Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  settembre 20 Giovedì calendario

GOETHE, LA NUOVA CASA

Nel maggio del 2009 il ministro tedesco della cultura Bernd Neumann ricevette da Roma una lettera in cui si parlava di una «questione urgente e imprevista»: «Nel palazzo di Via del Corso 18, di cui la Casa di Goethe occupa l’ intero primo piano, è in vendita un appartamento al secondo piano, sopra i locali del nostro museo. L’ acquisto sarebbe un’ occasione unica per risolvere i problemi di spazio». Nonostante la crisi economica, il parlamento tedesco mise subito a disposizione i mezzi necessari e in sei mesi l’ acquisto era concluso. Poi arrivò la fase più difficile: ottenere i permessi per i lavori di ristrutturazione. Con le istituzioni italiane di mesi ce ne vollero molti di più. «Il più incombente degli imprevisti è stato quello che in Italia accompagna ogni progetto degno di nota: la burocrazia», ricorda l’ architetto Alessandro Casadei, che ha curato il progetto. Alla fine il cantiere prese il via e finalmente si è arrivati all’ inaugurazione di oggi alla presenza del ministro tedesco della cultura tedesco Bernd Neumann e di quello italiano Lorenzo Ornaghi. Da domani i nuovi spazi saranno aperti ai visitatori, che troveranno una Casa di Goethe raddoppiata e potranno ammirare una mostra con 51 disegni originali del poeta, provenienti dalle collezioni della Klassik Stiftung Weimar e mai esposti prima d’ ora. L’ ampliamento, circa 250 metri quadrati, ha permesso alla direttrice Ursula Bongaerts non solo di risolvere vecchi problemi di spazio, ma anche di aprire nuove prospettive all’ attività dell’ istituzione. «Abbiamo potuto riunificare, nei nuovi ambienti del secondo piano, la Biblioteca degli artisti tedeschi a Roma, la cui fondazione risale al 1821 e il cui patrimonio fu ripartito dopo la seconda guerra mondiale tra i diversi istituti tedeschi a Roma, finendo in alcuni casi nei depositi». Bongaerts aggiunge che la Biblioteca Hertziana ha colto l’ occasione per cedere alla Casa di Goethe il lascito del Deutscher Künstlerverein (l’ associazione degli artisti tedeschi fondata a Roma nel 1845), i cui documenti permettono di scoprire la vita quotidiana di questi artisti nella Città Eterna. Tra le carte, un album di circa trecento fogli con i ritratti di 140 artisti: accanto ai nomi famosi di Reinhart, Koch e Cornelius, una infinità di pittori ancora sconosciuti. Ma nelle stanze in cui Goethe trascorse il periodo più lungo del suo soggiorno italiano, tra il 1786 e il 1788, si svolgeranno anche seminari, corsi e laboratori per studenti. Rinasce la Borsa di studio riservata a giornalisti, traduttori e studiosi che avranno a disposizione un piccolo appartamento al secondo piano. Al primo piano restano gli spazi espositivi, dove vengono presentati fino al 9 dicembre i disegni italiani di Goethe, scelti nella raccolta che ne comprende oltre duemilaseicento. Il poeta imparò a disegnare proprio in Italia, come si vede bene da questi fogli, che rivelano un tratto incerto nei paesaggi tracciati all’ inizio del viaggio, appena oltrepassate le Alpi, e diventano sempre più raffinati man mano che si prolunga la sua permanenza nel «paese dei limoni». Goethe fu severo con se stesso: «In Italia fui abbastanza intelligente da conoscere di me quanto bastava per comprendere che non possedevo alcun talento per le arti figurative e che si trattava di un’ inclinazione sbagliata». Ma a Roma non perse l’ entusiasmo: «Questo è un felicissimo soggiorno; da mane a sera disegno, dipingo, ombreggio, incollo, insomma mi do da fare ex professo e come artigiano e come artista».
Lauretta Colonnelli