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 2012  ottobre 03 Mercoledì calendario

CONTO DA 35 MILIONI PER LO STATO

Nel 2012 lo Stato ha staccato un assegno da 35 milioni per il funzionamento delle Authority. Risorse che, per alcune autorità (Privacy o Antitrust), rappresentano la maggioranza delle entrate mentre, per altre, sono solo un contributo minimo poiché il finanziamento arriva in tutto (Aeeg o il soppresso Isvap) o in parte (Consob e Agcom) dal mercato.
In realtà il sistema di contribuzione delle autorità indipendenti in vigore nel nostro Paese è ancora più complesso. Gli interventi normativi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno introdotto, tra l’altro, trasferimenti perequativi da un organismo all’altro oppure permesso il mantenimento in house di una quota delle sanzioni che il controllore ha di volta in volta comminato ai controllati. Senza dimenticare la stretta sul numero dei componenti e la fissazione a 293mila del tetto per gli stipendi dei vertici, previsti,rispettivamente, dall’articolo 23 del salva-Italia e dal Dpcm 23 marzo 2012.
In questa sede il punto di partenza va comunque individuato nel contributo statale stricto sensu. Da una mappatura del Servizio studi della Camera quasi metà dei 35 milioni censiti se li aggiudica l’Autorità per la concorrenza. Ma i 16,1 milioni in questione rappresentano solo una parte degli introiti. Stando al bilancio 2012, aggiornato in base alle previsioni di competenza, tra le entrate bisogna annoverare anche: i 13 milioni di contributi a carico delle imprese tenute all’obbligo di comunicazione delle operazioni di contrazione, i 4,5 milioni prodotti dalle sanzioni per le pratiche commerciali scorrette e, soprattutto, i 24,2 milioni provenienti da altre amministrazioni per effetto della Finanziaria 2010.
L’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha infatti stabilito per il triennio 2010-2012 una sorta di perequazione tra i vari organismi. Affidando ad alcuni (Isvap, Authority per l’energia, Autorità di regolazione di servizi di pubblica utilità, Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici, Covip) il compito di "dare" e ad altri (Antitrust, Privacy e commissione di garanzia sul diritto di sciopero) quello di "avere".
Nel complesso il bilancio dell’organismo guidato da Giovanni Pitruzzella deve ai 40 milioni di contributi provenienti da Stato e altre Authority il 68% delle proprie entrate. Su percentuali ancora più elevate si assestano la Civit e l’Autorità per la protezione dei dati personali. La Commissione per la vigilanza e la trasparenza nella Pa deve agli 8 milioni di finanziamento statale l’80% delle risorse messe a bilancio nel preventivo 2012 di cassa; a sua volta, su 30 milioni di introiti complessivi, il Garante per la protezione dei dati personali ne ottiene 9 dallo Stato e altri 12 dalle altre amministrazioni. In pratica il 70 per cento dei suoi proventi.
Sul versante opposto si collocano le Autorità che raccolgono sul mercato i propri mezzi di sostentamento. Si pensi all’Isvap (che per effetto della spending lascerà il posto all’Ivass) o all’Autorità per l’energia e il gas (Aeeg) che presentano uno "0" alla voce finanziamenti statali. Ma anche alla Covip, all’Autorità per i contratti pubblici e alla Consob. I 430mila euro censiti dal servizio studi di Montecitorio sono solo una "goccia" rispetto ai 105 milioni di contributi di vigilanza versati dagli operatori alla Commissione nazionale per la società e la borsa.
Un sistema di finanziamento che si ritrova anche nelle omologhe strutture europee di vigilanza sui mercati finanziari. Mentre è nel settore delle tlc che ci differenziamo come sottolinea uno studio recente di Assonime. In Francia e Regno Unito l’Autorità per le comunicazioni è sostenuta integralmente o per più del 50% dallo Stato; da noi il pubblico ci mette all’incirca 160mila euro a fronte dei 69,7 milioni dei privati.