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 2012  novembre 16 Venerdì calendario

CARCERI PIENE? CERCANSI SOLUZIONI “NON CONVENZIONALI”


[California]

Il nuovo Congresso appena eletto dagli americani si troverà presto alle prese con un’altra questione sociale esplosiva: il sovraffollamento delle carceri provocato dalla durezza della giustizia Usa nel comminare pene detentive. Gli Stati Uniti hanno 7 milioni di persone condannate a pene detentive o in libertà vigilata. Quelli dietro le sbarre o agli arresti domiciliari sono poco meno dell’1% della popolazione: un tasso di incarcerazioni superiore di 10 volte a quello europeo. La giusta severità dei pionieri contro il crimine in una società estremamente vitale, ma anche violenta e piena di contrasti, pensano gli americani. Che, con questo deterrente, si sono conquistati buone condizioni di sicurezza. Ma l’esplosione degli arresti negli ultimi 30 anni ha fatto lievitare i costi del sistema a livelli insostenibili (70 miliardi di dollari) e ha spinto la Corte Suprema a intervenire sul sovraffollamento delle carceri, ordinando alla California di risolvere il problema. Altri Stati, nelle stesse condizioni, aspettano di vedere cosa succederà in quello della West Coast. Che, non potendo costruire prigioni per i 30mila detenuti in eccesso (non ha né il tempo né i soldi), potrebbe modificare la soglia delle pene detentive. Come? Applicando al crimine la tecnica economica dell’analisi costi-benefici con limitati sconti di pena in cambio di sanzioni pecuniarie, propone la rivista Wired. Difficile che passi: la destra resta contraria ma, soprattutto, i progressisti si rifiutano di fissare un prezzo per la libertà, non vogliono misurare in dollari la differenza tra un furto e una rapina a mano armata. Ma il fatto che la proposta venga dalla bibbia dell’high tech, e che alle spalle ci sia il lavoro di scuole di diritto prestigiose, indicano che la gravità di un problema non affrontabile con strumenti ordinari sta spingendo verso soluzioni non convenzionali.