Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  ottobre 08 Lunedì calendario

Incarichi (a sua insaputa) al figlio La manager di Fassino nei guai - La bufera, annunciata lo scor­so 27 settembre dalla notizia che gli incarichi affidati dal Comune di Torino a partire dal 2006 sarebbe­ro stati resi noti, è esplosa in questi giorni

Incarichi (a sua insaputa) al figlio La manager di Fassino nei guai - La bufera, annunciata lo scor­so 27 settembre dalla notizia che gli incarichi affidati dal Comune di Torino a partire dal 2006 sarebbe­ro stati resi noti, è esplosa in questi giorni. E tanto è virulenta che, sua sponte , oggi pomeriggio il sindaco, Piero Fassino, si presenterà in Con­siglio per spiegare. Già, perché tra i 6.672 contratti contenuti nel cd che sta facendo tremare la sinistra torinese da vent’anni alla guida del capoluogo piemontese e che contiene gli incarichi al di sotto dei 20mila euro affidati dal Comune, ce ne sono quattro che imbarazza­no non poco l’amministrazione, presente e passata. Perché coinvol­gono non un personaggio qualun­que ma Anna Martina, superdiri­gente oggi di Fassino (adesso gui­da il settore Attività internaziona­li) come ieri dell’ex sindaco Pd,Ser­gio Chiampari­no, con cui si oc­cupava di Cul­tura. Il perché dell’imbarazzo è presto detto: lasignora, auto­rità ri­conosciu­ta in tema di co­municazione (ha avuto il pre­mio Ischia co­municatore proprio que­st’anno) e regi­stadeiprincipa­li grandi eventi che hanno vi­sto Torino pro­tagonista negli ultimi anni - dalle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia alle Olimpiadi del 2006-ha affidatodirettamentequattroinca­richi alla Punto Rec Studios, rino­mata società di cui però è socio Marco Barberis, che di Anna Marti­na è figlio. «Un errore –ha minimiz­zato lei, interpellata da Repubblica che sulle pagine torinesi segue a tamburo battente la vicenda –non penso di dovermi dimettere. Non mi sono nemmeno accorta che si trattava della società di mio figlio». Ma alla firma a sua insaputa non crede l’opposizione,che con la Le­ga sollecita le dimissioni della diri­gente e pure quelle dell’assessore agli Appalti della giunta Chiampa­rino, la dipietrista Maria Cristina Spinosa. Una bella gatta da pelare, per Fassi­no, che oggi sarà in Aula e che ha as­sicurato: «Se c’è da approfondire un caso lo faremo». E il caso è lì, da­vanti agli occhi. Perché se «non ri­sultano illegittimità », come pur as­sicura ancora a Repubblica il City manager di Fassino, Cesare Vacia­go, qualche problemino di oppor­tunità si ammetterà che sì, c’è, ec­come se c’è. Gli incarichi affidati dal settore di mamma Anna alla so­cietà del figlio, tra il 2008 e il 2009, sono quattro: uno firmato da lei di­rettamente, uno da lei e da un suo dirigente, e altri due solo dal diri­gente. E se è pur vero che la Punto Rec Studios è una società leader nel settore dei servizi audio - basta andare sul sito e scorrere l’elenco dei clienti - è vero anche che quat­tro a­ppalti affidati senza gara diret­tamente da mamma non sono pro­prio un’inezia. Soprattutto se la mamma non è un modesto impie­gato, ma una superdirigente da an­ni nella cabina di regia dei grandi eventi torinesi. Un solo dato, rica­vato proprio dal cd reso noto giove­dì scorso e che riguarda gli affida­menti diretti che, a norma di legge, possono essere assegnati senza g­a­ra sino a un importo di 20mila euro più Iva: in sei anni dal settore guida­to da Anna Martina sembra siano passati oltre 18 milioni di euro, 10 milioni solo nel 2006, l’anno delle Olimpiadi che, grande evento im­pone, hanno goduto di ben 176 in­carichi dati senza gara d’appalto. E non è tutto. Perché questa polemi­ca «familiare» non è la prima in cui Anna Martina rimane invischiata. Era già accaduto per Italia 150, le celebrazioni per l’anniversario del­l’Unità d’Italia, in occasione della mostra«Fare gli italiani»,tenuta al­le ex Ogr, le Officine grandi ripara­zioni ferroviarie e che aveva tra gli organizzatori Walter Barberis, se­gretario dell’Einaudi ma anche marito di Anna Martina, che con­trollava gli allestimenti. E accade da un annetto a questa parte anche per la collaborazione con Silvia Bertetto Giannone, che lavora con lei da tempo ma che dal 2011 è an­che sua nuora, e che la segue come un’ombra,anchenelnuovoincari­co di dirigente delle Attività inter­nazionali. Il caso dei fondi distribuiti dal Co­mune di Torino senza gara d’appal­to è stato sollevato, a febbraio 2012, da un consigliere del Movi­mento 5 Stelle, Chiara Appendino, che a suon di interpellanze ha otte­nuto che i dati completi relativi agli ultimi sei anni di affidamenti diret­ti­fossero consegnati alla Commis­sione controllo di gestione del Co­mune. Il caso Martina è la punta dell’iceberg,già qualche altra pole­mica è stata sollevata. I grillini assi­curano che metteranno le liste on line e scommettono: «Ne vedremo delle belle».E Beppe Grillo,su Twit­ter, ieri sera cinguettava: «Appalti agli amici degli amici. Trema il Co­mune di Torino».