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 2012  ottobre 04 Giovedì calendario

FINI NEGA. MA FIORITO ERA UNO DEI SUOI

Nello studio di Ballarò, prima di rispondere assume l’aria più distaccata possibile. «Lei conosceva Franco Fiorito?», chiede a bruciapelo Giovanni Floris a Gianfranco Fini. «Non credo di averlo mai conosciuto», replica con sufficienza il presidente della Camera. «Nel senso, sapevo che stava ad Anagni», si limita ad aggiungere l’ex leader di An prima di continuare a discettare sui guasti della politica alla luce degli scandali che stanno investendo le giunte regionali.
Eppure Fini dovrebbe fare uno sforzo di memoria, magari aiutato dalla documentazione fotografica che Libero offre ai lettori: al nome di Fiorito è legata una delle prime beghe di An dopo la svolta di Fiuggi (gennaio 1995)che sancì l’addio al Movimento sociale. Magari il numero uno di Montecitorio, ripercorrendo i primi passi di An, ricorderebbe il volto di quel giovanotto che all’epoca indossava i panni di semplice dirigente provinciale. Lo ricorderebbe se non altro perché fu a lui, tra la fine del 1996 e l’inizio del 1997, che il partito - di cui Fini era presidente e leader indiscusso - affidò il compito e di rappresentare la linea della maggioranza al congresso della federazione di Frosinone, e di deferire al collegio dei probiviri, con allegata proposta di espulsione, il ribelle Romano Misserville, allora vicepresidente del Senato.
IL COMMISSARIO DI AN
I fatti, allora. Domenica 15 dicembre 1996. A Frosinone va in scena il primo congresso provinciale di An. Come nelle migliori tradizioni missine, lo scontro tra le anime del partito è durissimo. Anche a livello fisico. Stavolta da una parte ci sono i seguaci di Misserville, dall’altra i sostenitori della «linea ufficiale» del partito. E chi è il «rappresentante» di via della Scrofa in loco? Fiorito. È lui, infatti, il commissario provinciale di An, indicato dalla segreteria nazionale, deputato a traghettare il partito frusinate fino al congresso. Non solo: Fiorito è anche l’unico candidato alla segreteria provinciale. La fazione di Misserville, infatti, rinuncia addirittura a presentare una candidatura alternativa. E questo perché, a leggere i resoconti dell’epoca, il gruppo contesta i rapporti di forza tra le due componenti. Stefano Gizzi, responsabile del circolo An di Ceccano e fedelissimo del vicepresidente del Senato, contesta le modalità con le quali si è arrivati alla conta. A far pendere l’ago della bilancia dalla parte di Fiorito, infatti, a suo dire è il conteggio delle tessere esteso anche a chi nel frattempo era deceduto. Insomma, si tratta del vecchio vizio di far votare anche i morti pur di riuscire a spuntarla sugli avversari interni. Fatto sta che alla fine è lo stesso Fiorito, dopo momenti di tensione tra i militanti delle due fazioni, a dichiarare il rinvio del congresso a data da destinarsi non prima di aver preso le difese della dirigenza di An (quindi, oltre che di se stesso, della leadership del partito). Come? Sostenendo che si tratta di un semplice intoppo burocratico, visto che la macchina organizzativa di An non è riuscita ad aggiornare l’elenco degli iscritti in tempo dopo la svolta di Fiuggi.
L’ESECUTORE
Fiorito non è solo l’uomo su cui l’An di Fini punta per rilanciare l’azione della destra su Frosinone. È a lui, infatti, che la presidenza del partito, quindi lo stesso Fini, notifica i provvedimenti disciplinari nei confronti di Misserville. Nel marzo 1997, del resto, quello che quindi anni dopo sarebbe diventato «Er Batman» è presidente provinciale. Ed è quindi a lui che Fini comunica, come riportato dai quotidiani dell’epoca, di aver deferito il senatore «alla commissione nazionale di garanzia e dei probiviri con proposta di espulsione da Alleanza nazionale per aver aderito alla formazione Destra di popolo». «Iniziativa», commenta Fiorito applaudendo alla sanzione comminata da via della Scrofa, «assolutamente incompatibile con l’iscrizione ad An». Intanto emergono ulteriori particolari sulle tecniche per conquistare il consenso dell’ex capogruppo del Pdl al consiglio regionale del Lazio. Come emerso dal reportage dell’inviato della trasmissione «Pomeriggio 5», condotta da Barbara D’Urso, tra i cittadini di Anagni, Fiorito era solito depositare una banconota di 100 euro sotto il piatto di ciascun invitato alle sue cene elettorali.