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 2012  ottobre 07 Domenica calendario

Al Qaida rapisce e noi paghiamo: 120 milioni in riscatti - I terroristi nel mondo hanno in­cassato, negli ultimi otto anni, 120 milioni di dollari in riscatti

Al Qaida rapisce e noi paghiamo: 120 milioni in riscatti - I terroristi nel mondo hanno in­cassato, negli ultimi otto anni, 120 milioni di dollari in riscatti. Solo Al Qaida nel Maghreb coinvolta nel ra­pimento di decine di ostaggi, com­presi quattro italiani, ha ottenuto dai sequestri «decine di milioni di dolla­ri ». Non lo rivelano le solite fonti ano­nime, ma il sottosegretario al Tesoro americano, David Cohen. Forte del­la delega per il terrorismo e l’intelli­gence finanziaria ha puntato il dito contro i paesi europei, che pagano ri­scatti ai tagliagole islamici per libera­re gli ostaggi. «Nel 2011, Al Qaida nel Maghreb, ha pianificato di rapire sopratutto eu­ropei, piuttosto che americani con­vinti che i loro governi pagheranno i riscatti a differenza degli Stati Uniti» ha rivelato Cohen, venerdì a Londra, durante una con­ferenza al think tank di Chatham House. Non c’è solo l’emergenza ri­scatti, ma pure quella del pizzo del terrore. «Un af­filiato di al Qaida voleva estorcere milioni di euro all’anno ad una socie­tà europea promettendo in cambio di non colpire i suoi interessi in Afri­ca ». Gli Stati Uniti vogliono «lavorare assieme» agli europei per mettere fi­ne ai pagamenti per la liberazione de­gli ostaggi rapiti da Al Qaida. Questo il senso degli incontri romani avuti da Cohen al ministero del Tesoro e degli Esteri mercoledì scorso. Ufficialmente l’Italia non paga per il rilascio degli ostaggi, ma tutti san­no che è un segreto di Pulcinella. Lo stesso Cohen ha dichiarato nella sua precedente tappa a Berlino che il va­lo­re dei riscatti è salito costantemen­te fino a raggiungere i 5,4 milioni di dollari in media per ostaggio. L’ultima italiana rapita dai terrori­sti della guerra santa nell’area del Maghreb, nell’ottobre 2011, è stata la cooperante Rossella Urru, poi rila­sciata lo scorso lu­glio. L’8 marzo, in­vece, ha perso la vita durante un fallito blitz dei cor­pi speciali inglesi, Franco Lamolina­ra rapito nel nord ovest della Nige­ria dove operano i terroristi di Boko Haram. I coniugi Cicala sono stati fra i primi italiani ad essere cattura­ti da Al Qaida nel Maghreb nel 2009. Dopo alcu­ni drammatiche foto e video li han­no liberati nell’ aprile 2010. L’ultimo ostaggio italiano rapito dagli estremisti islamici è Giovanni Lo Porto sequestrato il 19 gennaio in Pakistan. In mano alle cellule taleba­ne nelle zone tribali fra il Pakistan e l’Afghanistan, non tornerà a casa gra­zie all’opera dello Spirito Santo. Per liberare un ostaggio in questi condi­zioni si paga, si spara o si fa uno scam­bio di prigionieri. Per la liberazione di Daniele Mastrogiacono, inviato di Repubblica rapito in Afghanistan, erano stati liberati cinque capoccia talebani. Diversi Paesi europei, compresa l’Italia, sono propensi a pagare. Ser­gie Daniel, nel suo libro «Al Qaida nel Maghreb, l’industria dei rapi­menti », ha elencato le cifre. La Spa­gna avrebbe speso negli ultimi anni dagli 8 ai 9 milioni di euro, l’Austria fra i 2,5 ed i 3,5, la Germania 5 e l’Ita­lia «solo» 3 milioni per il rilascio de­gli ostaggi. La conferma arriva dagli america­ni, che hanno man­dat­o Cohen in Ger­mania, Francia e a Roma per discute­re di questo pro­blema e della san­zioni all’Iran e alla Siria. Il sottosegre­tario Usa propo­ne, se alla fine si pa­ga, di tracciare i flussi finanziari dei riscatti in maniera coordinata fra i vari paesi. L’obiettivo è incastrare e catturare i rapitori e la loro rete dopo la liberazione dei sequestrati. Secondo Cohen le costole di Al Qai­da più attive nei rapimenti sono quel­le africane e yemenite, che hanno nelle loro mani ancora 11 ostaggi. Le cellule del Maghreb hanno chiesto 86 milioni di euro per liberare 4 fran­cesi catturati in Niger nel 2010. Gran parte dei soldi dei riscatti servono a comprare armi, sofisticati sistemi di comunicazione, pagare salari ai ter­roristi e impiantare campi di adde­stramento. A Londra il sottosegreta­rio Usa ha dichiarato che «i soldi dei riscatti sono serviti all’espansione di al Qaida nel Maghreb nel nord del Mali», diventato il nuovo santuario del terrore.