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 2012  ottobre 09 Martedì calendario

COMPITI A CASA, SCATTA L’AIUTINO


Poco più di 2 ore sui libri ogni pomeriggio e con l’aiutino dei genitori. E il 20,5% degli studenti italiani i compiti a casa li svolge solo alcune volte. Dalla primaria alle superiori la musica è la stessa per i 7.880 ragazzi intervistati dall’Istat per l’indagine multiscopo «Aspetti della vita quotidiana», condotta nel 2011 con il ministero delle politiche sociali su 20mila famiglie e di cui, la scorsa settimana, sono stati pubblicati i dati su «Scuola e le attività educative» (www.istat.it).
Gli studenti delle superiori, infatti, dedicano allo studio pomeridiano 2,5 ore: poco meno del doppio dei bambini della primaria, che con la loro ora e 45 minuti sui libri appaiono dei secchioni. Mentre è «studio matto e disperatissimo» di leopardiana memoria i circa 40 minuti in più al giorno (2 ore e 49 minuti) che i licei trascorrono sulle sudate carte rispetto ai compagni di tecnici e professionali (circa 2 ore). Nessun compito a casa, poi, per il 2,2% degli alunni. Dalle medie inizia la differenza di genere, con le ragazze che si applicano maggiormente sui libri rispetto ai ragazzi: circa 15 minuti in più ogni pomeriggi. E nel passaggio alle superiori le studentesse aumentano il tempo per lo studio di 13 minuti, i loro compagni lo diminuiscono di 8. Una la differenza che nei risultati scolastici premia le ragazze con ottimi rendimenti: il 38,3% contro il 24,9% degli studenti. Del resto, i maschi mirano di più a ottenere solo la sufficienza (21,3% rispetto al 14,1% delle femmine), a studiare solo le materie che gli piacciono (13,1% contro il 9,4%). Così che alle superiori il 32,7% frequenta corsi di recupero. A casa, poi, scatta per tutti la collaborazione dei genitori, soprattutto della madre: un aiuto nei compiti garantito a oltre la metà degli alunni della primaria (53,3%), ma anche al 20,1% dei compagni delle medie e a un significativo 6,2% alle superiori. A fare la differenza è il background socio-economico delle famiglie. Sono più coinvolti nei compiti i genitori provenienti da contesti economicamente avvantaggiati: gli studenti con madri con licenza media (39,8%) o operaria (39,2%) se la cavano da soli, mentre una mamma laureata (55,9%) o dirigente, imprenditrice, libera professionista (53,3%) studia con i figli. Con i bambini in età prescolare, 2-5 anni, il 63,3% dei genitori legge, colora, sfoglia libri tutti i giorni. Mamma e papà, poi, accompagnano a scuola i figli fino a 17 anni, poiché il 44,3% degli studenti utilizza l’automobile per raggiungere il proprio istituto. Mentre il 27,1% preferisce il mezzo pubblico o collettivo e quasi il 30% va a piedi. Pranzo a scuola per il 53,4% degli studenti fino a 13 anni: il 30,7% tutti i giorni, il 22,7% solo quando è previsto.
Palestra, laboratorio scientifico, sala computer sono i servizi più utilizzati, rispettivamente 79,2% e 53,4% degli alunni. Solo il 15,1% invece frequenta il laboratorio linguistico. Tra il 2008 e il 2011 è aumentato il numero di studenti italiani che ha in classe compagni stranieri, passando dal 54,8% al 59,3%, soprattutto al Centro-nord (oltre 78%). Ma gli studenti italiani che frequentano i compagni stranieri al di fuori dell’orario scolastico continuano a essere pochi, anche se in aumento: dal 23% al 28,8%.
Appena l’1% è in classi a maggioranza di studenti stranieri. Tra le motivazioni per cui il 79,3% dei bimbi fino a 2 anni non frequenta il nido il fatto che i genitori preferiscono ricorrere a un familiare (35,7%), ritengono il figlio troppo piccolo per essere affidato al nido (34,5%), non vogliono delegare la propria funzione educativa ad altri (6,1%). Meno diffuse le motivazioni dovute esclusivamente a carenza dell’offerta di assistenza all’infanzia. Solo l’8,3% dei bimbi con mamma casalinga è iscritto al nido, struttura particolarmente apprezzata dalle madri dirigenti, imprenditrici e libere professioniste (34,7%). La scuola dell’infanzia ha accolto circa il 95% dei ragazzi che oggi hanno tra i 6 e i 17 anni.