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 2012  settembre 28 Venerdì calendario

“CHE PERCENTUALE VI PRENDETE?” BADALONI E IL LAZIO PRIMA DI RENATA

Ex giornalista Rai, scrittore e politico, in movimento per l’Europa e mai stabile nei partiti, Piero Badaloni ha governato la Regione Lazio (1995-2000), e ne è uscito indenne: “Il motivo non fa notizia, lo dico? Potrei apparire immodesto”.
Non si preoccupi, dica.
Io non ho mai ricevuto un avviso di garanzia durante il mio mandato.
E com’è possibile?
La classe politica era diversa. Non c’era Franco Fiorito né Renata Polverini. Erano amministratori affidabili, preparati, altruisti .
Cosa c’entra l’altruismo?
Se pensi a te stesso, arraffi a mani piene. Se pensi ai cittadini, tronchi le mani ai malfattori.
Mica facile.
Ho cercato di curare un grosso animale malato, e ne ho pagato il prezzo. Ma è stato inutile, e mi dispiace: l’arrivo di Francesco Storace ha distrutto il paziente e la Polverini lo ha tramortito.
Che medicina aveva prescritto?
L’onestà. Tutti si concentrano sui miliardi per la sanità, ma sapete che i fondi europei per la formazione professionale sono un generatore di tanti, tantissimi soldi? E lì proliferava la corruzione . Che non era un semplice reato, peggio: una tradizione.
Come si batte la corruzione?
Con il coraggio. Il mio assessore Piero Lucisano chiuse i rubinetti, centinaia di milioni di lire spesi per corsi inesistenti. Chi era abituato a truffare, lo avvicinava e domandava con estrema leggerezza: “Allora, che percentuale vi prendete?”. Piero ha ricevuto minacce di morte che facevano rabbrividire. La protezione di una scorta era inevitabile.
E dal presidente non bussavano?
Spesso, venivano con quelle facce di bronzo che a Roma vedi di frequente e con fare sicuro facevano proposte: “Se assumi mi figlia , ti garantisco cinquemila voti”.
Badaloni, l’indipendente.
Sono un giornalista, nel ’95 la politica aveva bisogno di nascondersi, l’odore di Mani Pulite era ancora forte. Mi candidarono con la certezza di perdere, e il centrosinistra non s’impegnò in campagna elettorale. Ora potrei dire che è stato un bene.
Nessuna pressione?
Tre anni in piena autonomia, poi mi ordinarono di cambiare la giunta perché dovevano accontentare le correnti, gli amici, i compari. Ne fecero le spese due assessori.
Quanti soldi davate ai gruppi?
Niente. C’era il rimborso elettorale, e basta. Io prendevo otto milioni di lire esattamente come i consiglieri, che erano 60 e non 71. E gli assessori erano 12 e non 15. Le commissioni 8 e non 14.
La politica ha fame.
Portai il mio debito sanitario da 5mila miliardi di lire a 3mila. Storace l’ha triplicato perché la sanità è una macchina fondamentale per il consenso elettorale. Per anni mi dicevano di aprire un ospedale San Raffaele a Roma, ma non volevo neanche parlare con don Verzé.
Come spiegare il fenomeno Fiorito?
La colpa è di Renata Polverini. Un presidente non può non conoscere interamente la Regione e i collaboratori. E poi la giunta e il consiglio procedono in sintonia. Questi signori non hanno senso del pudore, e dunque dimenticano, rimuovono e vanno avanti comunque. Mi fecero un’interrogazione per esaminare il mio viaggio a Milano per un congresso dell’Ulivo, mi accusavano di aver raggiunto l’aeroporto con l’automobile regionale. Avevo le fatture del parcheggio e le presentai. Ma avvertivo un disagio, non volevo sbagliare.
Non è riuscito a convincere i laziali, perse contro Storace.
Avevo 1,2 miliardi di lire per la campagna elettorale e lui ne aveva dieci. Il partito (Ds-Ulivo) non mi fu di grande aiuto, decise di gestire tutto. E dietro Storace si muoveva una struttura che voleva annientare la mia immagine.
Dossier fuffa?
Ricordo che bloccai un articolo su il Giornale, una finta intervista a un ex tossico che doveva dichiarare di avermi portato la cocaina. E poi è semplice spingersi ai festini e a chissà che cosa di diffamatorio, scatenare la valanga. Storace disse addirittura che avevo messo i pomelli d’oro nei miei bagni in Regione.
Ha sprecato tempo, Badaloni?
Ci ho provato. La magistratura è tornata a dover sistemare la Regione, le inchieste scoprirono quel movimento di corruzione e illegalità che io avevo momentaneamente sospeso. Adesso quel movimento è in piena salute. Ma presto i partiti si vergogneranno e cercheranno sempre lì, fra tutti quelli che non rappresentano la politica e quasi quasi la detestano.