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 2012  ottobre 07 Domenica calendario

Il grande risiko dei moderati appeso alle mosse del Cav - «Discendi nel cratere dello Jo­kull di Sneffels, viaggiatore ardito, e perverrai al centro della Terra»

Il grande risiko dei moderati appeso alle mosse del Cav - «Discendi nel cratere dello Jo­kull di Sneffels, viaggiatore ardito, e perverrai al centro della Terra». Solo che a confronto del centro (de­stra) della politica italiana, Jules Verne era un dilettante. Tra le new entry alla Oscar Giannino e i sempi­terni come Casini o Fini, c’è un’in­tera galassia di liste e movimenti che da mesi si compone e si scom­pone, per poi ricomporsi. È un do­mino in cui ognuno è appeso alle mosse degli altri. E tutti, par di capi­re in queste ore, sono appesi alle mosse di Silvio Berlusconi, sem­pre lui. Le idee sono molte ma confuse. La lista Italia: Casini-Passera-Monti. Ma anche la lista delle «tre M»: Monti-Montezemolo-Marce­gaglia. Che però, attenzione, è co­sa diversa dalla lista «3L»: quella l’ha lanciata ieri Giulio Tremonti giurando che sarà «lontana dai notabili». E cosa importa se fin troppi gli hanno fatto no­tare che lui del­la c­ategoria no­tabili è in fondo il massimo rap­presentante: «lista, lavoro e libertà», da cui le 3 elle anche se in realtà quel­le programma­tiche sono sol­tanto due e nep­pure nuovissi­me, correrà da sola. In buona compagnia, nella corsa soli­taria, con Italia Futura di Mon­tezemolo. Lui non si candida, come ve lo de­ve ripetere. E sull’ homepage del suo movi­mento campeg­gia un tweet di Andrea Roma­no, il direttore: «IF non realizzerà alleanze con nessun partito di questa fallimen­tare Seconda Repubblica». Intan­to però, Montezemolo tira come una Ferrari. Il Pdl in via di disfaci­mento lo scruta da un po’, e ieri è stato un forzista della prima ora co­me-Guido Crosetto a dire che li vor­rebbe, Luchino e Giannino (Oscar) alle primarie «che Berlu­sconi deve convocare subito». L’ipotesi ha tanto fascino da aver fatto infuriare Pierferdy, che ha re­agito come una fidanzata gelosa: «Sono certo che noi centristi sia­mo molto più credibili come pun­to di riferimento per il presidente Ferrari». E a nessuno che venga in mente che si potrebbe non dover scegliere, se il fronte moderato fa­cesse blocco unico, anche con ciò che resta, o con ciò che sarà, del Pdl. È venuto in mente al Cavalie­re, che infatti sta pensando di rifa­re il partito, possibilmente senza più l’apporto degli ex An,il tutto fa­cendo un passo indietro, o a latere, facilitando così l’avvicinamento tra i tanti leader che di mettersi al­l’ombra del Cavaliere non hanno alcuna intenzione. Il fatto è che dicono tutti la stessa cosa, del resto, viste da economisti e imprenditori, la crisi e le ricette per affrontarla quelle sono. Eppur si odiano. Per capire, basti lo scam­bio di sms tra un dirigente di IF e la cronista:«Siamo i soli pronti,credi­bili e davvero popolari tra i nuovi arrivati»; «Fighetti, ma pop?». «I fi­ghetti ( bruttini però) oggi sono Fid (Fermare il declino di Giannino, ndr ). Noi siamo un’altra cosa». Quale altra cosa, ancora non si sa. Né si saprà ancora per un po’. Perché c’è un nodo, anzi, il nodo da sciogliere, che è la legge eletto­rale. Ormai è un mantra per tutti i partiti: «Bisogna capire come si vo­terà ». Col Porcellum le chiacchie­re starebbero a zero, visto che gli schieramenti sarebbero obbligati, con buona pace del fermento cen­trista e con gaudio del Pd, avvan­taggiato dalla vecchia legge. Ma se, come pare, si chiudesse l’accordo su un sistema proporzio­nale, si aprirebbe la strada a un go­verno di larghe intese. In vista del­le urne, significherebbe il ripensa­mento del Pdl: di qua un gioco a in­castri tra­gli ex An oggi sofferenti co­me La Russa e Meloni, la lista che il sindaco di Roma Alemanno sta preparando al Sud e la Destra di Storace. Di là l’area forzista e libe­rale, con innesti di facce nuove, dai giovani agli imprenditori. Un nuovo soggetto, snello come lo era Forza Italia nel ’94,che,perché no, potrebbe lavorare a un Monti bis, non è un mistero che Berlusconi guardi al premier per riorganizza­re il campo dei moderati. Del re­sto, un sistema che favorisse la cor­sa di molte liste darebbe spazio an­che al progetto di aggregazione che sta portando avanti Corrado Passera. È come una rete, quella del ministro allo Sviluppo, che par­te da Casini, sfiora Fini ma solo per osmosi, perché il leader Fli resta in vita solo grazie al respiratore Udc, e arriva financo a Maroni. Il leader della Lega sta rinnovando il parti­to ponendosi né a sinistra né a de­stra, ma semplicemente al Nord. L’obiettivo,che Maroni ribadirà al­la festa dei popoli oggi a Venezia, è diventare partito egemone per poi trattare con Roma, sul modello ca­talano. Va ripetendo in questi gior­ni Maroni che Passera gli piace, non così il governo di cui fa parte. E non è un caso. Sono tutti ai nastri di partenza. Mancano le regole della corsa, ma questa dovrebbe essere la settima­na decisiva per scriverle. Poi, la grande corsa può incominciare.