M. Bel., Il Sole 24 Ore 4/10/2012, 4 ottobre 2012
PREMIER LEAGUE SEMPRE PIGLIATUTTO
Investire nel calcio conviene o no? Dipende dal Paese. Mentre il calcio italiano arranca alla ricerca di un nuovo equilibrio fra conti in rosso e aspirazioni sportive ridimensionate, nelle altre leghe europee i club – specie i più blasonati – continuano a far registrare aumenti di fatturati e utili.
Nelle ultime settimane sono stati diffusi i bilanci di alcune big, al cospetto dei quali i pur lodevoli sforzi di risanamento compiuti in estate dai team italiani impallidiscono. Nella serie A, ancora in attesa del santo graal della legge sugli stadi, c’è un problema di crescita o per meglio dire di mancanza di crescita. Mentre i sempre più facoltosi club della Premier League sono all’avanguardia in fatto di diversificazione delle entrate. Una supremazia che si consolida di anno in anno. L’Arsenal, al termine della stagione 2011/12, ha prodotto un giro d’affari di 294 milioni di euro (contro i 281 del 2011). L’utile operativo (al lordo di oneri eccezionali, ammortamenti e trading di giocatori) è stato di circa 40 milioni (nel 2011 l’utile era stato di 57 milioni). Negli scorsi anni il club di Londra ha beneficiato della riconversione immobiliare del vecchio stadio di Highbury. Ma oggi dal nuovo Emirates Stadium arrivano 118 milioni di euro, somma che supera la quota da diritti tv pari a 103 milioni.
Il Manchester United ha archiviato il bilancio 2012 con 29 milioni di euro di profitti (nel 2011 erano stati 16). I Red Devils hanno incrementato il fatturato del 3,3% arrivando a sfiorare i 400 milioni di euro (per la precisione 398,6 milioni). Sponsorizzazioni e merchandising rappresentano la voce principale fra gli introiti. E lo saranno ancora di più in futuro visto che ad agosto è stato firmato un accordo record da 559 milioni di dollari tra il Manchester United e General Motors per la sponsorizzazione del marchio Chevrolet per sette anni a partite dalla stagione 2014/2015.
Il calcio è un buon affare anche nella Spagna invischiata nella crisi. Almeno per le due corazzate, Real Madrid e Barcellona. Un paio di settimane fa, negli stessi giorni in cui il cda della Juventus approvava il progetto di bilancio per l’esercizio 2012, caratterizzato da ricavi in crescita del 24% (pari a 213,8 milioni) e da una perdita di 48,7 milioni, in netto miglioramento rispetto al 2011 (-95,4 milioni), il Real Madrid annunciava di aver sfondato per la prima volta la soglia dei 500 milioni di fatturato, record assoluto per un club di calcio. La società presieduta da Florentino Perez ha realizzato, nell’esercizio 2011/12, un utile netto di 24,2 milioni di euro ed entrate, in aumento del 7%, per 514 milioni. Di cifre inferiori si è dovuto accontentare il Barcellona, a dispetto delle istanze separatiste della Catalogna. I Blaugrana hanno chiuso la stagione 2011/12 con un surplus storico: 48,8 milioni di euro e un fatturato di 495 milioni.
E se Milan e Inter nel corso dell’ultimo calciomercato hanno dovuto sfoltire gli organici e cedere i giocatori migliori per ridurre il monte ingaggi di oltre 50 milioni ciascuna, i campioni di Germania del Borussia Dortmund, grazie alla vittoria nella scorsa Bundesliga e alla conquista della Coppa di Germania, hanno potuto festeggiare un fatturato di 215 milioni di euro in notevole crescita rispetto ai 138 dell’anno precedente accompagnato da un utile operativo di circa 40 milioni.