Flavia Amabile, la Stampa 4/10/2012, 4 ottobre 2012
SU INTERNET SEI ITALIANI SU DIECI “ORA I MEDIA SIAMO NOI”
Chi non tocca il Web, muore. Nel mondo della comunicazione nessuno può immaginare di andare avanti senza fare i conti con Internet e con i social network, perché ormai è lì che passano le informazioni. Più di sei italiani su dieci navigano e uno su due ha Facebook.
Ma meno della metà ormai legge almeno un libro all’anno, come evidenza il decimo rapporto del Censis/Ucsi «I media siamo noi. L’inizio dell’era biomediatica».
È una rivoluzione in atto in tutto il mondo e l’Italia non fa eccezione, anzi. È iniziata anche qui l’era «biomediatica», quella in cui conta anzitutto condividere la propria vita via computer.
«L’utente diventa produttore, si confonde con il contenuto - spiega Giuseppe De Rita, presidente del Censis -. La tendenza a personalizzare l’accesso alle fonti e la selezione dei contenuti comporta però il rischio di conformismo come risultato dell’autoreferenzialità dell’accesso alle fonti d’informazione».
È su misura la tv per effetto della diffusione e del potenziamento delle tecnologie. A guardarla è la quasi totalità della popolazione, il 98,3%, dato ancora in aumento rispetto al 2011 dello 0,3%. Ma sono pochi ormai a usare la televisione di un tempo, oggi si guardano le tv satellitari (+1,6%), la Web tv (+1,2%) e la m o b i l e tv (+1,6%).
Un quarto degli italiani collegati a Internet (il 24,2%) preferisce seguire i programmi sui siti Web delle emittenti televisive. Quattro italiani su 10 (esattamente il 42,4%) li cerca su You Tube per costruirsi i propri palinsesti su misura, percentuali che aumentano tra gli internauti di 14-29 anni, salendo rispettivamente al 35,3% e al 56,6%.
Anche la radio si è adeguata ai nuovi tempi e resta un mezzo a larghissima diffusione: l’ascolta l’83,9% della popolazione (+3,7% in un anno). Ma sono sempre più importanti le forme di radio che hanno un contatto con la rete: la radio ascoltata via Web tramite il pc (+2,3%) e per mezzo dei telefoni cellulari (+1,4%), che stanno soppiantando un mezzo digitale di prima generazione come il lettore portatile di file mp3 (-1,7%).
I telefoni cellulari sono utilizzati dall’81,8% degli italiani, percentuale che in un anno è aumentata del 2,3% . Gli smartphone sono nelle mani di più della metà (54,8%) dei giovani. E Internet è il mezzo di comunicazione più diffuso e anche con il maggiore aumento tra gli utenti nell’ultimo anno: è cresciuto del +9%, arrivando al 62,1% degli italiani rispetto al 27,8% di dieci anni fa. Gran parte del successo è dovuto ai social network, gli iscritti a Facebook passano dal 49% dello scorso anno all’attuale 66,6% degli internauti, ovvero il 41,3% degli italiani e il 79,7% dei giovani.
È in difficoltà, invece, la carta stampata. Gli italiani leggono meno quotidiani (i lettori calano del 2,3%) ma si informano di più sulle state online dove c’è un aumento del 2,1% dei contatti (20,3% di utenza). Meno della metà degli italiani legge almeno un libro all’anno: il 49,7%. In lieve crescita (1%) invece gli e-book.
La disaffezione è più forte soprattutto nei giovani: tra il 2011 e il 2012 i lettori di quotidiani di 14-29 anni sono diminuiti dal 35% al 33,6%, quelli di libri dal 68% al 57,9%. Non è il bisogno d’informazione a essere diminuito, ma le strade percorse per acquisire le notizie sono cambiate. «Nel settore dei libri penso che siano segnali confortanti. Con la declinazione dei contenuti su più device il tasso di crescita può essere positivo»: è la strategia individuata da Maurizio Costa, amministratore delegato di Mondadori, per affrontare la rivoluzione in corso nel mondo dell’editoria e della comunicazione.