sono membri delle squadre paramilitari del partito».
Sono, secondo lo scrittore, gli stessi che, in maglietta nera, controllano i permessi degli stranieri e rovesciano i banchetti illegali ai mercati, che si scontrano in piazza con gli anarchici, che gridano slogan neo-nazisti. Le identità dei poliziotti non vengono controllate? «C’è omertà all’interno delle forze di polizia e non si conoscono i nomi dei membri dell’ala militare di Alba Dorata. Si tratta di persone che a volte non sono neppure iscritte al partito. Del resto, non è chiaro neppure il numero degli iscritti, l’ultima volta che sono stati registrati erano 200, ora devono essere migliaia, i dirigenti da 4 sono diventati 20 e il partito ha 18 rappresentanti che siedono in Parlamento».
Sono molti i lati poco conosciuti di Alba Dorata. A cominciare dal nome. «Anche se ufficialmente viene fatto passare per una creazione poetica, il riferimento all’Ordine Ermetico della Golden Dawn (Alba Dorata, appunto, ndr), una setta esoterica esistita in Inghilterra alla fine dell’800, è evidente e risulta dagli opuscoli interni riservati ai dirigenti», racconta Psarras. La Golden Dawn aveva tra i suoi membri poeti come W. B. Yeats, ma anche uomini politici e aristocratici legati dalla passione per l’occultismo. Una parte di questi più tardi intrecciò rapporti con la tedesca Società di Thule, setta a sfondo esoterico, l’incubatrice del nazionalsocialismo. «Ho visto documenti interni in cui si inneggia a Alfred Rosenberg, l’ideologo della razza, e progetti deliranti, come quello di una riforma del calendario che parta dalla nascita di Adolf Hitler. Il capo indiscusso, Michailoliakos, da giovane è stato arrestato per attività terroristiche in gruppi vicini all’italiano Ordine nuovo».
Ci sono legami con il vecchio regime dei colonnelli? «Il numero due di Alba Dorata, Kristos Papas, è figlio di uno dei maggiori esponenti della dittatura. Sono forti anche i legami con l’esercito: Michaloliakos è stato ufficiale dei commandos, congedato con disonore per aver sottratto esplosivi e armi destinati ad attentati». Di recente, Antonis Samaras, il primo ministro, ha paragonato l’atmosfera in Grecia a quella degli ultimi anni della Repubblica di Weimar. «Ci sono molte similitudini, dalla feroce crisi economica, all’ascesa degli estremismi. Ma il contesto storico è diverso. Michaloliakos e i suoi stanno attuando una sorta di strategia della tensione come quella che avete conosciuto in Italia negli anni 70. Ma alcuni esponenti conservatori sono già tentati dall’idea di formare una coalizione con Chrysi. E il partito riceve finanziamenti dai grandi armatori: in parlamento hanno proposto esenzioni fiscali per il settore».
I militanti pattugliano le strade dei quartieri ad alta densità criminale. È una delle ragioni del suo successo? «La ragione principale è la mancanza di speranza: molti greci pensano di punire una classe politica inetta votando Alba Dorata. E poi diversi attivisti vengono da bande criminali. È il paradosso di Alba Dorata: è il primo partito nei ranghi della polizia e nelle prigioni».