Ettore Bianchi, Italia Oggi 6/10/2012, 6 ottobre 2012
SCOMPARSA LA METÀ DEI CORALLI
È allarme rosso per i coralli australiani. Secondo uno studio condotto dall’Istituto oceanografico del paese, metà della Grande Barriera, che si trova sulle coste orientali al largo del Queensland, è scomparsa negli ultimi 27 anni. La copertura corallina della regione è scesa dal 28 al 13,8% e, di questo passo, entro il 2022 potrebbe ridursi di un ulteriore 50%.
La più grande barriera di coralli al mondo è, dunque, un grande malato.
Il rapporto, per il quale sono stati investiti 50 milioni di dollari (38 mln euro), sottolinea che c’è grande preoccupazione tra gli scienziati, perché su quest’area di 2 mila chilometri hanno trovato un fertile habitat decine di migliaia di specie, che col passare del tempo vedono in forse la propria sopravvivenza.
Colpa di tre fattori. Il primo in ordine di importanza, che pesa per il 48%, è la moltiplicazione dei cicloni tropicali, seguito dalla proliferazione della stella marina corona di spine, che si nutre dei polipi di coralli (42%), e dallo sbiancamento degli stessi coralli, dovuto all’incremento delle temperature delle acque degli oceani (10%). Se non è possibile intervenire sui primi due fattori, l’uomo ha la capacità di ridurre l’impatto delle stelle marine: in assenza di questi parassiti, i banchi di coralli riuscirebbero a crescere dello 0,89% all’anno. Ciò significa che i coralli hanno la capacità di rigenerarsi e questa, assicurano gli scienziati, è la notizia rassicurante del rapporto.
Un programma per evitare la proliferazione delle stelle marine è già stato avviato dal governo di Canberra. Squadre di cacciatori sottomarini iniettano veleno mortale per ridurne il numero. Questo, però, è possibile soltanto in aree limitate, mentre la regione è molto vasta. Gli scienziati stanno pensando all’introduzione di una malattia che vada a colpire le stelle.
Nella Grande Barriera, che fa parte del Patrimonio Unesco, vivono 400 specie di coralli, 1.500 tipi di pesce e 4 mila di molluschi. La situazione sta peggiorando sempre più e il futuro dei coralli è minacciato non soltanto dal riscaldamento climatico, ma anche dallo sviluppo di porti industriali lungo la costa, come quello di Gladstone. Inoltre l’Unesco, preoccupata per i rischi derivanti dal passaggio di grandi navi cariche di carbone e gas naturale liquefatto vicino alla barriera, ha minacciato di inserire il luogo protetto tra quelli in pericolo. I Verdi hanno rincarato la dose, affermando che il governo australiano e quello del Queensland continuano a puntare sul carbone, qualunque sia il prezzo da pagare.
Oltre all’aspetto ambientale c’è anche quello legato al turismo, perché la Grande Barriera attira ogni anno 2 milioni di visitatori. Gli addetti ai lavori hanno calcolato che il turismo nell’area generi ricavi per 3,9 miliardi di euro dando lavoro a 60 mila persone. Ci sono anche interessi economici da tutelare.