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 2012  ottobre 07 Domenica calendario

GLI ENTI LOCALI

[Il “modello virtuoso” per i consiglieri da 2 a 5 mila euro in meno in busta paga] –
ORA il nodo è la definizione di «Regione virtuosa». Quale amministrazione assumere come punto di riferimento per abbassare indennità e trasferimenti ai gruppi? I vertici delle assemblee legislative, che mercoledì si confronteranno con i presidenti delle giunte, rifiutano l’idea che tutti gli stipendi debbano essere parametrati a quelli dell’Abruzzo, i più bassi in Italia. «Non si può tenere conto solo di un valore assoluto - dice il coordinatore della conferenza dei parlamenti regionali, Francesco Cascio - ma individuare un compenso medio più elevato che non penalizzi quelle Regioni che hanno territorio e popolazione superiore ». Una posizione che trasferisce su un livello istituzionale il malessere per i tagli già emerso sui territori. E che rischia di indebolire la portata della riforma di Monti, per la quale giunte e consigli sono avviate a perdere un posto su tre, i loro componenti un quarto degli stipendi e i gruppi fino al 95 per cento dei trasferimenti. Ma la norma varata in consiglio dei ministri affida proprio alle Regioni l’indicazione di un ente virtuoso cui ancorare i nuovi livelli retributivi.
VENDOLA E GLI ALTRI
Se passasse il parametro Abruzzo, a pagare maggiormente dazio potrebbero essere Nichi Vendola e i 69 colleghi pugliesi: i consiglieri regionali che, attualmente, guadagnano di più in Italia. Ciascuno di loro potrebbe subire un taglio dello stipendio base mensile di oltre 2.200 euro netti: la differenza fra l’indennità pugliese (4.971) e quella che - per i dati della conferenza delle assemblee legislative - spetta a un consigliere abruzzese (2.646 euro). Ma il decreto del governo taglia anche le indennità di carica: in questo
caso, sempre con l’Abruzzo come punto di riferimento, i sacrifici per i “graduati” sarebbero superiori: il presidente dell’Assemblea siciliana (che fino al 28 ottobre sarà lo stesso Cascio) perderebbe circa cinquemila euro al mese, il prossimo presidente del Lazio 3.250 euro. I tagli di Monti non toccano invece i rimborsi (diaria, spese per viaggi e portaborse), che oggi fanno raddoppiare o triplicare i compensi.
SICILIA, FINISCE LA PACCHIA
Finisce la pacchia dei gruppi parlamentari dell’Assemblea siciliana, destinatari di un triplice contributo da 12 milioni 650 mila euro complessivi. Soldi per spese di funzionamento, per il personale, per i portaborse dei deputati. Con l’attuazione della riforma, la Sicilia - e il Lazio subito dopo - potrebbero perdere il 95 per cento della somma. I fondi ai gruppi, infatti, in futuro dovranno
essere la metà di quelli della Regione più virtuosa: la Basilicata, con mezzo milione di trasferimenti in tutto. Ma bisognerà vedere se le Regioni accetteranno di prendere come riferimento l’amministrazione lucana.
IL CLAN DEI SOLITARI
Stop ai monogruppi, è il diktat di Monti. L’ex governatore della Calabria Agazio Loiero dovrà rinunciare al lauto contributo ottenuto da Autonomia e diritti, di cui è unico rappresentante: 335 mila euro nel 2011. Loiero ha spiegato che di quella cifra ha ricevuto
solo 77 mila euro, perché la restante parte è andata a colleghi che poi hanno lasciato il raggruppamento. In Molise sono ben 10 i monogruppi, su un totale di 17 gruppi. Nel Lazio cinque quelli costituitisi a legislatura già avviata. Nel Veneto è titolare di un monogruppo anche Giuseppe Bortolussi, l’animatore della Cgia di Mestre in prima fila nel denunciare gli sprechi. Ma il suo gruppo non sarà definanziato perché rientra fra quelli costituiti sin dall’inizio della legislatura, che vengono salvati dal decreto
Monti.
L’AUTOTAGLIO
Il decreto sui costi della politica taglia, sulla carta, 315 posti da consigliere e 88 da assessore. Riproponendo, nei fatti, la norma varata dal governo Berlusconi alla vigilia di Ferragosto del 2011. Ma sette amministrazioni - a distanza di 13 mesi - non si sono an-
cora adeguate: sono Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Marche e Umbria. Discorso a parte per la Sicilia, che ha votato la riduzione del numero dei consiglieri da 90 a 70: ma serve il sì del Parlamento nazionale e nel frattempo l’Ars si è sciolta. Nell’Isola si voterà fra 21 giorni: per il taglio dei seggi bisognerà attendere il 2017.
VITALIZIO, ADDIO
L’introduzione definitiva del sistema contributivo fa sparire il traguardo del vitalizio previsto, anche a 50 anni, in diverse Regioni. Fra le “vittime” anche Franco Fiorito, che fra nove anni avrebbe potuto incassare il 55 per cento della sua busta paga, e Nicole Minetti, che in prospettiva poteva contare su una “baby pensione” da 3 mila euro. Anche per loro un sacrificio: se ne faranno una ragione.