Andrea Montanari, la Repubblica 11/10/2012, 11 ottobre 2012
DALLA DC AL PDL, IL NOMADE DELLA POLITICA CHE AMAVA LE OSTRICHE E GLI ELEFANTI
Domenico Zambetti, sessant’anni appena compiuti lo scorso 15 settembre, è quello che si dice un uomo per tutte le stagioni. Dalla Prima alla Seconda Repubblica, Mimmo, il suo soprannome per gli amici, in politica è salito su molti treni. Dalla Dc, alla Cdu di Rocco Buttiglione. Al Patto Segni per fare l’assessore provincia al Bilancio nella giunta di centrosinistra guidata allora da Livio Tamberi. Ma tradisce l’Ulivo, si dimette per sostenere la sfidante Ombretta Colli di Forza Italia che vincerà le elezioni e diventerà presidente della Provincia nel 1999. Lasciandolo, però, fuori dalla sua squadra. Passa all’Udc, di cui diventa coordinatore regionale e nel 2000 viene eletto consigliere regionale. Nel 2005 Roberto Formigoni lo nomina assessore all’Ambiente.
Restano famose la sua proposta di vietare in Lombardia l’uso dei caminetti che mandò su tutte le furie i titolari di pizzerie e quella di abbassare a 17 gradi la temperatura nelle case per combattere lo smog. Nel febbraio 2006 guida la fronda lombarda
che fonda la nuova Democrazia Cristiana di Gianfranco Rotondi. Gli vale la nomina ad assessore regionale all’Artigianato. Nel 2009 confluisce nel Pdl. Nel 2010 la sua riconferma nella giunta del Pirellone traballa. Ma grazie alle 11.217 preferenze prese alle ultime elezioni regionali,
Formigoni gli assegna la delega alla
Casa.
Amante delle ostriche e collezionista di elefanti con la proboscide all’insù (che regalava come portafortuna), di recente pare avesse confidato ai suoi fedelissimi di essere pronto a un nuovo cambio di casacca. Magari verso un nuovo partito dei moderati. Prima di finire a San Vittore stava ultimando i preparativi per l’annuale convention della Nuova Dc a Saint Vincent il prossimo week end.
Una compagna, due figli e un debole per le donne e la buona cucina, Zambetti ha iniziato il suo cursus honorum come dirigente dell’Asl Città di Milano. Prima di diventare consigliere comunale e poi sindaco a Cassina de’ Pecchi. Un tavolo era sempre riservato a suo nome in un ristorante di Corso Sempione, frequentato dai boiardi di stato in trasferta a Milano. Sulla home page del suo sito campeggia ancora la scritta «La forza della competenza » e un video «A tu per tu con Andreotti». Durante la sua ultima campagna elettorale aveva tappezzato Milano di manifesti sei per sei con la sua immagine.