Filippo Facci, Libero 3/10/2012, 3 ottobre 2012
VENT’ANNI E SENTIRLI
Abbiamo gridato così tante volte a una «nuova Tangentopoli » che stavolta forse ci siamo, ma nessuno lo dice più. Non sono i «sistemi» di allora e di oggi a essere paragonabili, ma ciò che li abbatte. Abbiamo una crisi economica vera, come allora. Abbiamo una magistratura che si muove per emulazione anche senza indagati (ora le chiamano ricognizioni) e che ha cominciato dalle Regioni che funzionano meglio, come allora. È una magistratura che affonda il coltello nel burro e che può permettersi qualche sbavatura perché ha un mandato morale: dove pure non trovasse reati, troverà sprecopoli sbattute in faccia alla gente inferocita, come allora. Abbiamo una classe politica incredibilmente incapace (non come allora: peggio) che litiga sull’ombrello da aprire mentre sta arrivando la tempesta perfetta, brancolando senza neppure un collegio o un elettorato a cui rispondere; questo mentre, a livello più basso, si calendarizzano riformine inutili e si scannano i Fiorito, le terze file della Seconda Repubblica che nacque, a sua volta, dalle seconde file della Prima. Abbiamo un’antipolitica che attende sulla riva del fiume, come allora. L’unica vera differenza è che vent’anni fa la rivoluzione arrivò al cuore del potere, cioè a Palazzo Chigi; oggi Palazzo Chigi è una scatola vuota: il potere ha traslocato, gigioneggia per l’Europa e neppure sa che cosa accade quaggiù.