Riccardo Luna, la Repubblica 17/11/2012, 17 novembre 2012
Per un Paese come il nostro che non riesce a far partire la raccolta differenziata dei rifiuti, questa storia è assieme una beffa e una lezione
Per un Paese come il nostro che non riesce a far partire la raccolta differenziata dei rifiuti, questa storia è assieme una beffa e una lezione. È stata una gara vera il Building Global Innovators promossa dal Mit del Portogallo. In palio 400 mila euro con possibilità di raddoppio. Martedì c’erano più di 500 persone in una sala universitaria di Lisbona per conoscere i nomi dei quattro vincitori. Tre startup portoghesi e una italiana: D-Orbit. Era un po’ che non si sentiva più parlare dell’azienda di Luca Rossettini, ingegnere aerospaziale che ha avuto l’idea di cambiare il mondo. Anzi, di cambiare le spazio dove ormai ci sono oltre mezzo milione di detriti che viaggiano a 30 mila chilometri l’ora. D-Orbit propone un sistema in grado di ridurre ed eliminare la spazzatura spaziale. Un mercato potenzialmente di molti miliardi di dollari. Il team che sviluppa il progetto è tutto di “spazzini spaziali” italiani molto motivati. Eppure da qualche mese di D-Orbit non si sapeva più nulla. Ora si scopre che da giugno era in corsa per uno dei premi più ambiti. La gara è durata per sei mesi con “scadenze a volte drammatiche, ma siamo sempre riusciti ad inviare tutti i documenti in tempo”. Il 13 novembre la finale. D-Orbit non ha soltanto vinto 100 mila dollari, ma anche un invito a Boston e in Silicon Valley a febbraio dove l’investimento potrebbe raddoppiare. Poi partirà l’operazione cieli puliti.