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 2012  ottobre 03 Mercoledì calendario

Agiudicare dai gridolini dello scarso pubblico presente a Dubai, il nuoto senza sesso piace. Prima dell’esperimento, dalla tribune è partito solo qualche timido applauso, ma all’ultima gara la curiosità ha fatto scattare il tifo

Agiudicare dai gridolini dello scarso pubblico presente a Dubai, il nuoto senza sesso piace. Prima dell’esperimento, dalla tribune è partito solo qualche timido applauso, ma all’ultima gara la curiosità ha fatto scattare il tifo. Staffetta mista e alternativa: due uomini e due donne e conta la tattica perché ogni squadra può scegliere come schierare il quartetto. Succede che la prima a toccare è Britta Steffen, unica ragazza schierata in ultima frazione dalle squadre forti. Non è andata più veloce dei diretti concorrenti, ha sfruttato il vantaggio, il vuoto che ha piazzato la Germania nei 50 metri a delfino di Helge Meeuw, piazzato contro miss piscina, l’ungherese Zsuzsanna Jakabos. Le contrapposizioni almeno sono divertenti. Ancora è difficile capire le strategie, nella prima tappa di Coppa del mondo si è vista tanta confusione e un ottimo potenziale. La novità è sperimentale, vivrà la stagione in vasca corta poi passerà alla valutazione della Lega europea, ma il presidente neoeletto, l’italiano Paolo Barelli, ha già bocciato il gioco: «Personalmente non sosterrò l’idea, non penso ci sia bisogno di innovare a tutti i costi». Ai nuotatori piace, Britta, la signora che detiene il record del mondo dello sprint femminile, dice di essersi addirittura «emozionata», sarà che non le capitava da un bel po’ di vincere, la veterana Alshammar, che a 35 anni ne ha viste di ogni applaude: «È un po’ come andare a caccia, non hai parametri, è elettrizzante». Ed è anche la strada che ha preso lo sport. Archiviata la battaglia dei sessi in stile Billie Jean King contro Bobby Riggs, baracconata improduttiva, si è passati a confronti un po’ più elaborati. Le donne non battono gli uomini in gare olimpiche, ci sono sport estremi, come l’ultramaratona, in cui è capitato di vedere il mondo ribaltarsi, ma si parla di una corsa che dura giorni, in cui resistere è decisivo e la velocità o la forza contano meno. Se si rientra in parametri più consolidati il testa a testa si esaurisce in fretta. La scienza ha provato a dare un’accelerata con proiezioni di un futuro che verrà e dopo il record di Paula Radcliffe, regina della maratona, si è pensato che le differenze fossero sulla strada dell’erosione. Falso, quasi dieci anni dopo quel tempo (2h15’25”) è ancora 11 minuti sopra i migliori uomini. Le suggestioni vanno prese altrove, serve più fantasia e basta farsi ispirare dalla stratosferica frazione della mistista cinese Ye Shiwen, sì la ragazzina che a Londra è andata tanto forte da rimediare ogni genere di sospetto (dal doping spudorato a un passato transgender, appunto). In realtà nella sua specialità è raro lasciare la parte lanciata nel finale e nonostante quei 400 misti siano diventati il record del mondo bisognerebbe tornare al 1972 per infastidire dei maschi in una finale olimpica. Però resta lo sfizio: quei 17 centesimi di sorpasso nella stessa frazione nuotata da Ryan Lochte nel medesimo evento. È surreale, ma abbastanza per lavorarci. Il nuoto si è già spinto in acque sconosciute nel fondo con il team event, due uomini e una donna che alla fine condiziona il ritmo del gruppo. Il tennis è ritornato ai Giochi con il doppio misto, il biathlon sperimenterà a Sochi 2014 la staffetta maschi e femmine. La curiosità si è innescata e le combinazioni sono tante. Partono tutte come sfida alternativa, ma qualcosa può trasformarsi in sport.