Morya Longo, Il Sole 24 Ore 17/11/2012, 17 novembre 2012
IL «FIUTO» DELLE SOCIETÀ ISRAELIANE A WALL STREET
Quando mercoledì scorso Israele ha avviato la massiccia operazione anti-terrorismo a Gaza, il mondo è tornato a preoccuparsi per la questione palestinese. I giornali sono tornati a parlarne, la politica a discuterne, le diplomazie a lavorare. C’è solo un posto dove le preoccupazioni sembrerebbero essere iniziate con qualche giorno d’anticipo: a Wall Street. Sarà un caso, ma molte società israeliane quotate nel tempio della finanza avevano iniziato a perdere terreno in Borsa già qualche giorno prima. Come se l’eco dei raid, prima che a Gaza, abbia risuonato a Wall Street.
Prendiamo il caso del gruppo israeliano Gazit-Globe. Da agosto le sue azioni, quotate nella Borsa Usa, sono salite: da allora, fino al 10 novembre, hanno guadagnato il 27,7%.
Poi la svolta: dal 10 novembre ad oggi hanno perso il 5,6%, con i ribassi maggiori il 14 novembre (giorno del raid) e il 13 novembre (il giorno prima). L’intera Wall Street era stata negativa il 13 novembre (-0,4%), ma Gazit-Globe (-1,39%) è andata molto peggio. E un po’ tutte le società israeliane quotate sui listini Usa, tranne qualche eccezione, si sono mosse così. Teva Pharmaceutical viaggiava più o meno stazionaria da luglio. Ma il 13 novembre ha perso l’1,79% e il 14 (dopo i raid) il 2,15%. E che dire di Tat Technologies, anch’essa israeliana e anch’essa a Wall Street? Il 12 novembre saliva del 7%, e il 13 ha perso più del 3 per cento.
Forse sono solo coincidenze. O forse era possibile fiutare in anticipo i raid, dato che anche nel 2008 – dopo le elezioni americane – Israele aveva dato il via a un grande attacco. Eppure a pensare male si fa peccato, ma a volte non si sbaglia...