Eugenio Bruno, Marco Mobili, Il Sole 24 Ore 5/10/2012, 5 ottobre 2012
STETTA SULLE POLTRONE REGIONALI
Meno poltrone, più trasparenza e controlli stringenti. Sono le "proteine" su cui il Governo ha calibrato la dieta prescritta ai costi della politica regionale con il decreto sugli enti in dissesto approvato ieri dopo un lungo dibattito in Consiglio dei ministri.
Il Dl in 12 articoli interviene innanzitutto sulle poltrone. Richiamando il taglio del 30% di consiglieri e assessori imposto dalla manovra di ferragosto del 2011 ma disatteso quasi ovunque. Chi non si è adeguato dovrà farlo entro il 30 novembre o entro sei mesi se servono modifiche statutarie. In caso contrario perderà l’80% dei trasferimenti erariali (a eccezione del trasporto pubblico locale) e il 5% dei finanziamenti per la sanità. Se non dovesse bastare si procederà con una diffida e si attiverà la procedura di scioglimento. Novità anche per i governatori dimissionari: se sono anche commissari straordinari per la sanità (caso Polverini) questa carica verrà assunta pro tempore dall’Esecutivo.
Nel mirino ci sono anche i fondi ai gruppi consiliari. Andranno ridotti del 50% rispetto al livello fissato dalla Regione più virtuosa, che sarà individuata dalla Conferenza delle Regioni entro ottobre. Al tempo stesso viene previsto che non potranno godere di fondi pubblici i monogruppi formatisi nel corso della legislatura mentre potranno percepirli se hanno un solo componente sin dalla nascita. I loro rendiconti dovranno essere controllati dalla Corte dei conti e resi «tracciabili», per usare la definizione del sottosegretario Antonio Catricalà, cioè pubblicati on line.
La trasparenza riguarderà anche gli stipendi di presidente, consiglieri e assessori. Che andranno diffusi via web insieme all’intera situazione patrimoniale e reddituale (una previsione estesa a Comuni e Province, ndr). Per chi non lo farà sarà la Regione a fissare una sanzione pecuniaria, mentre per Comuni e Province la "multa" viene già indicata da un minimo di 2.000 a un massimo di 20mila euro. Oltre a introdurre il divieto di cumulo tra indennità e altri emolumenti il decreto sancisce la gratuità della partecipazione alle commissioni permanenti. Laddove è previsto un gettone di presenza il suo importo non potrà superare i 30 euro. Rivisto, inoltre, anche il vitalizio: ci vorranno due legislature (10 anni) e si potrà incassare solo a partire dai 66 anni di età.
Sul testo, che prevede anche un intervento sulle società regionali e sulle uscite per auto blu e consulenze, l’Esecutivo ha incassato anche l’ok dei governatori. Il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, ha parlato di «una proposta che ci sembra utile e importante». Mentre il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, ha lanciato la provocazione: «Perché non aboliamo le Regioni?».
Corposo il pacchetto sui controlli della Corte dei conti. Viene introdotto il controllo preventivo di legittimità sugli atti fondamentali della gestione regionale, sanità inclusa. Sondandone la compatibilità con Costituzione, principi Ue e legge di stabilità. La stessa Corte dovrà poi verificare i bilanci degli enti territoriali. sia con un giudizio di «parifica» del rendiconto, sia con una relazione semestrale sulla copertura delle leggi affidata alle sue sezioni regionali. Novità anche per i poteri ispettivi. Ogni sei mesi i magistrati contabili dovranno verificare la regolarità della gestione e il funzionamento dei controlli interni. Avvalendosi anche della Ragioneria generale dello Stato e delle Fiamme gialle .