Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  ottobre 02 Martedì calendario

NUOVO CROLLO DELLE VENDITE DI AUTO: -25,7% MAI COSÌ DAL 1978, MA FIAT AUMENTA LA QUOTA


Crolla il mercato italiano dell’auto a livelli mai visti dal 1978. Crolla del 25,7 per cento e in un mese le immatricolazioni si fermano poco sopra la soglia delle centomila (109.178). Un disastro. Perché il confronto è con il mese di settembre del 2011, già in piena recessione. Questa volta il mercato fa peggio del gruppo Fiat, che perde “solo” il 24,3 per cento e guadagna dunque una piccola fetta tornando sopra quota 30 per cento. Quel che colpisce non è tanto la percentuale quanto i numeri assoluti. In media ognuno dei 550 concessionari italiani del gruppo torinese ha venduto 2-3 auto al giorno. Ma è una media un po’ arbitraria perché circa il 40 per cento delle auto è stato acquistato da società e soltanto il 60 per cento dai privati. Torino ha venduto in tutto 33.055 auto contro le 43 mila del settembre dello scorso anno. Tra i concorrenti fanno peggio Renault (-32), gruppo Mercedes (-27), Opel (-33) e Bmw (-29). Volkwagen arretra del 19 per cento e dunque guadagna quote ottenendo il 13,7
per cento del mercato italiano.
Tra i modelli, la Panda, la Punto e la 500 sono nell’ordine i tre più venduti in Italia a settembre. Tra le alimentazioni, il diesel continua a detenere oltre il 50 per cento (52% per la precisione), più o meno sui livelli del settembre 2011. Crolla invece la benzina (dal 38 al 30 per cento) e registra una progressione molto forte la vendita di auto a gpl che triplicano passando in un anno dal 3,6 all’11,6% del mercato. Da prefisso
telefonico le percentuali delle ibride (0,6 per cento) e delle elettriche (0,02).
Gli analisti attribuiscono le ragioni del crollo all’aumento delle tasse sull’auto (a partire da quelle incluse nei carburanti) e in generale alle politiche recessive messe in atto dal governo per far fronte alla crisi del debito. Ma in questo quadro generale l’Italia soffre più di altri Paesi dell’eurozona anche perché gli incentivi degli anni scorsi hanno molto
rinnovato il parco circolante: «L’età media di un veicolo in Italia è di circa sette anni - osserva Gianprimo Quagliano del Csp di Bologna - mentre nel resto d’Europa è significativamente più alta ». La crisi, in sostanza, fa scendere la propensione all’acquisto mentre la giovane età delle auto in circolazione non rende impellente il ricambio. In ogni caso la ricerca condotta dal Csp tra i concessionari dimostra che, a dispetto dei dati di mercato, gli operatori
del settore sono meno pessimisti di tre mesi fa. Se sono ancora una minoranza coloro che si attendono un miglioramento della situazione a breve, scende anche il numero di chi prevede peggioramenti.
Mentre il mercato delle quattro ruote piange, quello delle due ruote si dispera. Il crollo delle vendite di moto è stato a settembre del 36,3 per cento con 12.492 immatricolazioni. Come nelle auto, dove a soffrire maggiormente sono le utilitarie, qui pagano dazio i motorini da 50 cc che dimezzano le vendite (-46%). Un po’ meglio del mercato fanno gli scooter (-34) mentre le moto arretrano del 40 per cento. In questo cupo scenario migliora la quota di Piaggio che nei primi nove mesi dell’anno sale di 3 punti percentuali al 31,1%.