7 ottobre 2012
APPUNTI PER GAZZETTA - LA PROTESTA IN SPAGNA
REPUBBLICA.IT
MADRID - Migliaia di persone sono tornate in piazza in Spagna per protestare contro le misure di austerity imposte dal governo Rajoy. Manifestazioni sono in corso in 57 città, dove la gente ha accolto l’appello dei sindacati per una nuova giornata di mobilitazione contro la politica di tagli del governo di destra.
Secondo le stime degli organizzatori, nella capitale spagnola hanno manifestato 72mila persone. "Più disoccupazione, più tagli e meno protezione. Vogliono rovinare il Paese, bisogna impedirlo", proclamava un grande striscione in testa al corteo, guidato dai leader dei principali sindacati e da rappresentanti dei partiti di sinistra, fra cui il partito socialista.
Fra le bandiere rosse e bianche dei sindacati, spiccavano i piccoli striscioni con la parola "no" insieme ad un paio di forbici, simbolo dei tagli al bilancio che strangolano una grande parte degli spagnoli mentre la disoccupazione non cessa di aumentare colpendo ad oggi il 24,63% della popolazione attiva.
Per le due organizzazioni sindacali che hanno indetto la protesta, Ccoo e Ugt, le decisioni del governo "porteranno solo più recessione e più disoccupazione". Entrambi hanno chiesto a Madrid di convocare un referendum perché i cittadini decidano dei tagli, prima che la situazione diventi "esplosiva e insostenibile".
(07 ottobre 2012)
CORRIERE.IT - SBOBINO LA VOCE DEL VIDEO
LA SPAGNA TORNA IN PIAZZA PER LA 4 MANIF DI PROTESTA NEGLI ULT 10 GIORNI. MIGLIAIA DI PERS RACCOLTE DAI PRINC SINDACATI E DA ALTRE 150 ORG HANNO PROTESTATO IN 72 CITTA. INDIGN PER SALVATAGGIO DELLE BANCHE RESPONSABILI DELLA CRISI IN CUI E CADUTO IL PAESE. NO ALLA RID DI PENSIONI, STIPENDI, SANITA E ISTR PUBB, IL MESE SCORSO IL GOV HA APPROVATO PER IL 2013 NUOVI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA CHE COLPISCONO WEL SPAGN. IL NUOVO DIRETTORE BANCA CENTRALE DI SPAGNA JOSE MARIA LINDE HA DETTO IN PARLAMENTO CHE IL GOV AVRA DIFFICLTA A DEFICIT A 4,5 PIL COME VUOLE UE.
SU BARCELLONA-REAL MADRID
Si diceva, guardi "El Clasico" e capisci come vanno le cose in Spagna. Due i fatti che valgono la pena di essere raccontati. Il primo: la vigilia della partita di stasera è stata tormentata da una vicenda che sembra abbia rischiato di far esplodere una grana diplomatica internazionale. Tutto sarebbe nato dall’invito di assistere alla partita dalla tribuna rivolto dai dirigenti del Barcellona ad alcuni esponenti israeliani e palestinesi. Lo sport unisce, lo sport arriva dove la diplomazia si ferma e via dicendo. Tutto bellissimo, tutto vero. Peccato che non sempre funzioni. Un ex calciatore palestinese, finito nelle prigioni israeliane perché accusato di attività terroristiche, non avrebbe gradito di sedere a qualche seggiolino di distanza da un ex militare di Gerusalemme. Altro che "no, grazie", è stato il caos. Che pare sia stato risolto in corner grazie all’intervento in forze di mediatori assennati e competenti.
Il secondo fatto che merita di essere segnalato la dice lunga sulle tensioni che da qualche tempo, e con sempre maggiore insistenza, interessano la regione della Catalogna. L’Assemblea nazionale catalana, che punta dritta all’indipendenza, avrebbe ricevuto l’ok dalla dirigenza del Barcellona per invitare i tifosi di Messi e compagni ad andare allo stadio con la bandiera Estelada, il simbolo della lotta per l’autodeterminazione dei Paesi catalani. E c’è di più. Sì, perché pare che i seggiolini del Camp Nou saranno per l’occasione "vestiti" di giallo e rosso, i colori che rappresentano il sogno di libertà per un popolo che non ha più alcuna intenzione di essere considerato spagnolo. Calcio e politica insieme, ancora una volta.