Felice Cavallaro, Corriere della Sera 07/10/2012, 7 ottobre 2012
E MICCICHE’ SVELA IL SUO FUORIONDA «IMBARAZZANTE» —
Altro che i fuorionda di Striscia la notizia. Stavolta, con un video «ripreso a mia insaputa», Gianfranco Miccichè batte sul tempo l’altro candidato a governatore che voleva usarlo in campagna elettorale, Rosario Crocetta, e lo proietta lui per primo in un cinema di Palermo. Anche a costo di mostrarsi un po’ spaccone, un po’ vanitoso. Un pezzo di cinema-verità, di spiccio realismo politico con il protagonista certo di potere fare molto per la Sicilia grazie al fratello eccellente che «sta a Banca Intesa» e a frequentazioni importanti, a cominciare da Luca di Montezemolo, rappresentato come un giocherellone che telefona fingendosi giornalista di Repubblica per chiedere della sua amicizia con Dell’Utri: «E materialmente mi rompe la m...».
Passi esilaranti, confessioni private, attacchi violenti a big del Pdl come il presidente dell’Assemblea regionale Francesco Cascio e accordi sotterranei sui termovalorizzatori con il senatore Pino Firrarello e l’ex ministro Saverio Romano, miscelati dai consigli di tecnica acchiappavoti, sono spunti a raffica di dieci minuti di fuoco ripresi da una mini telecamera nella casa di campagna dello stesso Miccichè, sulle colline di Cefalù, a metà agosto, da un giornalista pubblicista improvvisamente assurto agli onori della cronaca.
E lui, Gregorio Valvo, è il primo a stupirsi perché sul suo sito d’informazione di Siracusa «Lanota7» l’aveva messo in onda per una giornata due mesi fa e nessuno se n’era accorto. Tranne Crocetta o i suoi amici, pronti a copiare il file e custodirlo come merce rara da sparare stamane, a tre settimane dal voto, al comizio di Palermo. Un annunciato Grande Colpo intercettato dal leader di Grande Sud pronto a bruciarlo per sventolare «l’uso strumentale del video girato forse con un telefonino...». Ma Valvo rifiuta di passare per infido intercettatore: «La telecamera era aperta, tutti sapevano che stavo girando...».
Forse lo sapeva anche l’ex assessore regionale Titti Bufardeci, arrivato quel giorno con un gruppo di amici di Siracusa indottrinati dall’ex pupillo del Cavaliere: «Deve passare il messaggio che io quello che prometto lo mantengo e che le cose le so fare perché l’ho dimostrato. Ho relazioni europee e internazionali che non ha nessuno. Non sono quelle di Obama, ma io conosco tutti i principali imprenditori italiani ed europei». Ed ecco il riferimento al fratello: «È il capo di Banca Intesa. Io non lo posso dire in campagna elettorale ma bisogna che passi come un fatto. Puoi stare sicuro che nel momento in cui la Sicilia, con suo fratello presidente della Regione, ha problemi non è che mi dà i soldi di Banca Intesa, ma mi organizza un tavolo con i cinque banchieri più importanti in Italia, forse in Europa, per trovare soluzioni. Il signor Crocetta non so chi si può mettere attorno al tavolo per trovare soluzioni».
Come un fiume inarrestabile, eccoci alla sua prima mancata candidatura a governatore: «Ricordatevi che non sono stato presidente cinque anni fa non perché ho offeso Cuffaro. Minchiate! Altrimenti non sarebbero intervenuti Calderoli o Matteoli, ai quali di Cuffaro non interessava nulla, per avere Lombardo presidente. Piuttosto, c’era tutto un quadro che Lombardo aveva garantito...». Lotte disputate su un nervo ancora scoperto, i termovalorizzatori, tema affrontato, stando alle parole di Miccichè, con Firrarello e Romano che smentiscono: «Mai si potrà dire che non si faranno perché c’è la mafia. Si fanno solo se non c’è la mafia. Poi, se sono utili, non mi creo problema se tu ci guadagni e l’altro pure». A ruota libera contro Cascio: «È un fatto di stomaco... personale. Dobbiamo batterlo...». Pronta la replica dello stesso Cascio «sui valori etici di Miccichè, sul suo modo corretto di fronteggiare gli avversari» commentando l’ultimo adagio della candid camera, un po’ sboccato sulle elezioni: «Un gioco al massacro? No, è un gioco a salvezza. È un gioco a parata di c...».
Felice Cavallaro