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 2012  ottobre 09 Martedì calendario

INTERVISTI IL LEADER? 20 MILA EURO


Se lo desidero posso intervistare in settimana Peer Steinbrück, il campione socialdemocratico che sfiderà l’anno venturo Angela Merkel. Dubito che il mio direttore mi autorizzi. La tariffa è di 20 mila euro per dieci domande, e non viene garantita la lunghezza delle risposte, che saranno esaurienti, si assicura.
Lo potrebbe essere anche un conciso «ja» o un «nein». Un bel record per due o quattro lettere.
In Germania si usa pagare per il tempo che si ruba all’intervistato. Pagano anche me, un po’ meno di Peer, se radio o tv mi chiedono che cosa un italiano pensi di Angela. Mi chiamano meno da quando Silvio se n’è andato. Volevano sapere perché gli italiani lo amassero. Il suo ritiro ha inflitto un colpo ai miei extra. Ma ho intervistato assolutamente gratis Helmut Kohl e Willy Brandt, Johannes Rau futuro presidente della repubblica rispose a una quarantina di domande scritte senza chiedermi un deutsche mark. Forse non lo fece di persona, non importa, in questi casi conta la firma. Il Nobel Heinrich Böll fu lui a pagarmi una birra. L’altro Nobel Günter Grass chiede 10 mila euro, mi dicono, non va a domande ma a tassametro. La tariffa è per un’ora.
Ora gli avversari, e soprattutto i compagni di partito, e quelli della Linke che stanno più a sinistra, trovano che lo sfidante stia esagerando. Steinbrück, 65 anni, laureato in economia, cosa rara tra i politici perfino tedeschi, e ministro delle finanze al tempo della Grosse koalition, è molto richiesto, per interviste, articoli e conferenze qua e là, soprattutto su invito delle banche, tedesche o straniere. Il regolamento del Bundestag gli impone solo di dire quanti pagamenti ha ricevuto, divisi per classe a seconda della cifra, Stufe I, fino a 3.500 euro, Stufe II fino a 7 mila, e Stufe III oltre. Un livello 3 potrebbe dunque aver fruttato 7.001 euro o 80 mila, non è necessario precisarlo.
Il buon Peer ha dichiarato nel 2011 ben 80 impegni di Stufe III. Dovrebbe dunque aver messo in banca almeno 560 mila euro, oltre lo stipendio da deputato, che è poca cosa in confronto a quello dei deputati italiani, appena 7.800 euro al mese, senza molti altri benefit. Alla richiesta della Bild Zeitung di avere un totale preciso, ha risposto che non lo sapeva, e avrebbe chiesto all’agenzia che cura i suoi interessi di indagare. Ci vorranno da due a tre settimane, avverte. Un’indagine complessa.
Steinbrück è a posto, non commette nulla di illegale. Un politico può svolgere l’attività che preferisce purché la comunichi all’ufficio competente del Bundestag, per evitare conflitti di interessi e che, ovviamente, paghi le tasse. Di questo in Germania non si osa nemmeno dubitare. Ma ci dovrebbe essere un limite, posto almeno dal buon senso. Con più di un impegno a settimana, come può svolgere la sua normale attività? Gli amici ribattono che parlare ai banchieri serve a diffondere e difendere le idee dell’Spd sull’attività finanziaria. Che cosa vorrà fare di diverso una volta cancelliere rispetto a Frau Angela? Però il fatto che l’onorario venga pagato spesso dalle banche suscita qualche dubbio. Non potrebbe avvenire il contrario, e le banche influenzare il pensiero dello sfidante? Di solito, i politici si mettono a guadagnare soldi una volta andati in pensione. Come Gerhard Schröder, che ha riaperto lo studio legale, o il verde Joschka Fischer, che dirige insieme con Madeleine Albright un’agenzia di consulenza internazionale. Giusto o sbagliato, lo sfidante ha incassato il primo colpo, e il match sarà lungo da qui al prossimo settembre.