Rosaria Talarico, La Stampa 17/11/2012, 17 novembre 2012
GLI ITALIANI SCELGONO L’ACQUA DEL SINDACO MINERALI BATTUTE
[Le aziende: “Ora analisi più trasparenti”]–
Anche l’acqua di rubinetto - ormai per tutti «l’acqua del sindaco» - depura, disseta ed è povera di sodio. Non è la marca a garantire la qualità dell’acqua. Anche se i milioni di euro spesi in marketing dalle aziende imbottigliatrici spesso riescono a far dimenticare questo aspetto ai consumatori. Per renderli più consapevoli delle caratteristiche e della bontà dell’acqua di casa, Coop e Federutility (la federazione delle imprese energetiche e idriche) hanno lanciato la campagna «Sull’acqua il massimo della trasparenza». Da ieri in circa 500 punti vendita Coop di tutta Italia sono esposte infatti le tabelle con nove parametri sulla qualità dell’acqua del rubinetto. L’elenco delle caratteristiche chimico-fisiche è accompagnato da opuscoli con la relativa spiegazione. Così sarà più semplice capire cos’è il residuo fisso, la durezza dell’acqua o perché è meglio che ci siano pochi nitrati e nitriti. I parametri variano a seconda della città e anzi anche all’interno della stessa città (è il caso ad esempio di Roma, dove sono tre le zone a cui corrispondono diversi risultati delle analisi). Tutte però garantiscono il fatto che l’acqua sia potabile e coi valori entro i limiti di legge.
Perché allora comprare l’acqua in bottiglia? Una domanda che un consumatore responsabile dovrebbe porsi. In Italia, secondo Legambiente, vengono prodotti 12 miliardi di litri di acque imbottigliate, che prevedono l’utilizzo di oltre 350 mila tonnellate di Pet (la plastica di cui sono fatte le bottiglie) e l’emissione di quasi un milione di tonnellate di anidride carbonica. «Esporre nei nostri negozi le tabelle sulla qualità dell’acqua del rubinetto – sottolinea Enrico Migliavacca, vicepresidente vicario di Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumo) – è una scelta perfettamente coerente coi principi di tutela dell’ambiente e di promozione di un consumo consapevole, che sono tipici del nostro modo di fare impresa. Abbiamo ritenuto urgente fornire gli strumenti necessari per esercitare il diritto di scelta. In assenza di informazioni complete sulla qualità dell’acqua, sappiamo bene che i cittadini possono avere una percezione sbagliata in termini di affidabilità e comunque sono portati a deciderne il consumo principalmente in base al sapore». Del resto, il livello qualitativo dell’acqua italiana è tra i più alti d’Europa nonostante le tariffe più basse. «Non è questione di fortuna – si affretta a precisare Mauro D’Ascenzi, vicepresidente di Federutility – ma delle decine di migliaia di controlli quotidiani effettuati su tutta la rete».
Nel 2011 la campagna «Acqua di casa mia» aveva fatto registrare un calo delle vendite di acque minerali nelle Coop del 4,5%. «Nel 2012 abbiamo assistito a una ripresa delle vendite del 3,1%, che però non ha compensato il calo - spiega Maurizio Zucchi, direttore qualità Coop Italia -. Il dato poi non è omogeneo rispetto alle varie regioni, però abbiamo verificato che l’aumento delle vendite riguarda le acque locali o quelle a marchio Coop». La filosofia è infatti quella di incentivare l’acquisto con promozioni riservate solo alle acque provenienti da «fonti vicine» (l’acqua a chilometro quasi zero) o anche da aziende nazionali che però diano prova di un impegno ambientale, ad esempio riducendo il peso delle bottiglie di plastica o migliorando il trasporto. Una goccia nel mare. Ma pur sempre qualcosa.