Isabella Bufacchi, il Sole 24 Ore 5/10/2012, 5 ottobre 2012
LE TRE NOVITÀ SUL PIANO DI ACQUISTO DEI BOND
Qualcosa in più sulle operazioni Omt, dopo la riunione del Consiglio direttivo della Bce tenutasi a Brdo pri Kranju, è infine trapelato. Tre le novità: una condizionalità ex-post più severa, per via della sospensione degli acquisti nei periodi di verifica del Protocollo d’intesa; una condizionalità ex-ante meno «punitiva» con l’enfasi sulle riforme strutturali piuttosto che sul consolidamento fiscale; un’estensione delle Omt a Irlanda e Portogallo a condizione che venga riattivato l’accesso «completo e totale» al mercato dei capitali.
È stata per prima la nota introduttiva alla conferenza stampa del presidente Draghi ad aggiungere una condizionalità ex-post rispetto a quanto si sapeva fino a ieri. Gli acquisti dei titoli di Stato sul secondario da parte della Bce saranno sospesi non solo in risposta al mancato rispetto degli impegni presi nel Memorandum of understanding (MoU) da parte dello Stato assistito - questo si sapeva già - ma verranno congelati anche nel periodo di tempo necessario per verificare l’attuazione delle condizionalità contenute nel Protocollo d’intesa.
La Bce ha così fatto sapere che gli acquisti dei titoli di Stato sul secondario tramite le Omt riprenderanno dopo l’accertamento periodico della compliance: questa impostazione ripropone il metodo dell’Fmi, che eroga le nuove tranche di aiuti solo dopo aver appurato - con missioni periodiche in loco - la sostenibilità dei conti pubblici dei Paesi aiutati, ottenuta con la disciplina fiscale e le riforme strutturali concordate con il Fondo.
L’arrivo della troika in casa, che nel caso dello scudo anti-spread potrebbe essere formata da esperti della Commissione, della Bce e del Fondo, è già motivo di preoccupazione a Madrid e Roma, nel caso di ricorso allo scudo anti-spread Efsf/Esm/Bce: la sospensione degli acquisti Bce prevista nel corso delle verifiche ex-post sulla condizionalità - che potrebbero durare qualche ora o qualche giorno - servirà da ulteriore pungolo per gli Stati a fare bene e presto. Ma renderà il programma meno prevedibile, per il mercato.
Nella conferenza stampa, il numero uno della Bce ha poi difeso la centralità della condizionalità che vincola le Omt ma è sembrato voler rassicurare gli Stati spaventati dal mix di impegni ex-ante ed ex-post dell’MoU. «C’è una tendenza a identificare la condizionalità con condizioni pesanti, che invece non necessariamente devono essere punitive», ha rimarcato Draghi, secondo il quale al contrario molte delle condizioni hanno a che fare con le riforme strutturali, con costi e al tempo stesso grandi benefici sociali. Se la parte sulle riforme strutturali nel Protocollo d’intesa sarà ben congegnata, ha fatto intendere il presidente senza tanti giri di parole, potrà pesare di più di quella sul consolidamento fiscale.
In quanto a Irlanda e Portogallo, che si stanno impegnando già da qualche mese per riattivare l’accesso al mercato dei capitali sulle scadenze medio-lunghe, Draghi ha spiegato che per potersi candidare al supporto sul secondario della Bce un Paese assistito dovrà garantire l’apertura «totale e completa» del primario, quindi collocando in asta la vasta gamma dei titoli sull’intera curva dei rendimenti. Proprio ieri, a questo proposito sono girate indiscrezioni sull’utilizzo dei certificati di protezione Esm contro il primo 20% di perdite sui titoli di Stato in asta dei Paesi che attiveranno il nuovo scudo anti-spread delle linee precauzionali. Un altro tassello di un mosaico tutto da definirsi.