Maurizio Ternavasio, la Stampa 8/10/2012, 8 ottobre 2012
COS’È IL FENOMENO CELENTANO?
Stasera e domani Adriano Celentano torna a suonare dal vivo all’Arena di Verona e in diretta su Canale 5. Come mai si tratta di un appuntamento tanto atteso?
Perché non succedeva da ben 18 anni: l’ultimo spettacolo fu il 18 novembre 1984 al Forum di Assago, tra il solito bagno di folla e le immancabili polemiche che accompagnano ogni sua esibizione in pubblico.
Quale fu la sua prima volta?
Il debutto ufficiale risale al 1956 all’ “Ancora”, un piccolo locale milanese, quando suonava insieme ai Rock Boys, il suo primo gruppo. L’anno dopo, era il 18 maggio 1957, eccolo sulla ribalta del ben più noto Palazzo del Ghiaccio di Milano, nell’epoca in cui aveva iniziato a scimmiottare Jerry Lewis, in occasione del primo festival italiano del Rock and Roll.
Per quale ragione si è ritagliato un ruolo fondamentale nella storia dello spettacolo italiano?
Ha saputo creare un personaggio, quello del Molleggiato appunto, grazie ad un non comune modo di muoversi e di ballare. Per di più è stato il primo a proporre in Italia il suo particolarissimo Rock and Roll, mutuato dalle esperienze d’oltreoceano.
Quanti dischi ha registrato e quanti ne ha complessivamente venduti nel corso della carriera?
La sua produzione è sterminata: nel complesso ha raggiunto i 150 milioni di pezzi venduti tra 45 giri (ne ha registrati 81 tra il 1958 e il 1987), singoli (46 dal 1995 ad oggi), 33 giri e Cd (43 incisioni) e raccolte antologiche (26, l’ultima è di due anni fa).
A quando risalgono i primi successi?
Dopo le iniziali cover di brani americani (1958) che non avevano avuto successo, nel gennaio del 1959 esce «Ciao ti dirò», seguito a ruota da «Il ribelle», il primo hit di cui aveva scritto anche la musica. Il 13 luglio di quell’anno il cantante vince il Festival di Ancona con «Il tuo bacio è come un rock», che nella prima settimana di uscita vende ben 300 mila copie.
E la carriera cinematografica?
Anche questa è stata lunga e ricca di soddisfazioni: Celentano ha preso parte a 43 film (di quattro è stato anche regista), molti dei quali nel ruolo di protagonista. Il primo è stato il «musicarello» «I ragazzi del jukebox», regia di Lucio Fulci, nel 1959, l’ultimo «Jackpot», di Mario Orfini, giusto vent’anni fa.
Chi è Adriano Celentano nella vita privata?
Nato 74 anni fa a Milano da genitori di origine foggiana, Adriano si è sposato nel 1964 in gran segreto con Claudia Mori a Grosseto. Dal matrimonio sono nati tre figli: Rosita (1965), Giacomo (1966) e Rosalinda (1968). Dal 1984 Claudia Mori è l’amministratore delegato della casa discografica di famiglia.
Che rapporti ha avuto con la televisione?
Anche in questo caso di grande successo, tanto da spazzare via tutti i record di audience sin da «Fantastico 8» del 1987: memorabile in quell’occasione il suo invito al pubblico di spegnere la tv. Successivamente è stato mattatore di seguitissimi spettacoli in prima serata come «Svalutation», «Francamente me ne infischio» (punte di 13 milioni di spettatori), «125 milioni di caz.te», «RockPolitik» sino a «La situazione di mia sorella non è buona» (2007, 33% di ascolti), nei quali si è cimentato in lunghe pause volute e in celebri monologhi su vari temi di attualità, dalla caccia all’ecologia, dalla politica alla religione.
È vero che Celentano ha sempre preteso dalla Rai carta bianca su testi e programmi?
Sì, e ciò ha spesso creato problemi: come per «RockPolitik», che nel 2005 prese il via dopo l’autosospensione provvisoria del direttore di rete Fabrizio del Noce, che non poteva accettare di non avere controllo sui contenuti.
Quante volte ha partecipato al Festival di Sanremo?
Soltanto cinque. La prima risale al 1961, quando in coppia con Little Tony presentò «Ventiquattromila baci» che si piazzò al secondo posto vendendo mezzo milione di 45 giri in poche settimane. Dopo cinque anni di assenza torna ai nastri di partenza con «Il ragazzo della via Gluck» che, pur non qualificandosi alla fase finale, diventerà con «Azzurro» la sua canzone per eccellenza. L’ultima è del ’71 (con «Sotto le lenzuola»), che fa seguito alla controversa interpretazione di «Canzone» del ’68 e alla popolarissima «Chi non lavora non fa l’amore» del ’70.
Perché in occasione dell’ultimo festival di Sanremo, a cui ha partecipato come ospite, è stato aspramente contestato dalla Chiesa?
Nella prima serata ha attaccato i giornali cattolici affermando che questi «andrebbero chiusi, si occupano di politica, anziché parlare di Dio e dei suoi progetti». La risposta è immediata: «Famiglia Cristiana» lo definisce «un piccolo attivista dell’ipocrisia, un finto esegeta della morale cristiana», criticando pure la pubblicità di dare in beneficenza tutto il suo ingaggio. Nella serata finale anche il pubblico contesterà Celentano.