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 2012  ottobre 08 Lunedì calendario

Siena orfana della politica si divide sul futuro di Mps - Siena sta perdendo il sonno. La città, dove si dice che ogni fami­glia annoveri almeno un dipen­dente e un pensionato del Monte Paschi, attende con timore l’as­semblea che domani vedrà Rocca Salimbeni preparare l’arrivo di nuovi soci e modificare lo statuto, aumentando i poteri del consiglio di amministrazione e del presi­dente Alessandro Profumo

Siena orfana della politica si divide sul futuro di Mps - Siena sta perdendo il sonno. La città, dove si dice che ogni fami­glia annoveri almeno un dipen­dente e un pensionato del Monte Paschi, attende con timore l’as­semblea che domani vedrà Rocca Salimbeni preparare l’arrivo di nuovi soci e modificare lo statuto, aumentando i poteri del consiglio di amministrazione e del presi­dente Alessandro Profumo. Sarà il board, e non più la Fondazione Mps, ad avere l’ultima parola sul­l’eventuale cessione di alcuni ra­mi d’azienda; sarà il banchiere ge­novese a proporre la nomina, la re­voca e gli stipendi dei capi- struttu­ra a riporto del consiglio. L’Ente presieduto da Gabriello Mancini, che oggi ha la maggio­ranza di Mps (35%), ha già dato l’avallo e quindi l’esito dell’assise è scontato:sia sull’aumento di ca­pitale senza diritto d’opzione che porterà la Fondazione a diluirsi, sia sulle modifiche allo statuto che daranno maggiori poteri a Profumo e all’ad Fabrizio Viola, sia sul capitolo cessioni. A Siena però il clima è rovente e si attende un’assemblea molto animata. Le esternalizzazioni, pensate da Viola per tagliare i co­sti, rappresentano infatti il punto di rottura tra la banca e i sindacati. Le delegazioni locali di Fabi, Fiba, Fisac, Uilca e Ugl- spalleggiate dal­le rispettive segreterie nazionali ­hanno tentato di costruire un «pia­no B », composto di risparmi perlo­più basati su giornate di solidarie­tà e il ricorso volontario al Fondo esuberi. Il tavolo negoziale si è tut­tavia concluso senza un accordo, con la responsabile delle risorse umane Ilaria Dalla Riva impegna­ta a rispettare le direttrici del pro­getto che ha fatto da base alla ri­chiesta dei Monti Bond per un to­tale di 3,4 miliardi, così da sostitui­re anche i vecchi Tremonti- Bond. A questo punto Monte Paschi potrebbe procedere unilateral­mente, portando fuori dal proprio perimetro il back office e disdet­tando il contratto integrativo (Cia). Se la situazione precipitas­se potrebbe però non essere sem­plic­e ricollocare e riqualificare mi­gliaia di risorse senza un accordo quadro. Cui si aggiunge il rischio di nuovi scioperi e delle battaglie legali che potrebbero seguire agli spostamenti. La partita si gioca quindi anche sulla governabilità dell’istituto nei prossimi mesi, mentre la città assiste a un vuoto di potere per la fine del sistema Co­mune- Provincia- Fondazione: prima con l’arrivo in Municipio del commissario,poi con l’Ente di Palazzo Sansedoni costretto dal bilancio a rinunciare al controllo di quella che considerava la «sua» banca. Malgrado il tentivo di af­frettare i tempi, seguendo il passo elettorale della Regione Lazio, le urne nella città del Palio non do­vr­ebbero aprirsi prima di primave­ra con le politiche 2013. E pare ave­re tutta l’intezione di ricandidarsi il sindaco dimissionario diessino Franco Ceccuzzi, uno degli spon­sor di Profumo con cui continua a mantenere buoni rapporti. Ma tutto a Siena è sempre stato legato alle alterne fortune su scala nazionale degli ex Ds e dell’ex Mar­gherita, da cui proviene lo stesso Mancini. E quindi alla prossima sfida alle primarie tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi per la can­didatura a premier con i colori del centro sinistra. Resta da capire in­somma quali conseguenze avreb­be sul sistema­ Siena l’ascesa al po­tere del giovane primo cittadino di Firenze e quale sarebbe la rispo­sta di Rosy Bindi che, nata a Sina­lunga, oggi mantiene grande in­fluenza sulla città del Palio e quin­di sugli equilibri della sua banca.