Maria Serena Natale, Corriere della Sera 05/10/2012, 5 ottobre 2012
IL NEODEPUTATO KALADZE: «CHE EMOZIONE LA POLITICA» —
«Lo sport è sempre stato la mia vita, ho giocato partite indimenticabili, derby e finali di Champions... ma l’emozione che provo adesso non ha paragoni, è in gioco il futuro del Paese». Kakha Kaladze ha atteso i risultati nella casa di famiglia a Samtredia, nella piana della Georgia occidentale che guarda verso il Mar Nero, «per festeggiare con la mia squadra». Poi è tornato nella capitale, da deputato.
Le finestre dell’ufficio danno sul fiume Mtkvari, placido e verde nella tarda estate caucasica. Alle pareti il ritratto del Patriarca Ilia II, foto di match con la maglia del Milan e della nazionale georgiana. La conta dei voti non è ancora conclusa ma il presidente Mikhail Saakashvili ha riconosciuto che le elezioni politiche di lunedì scorso hanno capovolto gli equilibri consegnando il Parlamento alla coalizione guidata dall’oppositore miliardario Bidzina Ivanishvili, «Sogno georgiano». Kakha è entrato nella nuova assemblea. Se le tensioni delle ultime ore resteranno sotto controllo, la Georgia vedrà il primo pacifico trasferimento di poteri dalla nascita della Repubblica indipendente dopo la dissoluzione dell’Urss nel 1991. Un test di maturità per il Paese dove entrambi i predecessori di Saakashvili hanno lasciato l’incarico in stato d’emergenza e lo stesso «Misha» è diventato presidente dopo la Rivoluzione delle rose del 2003. «Sono sereno — dice Khaladze — le elezioni si sono svolte in modo pacifico e democratico. C’è chi vuole ridimensionare il risultato ma abbiamo stravinto». Il mandato del presidente scadrà nel 2013, si profila un anno di faticosa coabitazione tra Saakashvili e il premier in pectore Ivanishvili (che dopo il voto ha auspicato «a titolo personale e non come richiesta politica» le dimissioni di Misha). La coalizione ha messo insieme sei eterogenei partiti con orientamento tra il liberale e il nazionalista e una piattaforma sociale conservatrice, quando non reazionaria. Abbastanza per sconfiggere Misha l’americano, e per governare? «Siamo pronti e collaboreremo con Saakashvili, nonostante il male che ha fatto al Paese. Da quando Bidzina è sceso in campo ci hanno massacrati con arresti di collaboratori, conti bloccati illegalmente, multe milionarie, notizie false. Contro di me hanno montato una campagna diffamatoria assurda. Tutto questo mentre la disoccupazione cresceva e i giovani emigravano. All’inizio credevo in Saakashvili ma poi ho capito che ha creato un Paese virtuale da mostrare all’esterno, quando gl’importava solo del potere». Le priorità, spiega Kakha, saranno «liberare il business perché fino a oggi è stato facile fondare società ma impossibile sopravvivere senza protezioni» e rilanciare le esportazioni «visto che abbiamo una terra fertile ma dobbiamo importare patate dalla Turchia, pomodori e cetrioli dalla Bulgaria; produciamo ottimi vini ma il mercato russo è chiuso per l’embargo e non è facile venderli in Occidente».
Ivanishvili assicura che procederà nella marcia di avvicinamento a Nato e Ue ma ricucirà le relazioni con Mosca. L’Europa segue con attenzione l’apertura ai russi. «In dieci anni ha speso in beneficenza due miliardi e mezzo di lari (circa un miliardo di euro, ndr), ricostruito scuole e chiese, finanziato basi militari, auto e divise per la polizia, non danneggerebbe mai la Georgia». Del suo passato si sa poco, chi è Bidzina? «Un uomo mite che ama il suo Paese». Davanti alla palazzina rosa di Tbilisi vecchia la folla aspetta, un anziano con il berretto alza il braccio muscoloso dell’ex calciatore e fa il segno di vittoria. L’onorevole Kakha sorride e tira dritto.
Maria Serena Natale