Giorgio Ponziano, Italia Oggi 9/10/2012, 9 ottobre 2012
MARIO MONTI A SUO AGIO TRA I SUGHI
Mario Monti tra i sughi. Quelli Barilla, a base di pomodoro e basilico. Un nuovo stabilimento per produrli, 40 milioni di investimento, col presidente del consiglio che taglia il nastro insieme al sindaco 5stelle di Parma, Federico Pizzarotti. È la prima volta di un embrasson nous tra un grillino e Monti, quest’ultimo, come al solito, non fa una piega, porge la mano e saluta, l’altro risponde, un po’ scanzonato e un po’ imbarazzato, però s’è messo il vestito scuro con cravatta blu a righe.
Sembra uno scolaro a colloquio col suo professore, anche lui in scuro, cravatta blu chiaro con disegnini. Lo segue nella visita allo stabilimento ultratecnologico che sfornerà 160 tonnellate al giorno di sughi di pomodoro e 75 tonnellate al giorno di pesti, prodotti a più alto valore aggiunto della pasta.
Con questa capacità di fuoco, Guido Barilla, a capo del gruppo, spera di andare alla conquista dei cinesi, stanchi del riso, assicurano gli strateghi dell’azienda, e affamati di maccheroni con la pommarola. A sentire Barilla (con basettoni e barba incolta) snocciolare numeri e parlare di Cina (e Stati Uniti), Mario Monti sfodera l’unico sorriso della mattinata, senza contagiare il sindaco assorto nei suoi pensieri: l’inceneritore che non riesce a chiudere, il teatro mezzo vuoto alla prime del festival Verdi dopo la cacciata del sovrintendente, la montagna di debiti da ripianare. Aveva pensato di risparmiare chiudendo l’esperienza Giocampus, cioè l’educazione alimentare nelle scuole (costo 200 mila euro in parte sostenuto da Barilla). Ma era un fiore all’occhiello dell’azienda e sarebbe stata lesa maestà. Alla fine ha firmato l’assegno ed è tornato il sereno tra l’unico sindaco grillino e l’unico industriale simpatizzante per i grillini (il comico-leader lo voleva candidare alle primarie ma lui ha risposto: no, grazie).
Prima di assaggiare, sotto una tensostruttura dal colore blu aziendale e con un terzetto che propone musica di sottofondo, gli assaggi di pasta coi sughi Barilla, Mario Monti aveva esaltato dal palco chi fa industria senza cedere alle sirene della finanza, ascritto a merito del governo il programma («concreto, con gli investimenti necessari, non a parole») per estendere la digitalizzazione, rivendicato il merito di avere posto fine alla contrapposizione tra i partiti, invitato gli italiani a credere nella possibilità di superare la crisi.
Poi, alzando il tono della voce: «In Italia bisogna mobilitare tutte le energie per riprendere a crescere, nessuna esclusa. In questa fase della vita italiana è coesione la parola chiave. Non mi riferisco al governo, ma al mondo della politica, tanto bistrattata, non sempre a torto. Sta dando prova di coesione. Tre partiti che dedicavano le loro migliori energie al tentativo di distruzione reciproca, concentrano ora la loro capacità politica nell’adottare i provvedimenti del governo. Provvedimenti cui le forze politiche hanno dato un grande contributo. Lo dico quasi sottovoce, perchè non vorrei che fosse un incantesimo destinato a durare poco».
Poi getta lo sguardo sugli incidenti di piazza che si stanno registrando in Grecia e in Spagna: «il mondo ci sta guardando», afferma, «per come la popolazione sta reggendo a questa prova dura e amara, dando prova dell’appartenenza a un paese che forse si sta rendendo conto che sta cambiando e cambiando per il meglio. L’Italia, come la Spagna e la Grecia, è sottoposta a tensioni sociali rilevanti, a squilibri cui si è dovuti, anche con qualche brutalità, porre rimedio. Ci sono tensioni pure da noi ma reggiamo alla prova».
In prima fila il vescovo e il presidente degli industriali: qui Confindustria è anche proprietaria del quotidiano e della tv della città, la Gazzetta di Parma e Tv-Parma, che ha trasmesso in diretta per due ore tutte le fasi della visita di Monti. In prima fila anche Pizzarotti, che applaude il discorso del presidente, come fanno gli altri seduti accanto a lui. Domanda: signor sindaco, non si sente in imbarazzo ad applaudire Monti, colui contro il quale Beppe Grillo tutti i giorni usa parole di fuoco e che proprio in piazza, a Parma, qualche giorno fa lo ha definito «un esorcista all’incontrario», strappando per altro anche un suo applauso, uguale e contrario a quello di oggi? Risposta: «Nessun imbarazzo. Beppe usa i suoi toni e ha il suo modo di fare, io amministro una città e adopero toni diversi». Poi se la prende coi giornali: «Siamo sotto la lente ma Roma, Torino, Napoli si trovano coi conti peggiori di quelli di Parma ma pochi se ne accorgono».
Monti lo risparmia, non parla di Comuni e Regioni, preferisce l’economia: «Per quanto affascinante e futuristica», dice, come se l’establishment non ne fosse stato coinvolto, «l’ipotesi, circolata all’epoca della new economy, secondo la quale l’industria sarebbe l’eredità di un passato antico e venerando, non convince per un paese come il nostro, in cui il sistema industriale ha un ruolo centrale. Il sistema industriale è un patrimonio per il paese. Tra le principali economie europee, l’Italia è seconda solo alla Germania per incidenza del settore industriale sul valore aggiunto complessivo, nonostante la crisi e la progressiva perdita della competitività dell’economia incominciata nel decennio precedente la crisi».
La lezione di economia termina con l’appello a concentrare tutte le energie sulla ripresa, a proseguire sul terreno della coesione, a riscoprire l’etica anche in politica. Infine, i convenevoli. Guido Barilla: «Monti ha ridato credibilità internazionale all’Italia». Monti: «La famiglia Barilla ha sempre creduto nell’industria e non ha mai cercato la scorciatoia della finanza».
Il presidente tra uno stuolo di carabinieri, agenti, guardie del corpo sale in auto (Lancia blindata). Mentre a pochi chilometri i sindacati preparano il presidio dinanzi alla Parmalat, altro gioiello dell’alimentare italiano ma finito in mani straniere (tra l’indifferenza degli imprenditori nostrani) che hanno svuotato la cassa. Uno striscione: «Monti, pensa anche alla Parmalat».