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 2012  ottobre 09 Martedì calendario

VARENNE HA TROVATO L’EREDE PASCIÀ LEST PIÙ FORTE DEL PADRE

Prima di debuttare in pista il suo valore era di 10 mila euro, oggi si aggira intorno ai 2 milioni. Si chiama Pascià Lest, ha 3 anni ed è il nuovo fenomeno del trotto italiano. Domenica a Roma ha dominato il Derby, 11ª vittoria in 12 corse disputate. Ha steccato soltanto una volta, nel Gran Criterium di Milano per i 2 anni, quando aveva «rotto», cioè alterato l’andatura dal trotto al galoppo, perché spaventato dalla sabbia che lo zoccolo di un altro cavallo gli aveva gettato sul muso. In tutte le altre corse non ha avuto avversari, facendo meglio anche del suo illustrissimo papà, il famoso Varenne, il più grande trottatore di tutti i tempi.

«Pascià morfologicamente non lo ricorda molto e vince anche in modo diverso, ma ha mezzi davvero straordinari. Alla sua età suo padre non andava così forte», giura Enzo Giordano, storico proprietario di Varenne. Pascià ha una storia per certi versi simile a quella del suo straordinario genitore. Da puledro non pareva granché, era piccolino e gracile tanto che i suoi proprietari Stefano Ciappi e Leonardo Cecchi non lo misero in vendita solo perché temevano di non recuperare nemmeno la quota versata come tasso di monta - 15 mila euro - per far ingravidare da Varenne la loro fattrice Superiors Sun, una cavalla tedesca. Il 50% del cavallino fu però rilevato dal guidatore e allenatore tedesco Holger Ehlert, che a sua volta ne cedette il 25% a Samuele Querci. Insomma, Pascià Lest non rubava l’occhio nè sembrava destinato a una grande carriera. Del resto nemmeno i primi due cavallini di mamma Superiors Sun si erano rivelati dei campioni: la prima si era salvata solo in extremis dall’eliminazione, il secondo aveva subìto una frattura già da puledro. «Eppure Pascià si muoveva benino - ricorda Ciappi -. Ma nemmeno noi pensavamo che arrivasse così in alto». Più o meno come era accaduto per Varenne puledro, venduto a un allenatore veneto che però lo rispedì subito al mittente (e pretese indietro i soldi) per un presunto difetto a una zampa posteriore.

Decisivo per Pascià è stato un periodo di allenamento invernale a Grosbois, in Francia, luogo magico per i cavalli da corsa che aveva portato fortuna anche a papà Varenne. «Laggiù è maturato nel fisico e nel carattere», dice Ehlert, allenatore di Pascià oltreché comproprietario insieme con Ciappi, Cecchi e Samuele Querci. «L’ippica italiana è in grave crisi - sottolinea Ciappi -. Se non ci si mette insieme non si sbarca il lunario». Mantenere un cavallo da corsa costa 2 mila euro al mese, cifra insostenibile se non è ammortizzata dai premi vinti in pista. Pascià in un anno ha già raggiunto i 600 mila euro di guadagni e molti pensano che supererà i 5 milioni e mezzo incassati da Varenne (62 vittorie in 73 corse). Che dal canto suo, anche grazie a Pascià, si conferma il miglior stallone europeo: 150 fattrici coperte all’anno (il massimo consentito dal regolamento) a 15 mila euro ciascuna (business totale di 12 milioni di euro), 750 figli nati solo in Italia, almeno 600 scesi in pista e ben 87 gran premi conquistati dai suoi eredi in sole 6 stagioni. Cifre da capogiro, che in futuro potranno essere migliorate da PasciàLest, il nuovo Varenne, al quale si aggrappa l’ippica italiana in agonia. «Ma se le cose non cambiano - ammonisce Ciappi Pascià se ne andrà in Francia o in Svezia, dove sanno valorizzare i cavalli e ci sono ben altri premi al traguardo». La fuga all’estero dei talenti italiani vale anche nell’ippica.