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 2012  ottobre 08 Lunedì calendario

«L’ONORE E IL RISPETTO». LE RAGIONI DEL SUCCESSO

Sangue e malavita, sentimenti a grana grossa e colpi di scena: nella più pura tradizione del feuilleton, «L’onore e il rispetto 3» si è guadagnato la palma non solo della fiction più seguita, ma del programma con miglior ascolto della settimana. Il finale di questa stagione, sospeso sulla possibile uccisione del suo protagonista Tonio/Garko, ha battuto la politica di «Ballarò» e doppiato la controprogrammazione in fiction di Rai1 (Lino Banfi), raccogliendo 6.629.000 spettatori, per uno share di oltre il 24%. Ragione per cui Canale 5 ha già messo in cantiere la prossima stagione. Quello di «L’onore e il rispetto», e in generale delle colorite storie partorite da Teodosio Losito, è veramente un caso.
La prima stagione raccolse, nel 2006, quasi 5 milioni e 700 mila spettatori medi; la seconda fece boom con 6 milioni e 200 mila spettatori; questa terza oltre 5 milioni e 800 mila spettatori. Ma quel che conta di più è la qualità del pubblico: le vicende di Tonio Fortebracci sembrano accomunare madri e figlie, con ottimi share fra adolescenti (un impressionante 30,6% di share) e adulti (23, 7% fra 40-50enni).
Un pubblico più femminile (25,4% di share), ma mariti e fidanzati non sono del tutto esenti (19,1% di share). Una perfetta macchina da guerra per un network commerciale che punta a un’audience giovane-familiare. Ma l’aspetto più rilevante è la capacità di spaccare l’Italia: se si considera solo il Nord, o il Centro-Nord, «L’onore e il rispetto» non sarebbe un grande successo (a parte certi gruppi che lo considerano un cult). Ma dalla Campania in giù lo share s’impenna: oltre il 42% a Napoli e dintorni, il 55% in Calabria. Quando si pensa all’Italia, bisognerebbe avere presenti anche questi nudi dati di consumo culturale.
Aldo Grasso
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.