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 2012  ottobre 03 Mercoledì calendario

INSEGUENDO I DIAVOLI DI FUOCO

È un fenomeno atmosferico molto raro. E ancora più difficile è filmarlo. Eppure, un gruppo che stava girando un film in Australia è riuscito ad immortalare un impressionante «Dust devil» - un diavolo di sabbia - che, invece del tipico mulinello, aveva una lunga scia infuocata.
La forma ricorda quella delle trombe d’aria, ma questi piccoli «mostri» non hanno nulla a che fare con i tornado, perché - come precisano gli esperti che cercano di strappare i loro segreti - non sono associati a perturbazioni di carattere temporalesco. E può capitare che, se nella zona è in corso un incendio, il «diavolo» diventa davvero infernale, creando un vero e proprio turbine di fuoco. Ed è proprio ciò che è avvenuto in Australia, dove un regista, con un bei colpo di fortuna, ha assistito al fenomeno.
Protagonista, Chris Tangey, autore del video, che è riuscito ad effettuare la ripresa ad Alice Springs. La temperatura era di 25°, quando si è trovato di fronte aduna lingua di fuoco alta una trentina di metri, a soli 300 metri di distanza. Il tutto è durato una quarantina di minuti. E i testimoni hanno avuto la terrificante sensazione di stare dietro ai motori di un jumbo: «II fumo da terra era talmente spesso da apparire come una coperta nera».
Un aspetto sorprendente è che i «Dust devils» non hanno bisogno di perturbazioni per generarsi. Ecco perché possono formarsi anche in splendide giornate di sole. Possono durare da pochi secondi fino a oltre mezz’ora. E la loro velocità è stimata tra i 100 e i 150 km orari All’origine - è l’ipotesi più condivisa dai ricercatori - c’è il forte e improvviso surriscaldamento della superficie del suolo secco, che, in presenza di una leggera depressione, genera un mulinello d’aria, che si ingrandisce progressivamente. Il movimento può poi trasformarsi in vortice, quando l’afflusso d’aria lo amplia ulteriormente. E così durante la sua corsa il «Dust devil» funziona come un vero e proprio aspirapolvere, raccogliendo sabbia, polvere, terra e tutti gli oggetti che trova.
Poi, quando il vortice si sosta su una zona più fredda, come per esempio un prato, non ha più l’energia necessaria (e il tempo) per riscaldare i nuovi ingressi di aria. Ecco quindi che il delicato equilibrio si rompe e il «crack» porta al rapido dissolversi del vortice.
Il luogo di elezione di questi fenomeni sono i luoghi desertici, ma non solo. Anche in luoghi meno «esotici» sono stati osservati alcuni «diavoli». Per esempio in Italia. Il caso più controverso resta quello avvenuto sulla costa trapanese nel 2006, ma negli ultimi anni ci sono state segnalazioni anche in Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia.
Gli studiosi continuano le ricerche, sperando in quei rari avvistamenti che potrebbero contribuire a spiegare la vera natura dei «Dust devil».