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 2012  ottobre 03 Mercoledì calendario

JP MORGAN SOTTO INDAGINE PER I SUBPRIME

Gravi guai in vista per Jp Morgan. Tutto risale ai tempi della crisi. O meglio al momento più buio dello tsunami finanziario che ha piegato Wall Street. E ancora una volta nel mirino delle autorità americane ci sono i mutui e i titoli legati ai prestiti sulla casa attraverso cartolarizzazione. Il colosso guidato da Jamie Dimon è accusato di frode per la vendita di titoli spazzatura che sarebbero costati agli investitori perdite per venti miliardi di dollari. Ad avviare l’indagine è stato il procuratore generale di New York, Eric Schneidermann, il quale ha aperto un’istruttoria civile nei confronti dell’istituto presso la corte statale di New York, in quella che sembra essere solo la prima di una serie di iniziative analoghe verso altri istituti. «E’ solo l’inizio. Il nostro obiettivo è avviare azioni di questo genere nei confronti di sottoscrittori che hanno emesso titoli garantiti da mutui», spiegano fonti vicine alla squadra della procura newyorkese. Sebbene nel mirino sia finita Jp Morgan le accuse a carico riguardano Bear Stearns, la quinta banca di investimento americana nel periodo pre-crisi, rilevata anni fa dal colosso ora guidato da Dimon. Nel fascicolo di 21 pagine, depositato in tribunale, il procuratore di New York accusa Bear Stearns di aver «sistematicamente fallito nel valutare i prestiti» sulla casa a loro volta confezionati in titoli garantiti dai mutui, e poi venduti, causando agli investitori perdite per 20 miliardi di dollari. Da Wall Street giunge la replica di Jp Morgan: «Siamo profondamente delusi del fatto di essere oggetto di una causa per la quale non abbiamo nemmeno avuto la possibilità di aver avuto possibiltà di replica o obiezione, e di non aver avuto l’occasione di rispondere alle accuse mosse nei nostri confronti già da investitori privati». Inflessibile il procuratore Schneiderman, secondo cui comportamenti di questo genere «hanno contribuito a innescare la crisi finanziaria scoppiata oltre quattro anni fa: «Le persone che hanno agito in questo senso non possono che essere considerati responsabili di un grave danno di cui hanno fatto le spese i cittadini». L’azione legale si innesta nel grande filone di indagini avviato dalla Securities and Exchange Commission (sec), la Consob americana, e dal dipartimento di Giustizia in merito alle attività svolte dalle grandi banche americane per le pratiche relative alla sottoscrizione dei titoli. Lo scorso febbraio Jp Morgan, Goldman Sachs e Well Fargo avevano ricevuto dalla Sec notifiche di potenziali azioni civili nei loro confronti per non aver fornito indicazioni agli investitori sulla qualità dei mutui e sui loro default. Per la banca d’affari il tutto si potrebbe tradurre nel pagamento di tre miliardi di dollari volto a sistemare la causa avviata dal procuratore Schneiderman, secondo la stima fornita al Businessweek dalla società di consulenza Portales Partners. Un’incidenza straordinaria che potrebbe avere ricadute sui profitti del terzo trimestre pari al 17%, per un valore di 95 dollari ad azione. Jp Morgan acquistò Bear Stearns nella fase più acuta della crisi finanziaria: Dimon diede la sua disponibilità a rilevare la quinta banca d’investimento statunitense dietro garanzia dell’allora segretario al Tesoro, Henry «Hank» Paulson, del presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e del collega della Fed di New York, Timothy Geithner, di farsi carico dei titoli tossici che gravavano sui libri contabili della società di Wall street. La banca centrale americana allora accettò di acquisire 30 miliardi di dollari di in titoli garantiti da mutui sulla casa pur di facilitare l’operazione.