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 2012  ottobre 03 Mercoledì calendario

CI VOGLIONO 7.058 ANNI A PIOZ PER PAGARE I DEBITI

La piccola piscina all’aperto, in funzione solo d’estate, ha lasciato in eredità al comune 2 milioni di euro di debiti. Il centro sanitario, aperto solo al mattino, altri 560 mila euro; la scuola media 220 mila; l’illuminazione pubblica ben 600 mila.

Ma tutto questo è niente in confronto alla stazione di depurazione delle acque, prevista per una popolazione di 40 mila persone e che non funziona, visto che il municipio ha smesso di pagare: il debito arriva a ben 5,5 milioni di euro.

Benvenuti a Pioz, comune di 3.300 abitanti a 60 chilometri da Madrid.

Una cittadina in crisi come tante altre in questo momento in Spagna, se non fosse che si tratta della più indebitata del paese.

Lo scorso maggio il segretario di stato alle amministrazioni pubbliche, Antonio Beteta, aveva rivelato, senza menzionarne il nome, che un comune della provincia di Guadalajara avrebbe bisogno di 7.058 anni per saldare i suoi debiti. Che ammonterebbero a una cifra compresa fra 16 e 20 milioni di euro, per un bilancio annuale di 1,5 milioni. Oggi Pioz è divenuta simbolo dello scacco del modello sul quale si è costruito il «miracolo economico» spagnolo, delle manie di grandezza degli amministratori locali, del boom edilizio che ha deturpato il paese e dei crediti facili ai promotori immobiliari che hanno condotto diverse banche al fallimento.

All’inizio degli anni 2000 Pioz era un piccolo villaggio di 600 anime. Ma il suo sindaco, il socialista Emilio Rincon, sognava di farne una città-dormitorio di 25 mila abitanti. Questo, en passant, gli avrebbe permesso di incassare le imposte sulle costruzioni e le importanti tasse fondiarie, principali fonti delle entrate municipali. Con la crisi, il risveglio è stato terribile.

Oggi Pioz assomiglia sempre più a una città fantasma, con le sue nuove lottizzazioni incompiute, le strade deserte e il castello in rovina. Un simbolo per un paese che ha vissuto al di sopra delle sue possibilità.