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 2012  ottobre 05 Venerdì calendario

CHI DISSESTA LE FINANZE NON SARÀ RICANDIDATO

Divieto di ricoprire cariche politiche per almeno 10 anni a chi ha provocato dissesti finanziari negli enti locali e taglio fino a venti volte lo stipendio per governatori, sindaci e presidenti di provincia che trasmettano referti “taroccati” alla Corte dei Conti. E poi ancora: controlli preventivi ogni tre mesi dei magistrati contabili sulla regolarità di gestione; un “tesoretto” di 100 euro ad abitante per aiutare i Comuni in dissesto, come Napoli, Palermo o Alessandria; obbligo per tutti gli enti locali di istituire un “Fondo di riserva” tra lo 0,3 e il 2% delle spese correnti per far fronte a uscite impreviste; stop alle spese per servizi non previsti dalla legge per le amministrazioni in deficit. C’è questo ed altro nel decreto con il quale il Governo prova a mettere le briglie alle spese pazze di Regioni, Comuni e Provincie. Stringendo sui controlli ma tendendo la mano ai comuni in dissesto.

La stretta sui controlli La Corte dei Conti, affiancata dalla Guardia di finanza, potrà passare sotto la lente del «controllo preventivo di legittimità» le spese delle regioni, compreso il piano sanitario regionale e il riparto delle risorse destinate alla sanità. Scattano poi i controlli degli Enti locali con più di 5mila abitanti sulle circa settemila società partecipate. Una norma da approfondire perché messa così sembra che i controllori debbano controllare loro stessi e porre fine a un altro sperpero della politica, visto che solo 500 «partecipate» svolgono una qualche attività, mentre le altre servono a distribuire gettoni di presenza.

Le sanzioni per i sindaci In generale regioni, comuni e provincie faranno però bene a svolgere con scrupolo il loro ruolo di «controllori». Insieme ai loro direttori generali rischiano infatti una condanna da parte dei magistrati contabili tra 5 e 20 volte la propria retribuzione se violeranno l’obbligo di trasmettere trimestralmente «un referto sulla regolarità di gestione». Rischiano anche gli amministratori che hanno contribuito al dissesto degli enti locali, Sindaci e Presidenti di provincia in testa, che non potranno ricandidarsi e ricoprire cariche politiche o di «organismi pubblici e privati» per 10 anni. «Noi sindaci non ci sottraiamo alle responsabilità, però mi chiedo se non sarebbe il caso di sanzionare allo stesso modo quei ministri che hanno portato il debito pubblico a 2 miliardi», commenta sarcastico il presidente dell’Anci, Graziano Del Rio.

Aumenti tasse e tariffe

Saranno consentiti nella misura massima consentita «anche in deroga ad eventuali limitazioni disposte dalla legge», sempre per garantire il riequilibrio di bilancio, che dovrà essere in pareggio anche per gli enti locali.

Comuni in dissesto

Per il risanamento degli enti locali «lo Stato prevede un’anticipazione sul Fondo di rotazione». Così il decreto lancia una ciambella di salvataggio alle amministrazioni in piano di rientro dal deficit. Il contributo massimo sarà di 100 euro per abitante ma, si specifica, «nei limiti della disponibilità annua del Fondo». Le somme dovranno essere restituite dopo 5, massimo 10 anni. Ma per accedere al prestito il piano di rientro dovrà superare l’esame della Corte dei conti e di una Commissione ad hoc composta dai Ministeri dell’Economia e dell’Interno. Una procedura che potrà essere velocizzata «in favore degli enti locali per i quali sussistono eccezionali squilibri strutturali di bilancio». Ossia Napoli, Palermo, Alessandria e un’altra decina di comuni minori che sono già in una fase di dissesto o pre-dissesto finanziario.

Terremoto in Emilia

I Comuni emiliani colpiti dal sisma saranno esentati dai tagli della spending review fino a tutto il 2013. Nella stessa area tasse e contributi fino a questo momento sospesi, dovranno essere versati entro il 16 dicembre prossimo ma senza sanzioni e interessi. I titolari di reddito d’impresa potranno accedere a finanziamenti statale con la Cassa depositi e prestiti.

Imu

Tutti i Comuni che non hanno approfittato ad aumentare le aliquote Imu o a rivedere le esenzioni entro il 30 settembre avranno ancora tempo di farlo per tutto il mese di ottobre. Conseguentemente slitta anche dal 31 ottobre al 30 novembre il termine per presentare la dichiarazione Imu.